{"id":21143,"date":"2010-04-01T10:11:36","date_gmt":"2010-04-01T10:11:36","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-04-12T09:36:14","modified_gmt":"2010-04-12T09:36:14","slug":"sconosciuti-molto-familiari","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/sconosciuti-molto-familiari\/","title":{"rendered":"Sconosciuti molto familiari"},"content":{"rendered":"

<\/p>\n

\"Un'operaUn'opera in mostra<\/span><\/div>\n

Uno, nessuno, centomila –<\/strong> Perfetti sconosciuti ritrovati su vecchie riviste, ritratti fotografici in bianco e nero, persone senza nome e, a volte, senza volto. Brigitte Groth<\/strong> fa il suo rientro nella Città Giardino e dalla Germania porta una serie di lavori frutto della sua ultima ricerca. La giovane di Düsseldorf è nuovamenete ospite della duet art gallery<\/strong> con una personale curata da Licia Spagnesi<\/strong> dopo la sua ultima esposizione nello spazio varesino allestita nel 2006. Sono passati quattro anni, lo stile della pittrice è maturato ma la sua attenzione continua ad essere incentrata sulla figura umana. L'uomo e il tempo sono i cardini dell'arte della Groth. Da sempre affascinata dalle vecchie fotografie, prende spunto per le proprie opere proprio dagli scatti che ritraggono persone a lei ignote. Una scelta di fondo guida il suo fare, il soggetto non è un familiare o un amico, ma sempre e solo uno sconosciuto. Non per rendere impersonale il dipinto, anzi per avere il distacco necessario per riflettere sul soggetto senza preconcetti e senza far interferire il vissuto personale a favore della sola interpretazione in senso artistico. <\/p>\n

La linea continua e infinita –<\/strong> La raccolta di queste immagini, trovate spesso su vecchie pubblicazioni, ha portato la Groth a creare una sorta di "archivio di sconosciuti" coi quali si rapporta in maniera intensa attraverso la pittura. Centrali sono i temi della famiglia, dei rapporti interpersonali, del matrimonio, della nascita, della vita del bambino. Così come fondamentale è l'idea del tempo: l'artista ridona nuova vita ad attimi passati, mantenendone intatta l'epoca. Particolari dell'arredamento o degli abiti diventano funzionali a non falsificare il periodo storico, a ritrovare l<\/p>\n

\"Un'altraUn'altra opera dell'artista<\/span><\/div>\n

'atmosfera originale della fotografia. "Uomini, donne, bambini sono però soltanto le comparse di uno spettacolo in cui il ruolo di protagonista spetta a un personaggio occulto: il tempo. Compito dell'artista è rendere manifesta l'azione silenziosa e pervasiva del tempo, mettendo in evidenza quella patina che avvolge tutte le immagini" scrive Licia Spagnesi, curatrice della mostra.<\/p>\n

Ritratti conosciuti –<\/strong> Attenta a ricreare l'atmosfera ma non attratta dall'eccesso di minuziosità e dettagli, la giovane tedesca usa colore acrilici e grossi pennelli che rendono approssimativi i tratti fisionomici dei volti. Linee definite si alternano a particolari solo abbozzati, dando una visione d'insieme frammentaria ma ben riconoscibile e pervasa da un ritmato dinamismo. Astratto e reale si mescolano, riproponendo situazioni nelle quali è possibile calarsi per rimanenrne piacevolmente incantati. Scrive l'artista: "Non mi interessa realizzare un ritratto preciso della fisionomia individuale, mi focalizzo piuttosto sul gesto, sulla posa che racchiude il sentimento. Riconoscendolo, anche chi osserva la scena è portato a farlo suo, a immedesimarsi nella situazione e a entrare nel quadro". <\/p>\n

Brigitte Groth. Mostra Personale
<\/strong>dal 3 aprile al 30 aprile 2010
A cura di: Antonio Cardillo, Licia Spagnesi
DUETART GALLERY
Varese, Vicolo Santa Chiara, 4
orari: dal martedi' al sabato dalle ore 15.30 alle 19.30
ingresso libero
Inaugurazione sabato 3 aprile 2010 ore 18
sarà presente l'artista
Tel. 0332.231003
www.duetart.com

Un'opera in mostra Uno, nessuno, centomila – Perfetti sconosciuti ritrovati su vecchie riviste, ritratti fotografici in bianco e nero, persone senza nome e, a volte, senza volto. Brigitte Groth fa il suo rientro nella Città Giardino e dalla Germania porta una serie di lavori frutto della sua ultima ricerca. 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