{"id":17878,"date":"2009-04-03T05:27:27","date_gmt":"2009-04-03T05:27:27","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-04-04T03:18:54","modified_gmt":"2009-04-04T03:18:54","slug":"non-chiamateci-writers","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/non-chiamateci-writers\/","title":{"rendered":"Non chiamateci writers!"},"content":{"rendered":"<link href=\"file:\/\/\/C:%5CDOCUME%7E1%5Cmanu%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml\" rel=\"File-List\" \/>\n<style>    st1\\:* {  \tBEHAVIOR: url(#ieooui)  }<\/style>\n<style><\/style>\n<p><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" align=\"left\" height=\"160\" hspace=\"2\" src=\"\/wp-content\/uploads\/2017\/07\/cf7056fedf23b33b67a57a5e76e497aa.jpg\" style=\"margin: 2px; width: 200px; height: 160px\" vspace=\"2\" width=\"200\" \/>Alla conferenza stampa di presentazione i tre giovani artisti <strong>Ozmo<\/strong>, <strong>2501<\/strong>, <strong>Zibe<\/strong> animano il dibattito sul significato di street art e dimostrano di avere le idee chiare. A confermarlo, per i pi&ugrave; scettici, i due lavori realizzati dentro e fuori la <strong>Fondazione Bandera<\/strong>, gi&agrave; conclusi e visibili. Da domenica saranno esposti altri lavori (opere su tela, video, installazioni) a dimostrazione che la street art non &egrave; fatta solo di graffitari e che dietro a questa etichetta si cela un universo complesso che sfugge ad ogni definizione.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; <\/p>\n<p><strong>In conferenza stampa avete chiarito che il termine &quot;writers&quot; non vi si addice. Quale definizione &egrave; pi&ugrave; indicata?<\/strong><br \/><strong>2501: <\/strong>&quot;Il fatto &egrave; che non esiste una definizione corretta che esprima appieno ci&ograve; che facciamo. La street art &egrave; arte sui muri, &egrave; arte pubblica che investe la citt&agrave;, ma &egrave; anche tanto altro. Basta vedere nel nostro gruppo: ognuno di noi tre ha una formazione e delle esperienze diverse che si traducono in differenti stili. Ozmo ha studiato all&#39;Accademia di Brera, io alla Scuola Civica di Cinema di Milano. Abbiamo iniziato tutti sulla strada, ma il nostro lavoro non si ferma l&igrave;. Street artist &egrave; forse il termine pi&ugrave; opportuno, ma credo che definirci artisti sia anche meglio&quot;.<\/p>\n<div class=\"news_image\" style=\"float: right\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" alt=\"L'opera di Zibe\" height=\"200\" src=\"\/wp-content\/uploads\/2017\/07\/567ccba101540956a8c3f4b0d2b51833.jpg\" width=\"150\" \/><span>L&#39;opera di Zibe<\/span><\/div>\n<p><strong>Siete passati tutti dalla &quot;tag&quot; per poi evolvere il vostro linguaggio personale?<\/strong><br \/><strong>Zibe:<\/strong> &quot;S&igrave;. Diciamo che l&#39;esperienza urbana della street art &egrave; un&#39;attitudine che ci accomuna, &egrave; la componente &quot;out&quot; che ci qualifica come street artist e ci fa rientrare in una macrocategoria dai confini imprecisi. Poi per&ograve; &egrave; l&#39; &quot;in&quot; che ci differenzia perch&eacute; come singoli artisti facciamo cose anche molto diverse&quot;. <br \/><strong>2501:<\/strong> &quot;&#8230;s&igrave;, ad esempio Ozmo non &egrave; nuovo a collaborazioni con varie gallerie, mentre io realizzo anche video e lavoro anche su tela, ma in maniera molto diversa rispetto ai lavori su muro.&quot;<br \/><strong>Ozmo:<\/strong> &quot;Beh non &egrave; detto che si debba passare obbligatoriamente dal &quot;tag&quot;, anche se credo che quella fase iniziale di &quot;writer&quot; &egrave; sicuramente un passaggio importante e penso che abbia un valore formativo non indifferente&quot;.<\/p>\n<p><strong>Quindi la street art non si ferma solo all&#39;intervento illegale sui muri della citt&agrave;, ma pu&ograve; vivere anche nei musei, nelle gallerie. Non &egrave; un po&#39; tradire la sua anima urbana trasgressiva?<br \/>Ozmo:<\/strong> &quot;Ovviamente qualcuno ha parlato di morte della street art. Ad esempio quando c&#39;&egrave; stata la mostra al Pac. Ogni artista ha la sua opinione in merito. Effettivamente sempre pi&ugrave; accade che ci sia una migrazione dalla strada ai musei e la citt&agrave; si svuota e ne perde un po&#39;. Io personalmente non credo che le due cose entrino in contraddizione. Se un comune ci d&agrave; l&#39;autorizzazione a lavorare o addirittura ci coinvolge in un progetto tanto meglio. Se possiamo dipingere in condizione migliori anche l&#39;opera ne beneficia e il risultato sar&agrave; migliore. Non &egrave; l&#39;illegalit&agrave; che d&agrave; valore all&#39;opera, assolutamente, ma la possibilit&agrave; di arrivare alla gente con un messaggio, di rendere l&#39;opera fruibile&quot;.<\/p>\n<div class=\"news_image\" style=\"float: left\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" alt=\"I Cavalieri dell'Apocalipso parte 2.Opere di Ozmo\" height=\"97\" src=\"\/wp-content\/uploads\/2017\/07\/9951461f72ecc994b0b142d8dcd022d8.jpg\" width=\"200\" \/><span>I Cavalieri dell&#39;Apocalipso parte 2.<br \/>Opere di Ozmo<\/span><\/div>\n<p><strong>Si parla tanto di Street art ultimamente, con Sgarbi che la sostiene, e tanti ancora che la demonizzano. Qual &egrave; il vostro punto di vista su questo fenomeno?<\/strong><br \/>2501: &quot;Sicuramente oggi &egrave; sempre pi&ugrave; sotto i riflettori, ma ormai &egrave; una corrente artistica con una storia di un certo peso che rimonta a Haring, Basquiat e arriva a Banksy che &egrave; valutato migliaia di dollari alle aste d&#39;arte. E&#39; un fenomeno sociale e artistico che non pu&ograve; essere pi&ugrave; ignorato, ma che purtroppo stenta ancora ad essere compreso e viene etichettato in maniera superficiale sotto diciture approssimative o a causa di qualche pregiudizio. Senza dubbio &egrave; forse il movimento artistico che al momento conta pi&ugrave; artisti al suo interno e per questo ha una forte valenza di aggregatore sociale&quot;.<\/p>\n<p><strong>Arriviamo a Busto Arsizio. Cosa rappresentano i vostri lavori?<\/strong><br \/><strong>Ozmo:<\/strong> &quot;Si tratta di due interventi, uno interno alla Fondazione Bandera, nel cortile, l&#39;altro fuori, in citt&agrave;, nelle vicinanze della fabbrica, dal titolo &quot;i cavalieri dell&#39;Apocalipso&quot;. Entrambi prevedono un lavoro di Zibe, con le sue famose facce di Arnold, realizzate a stencil, e un&#39;opera a due mani, mia e di 2501. <br \/><strong><br \/><\/strong><\/p>\n<div class=\"news_image\" style=\"float: right\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" alt=\"Ozmo - 2501\" height=\"200\" src=\"\/wp-content\/uploads\/2017\/07\/05b952e46cb36145a9883571dc88da3f.jpg\" width=\"150\" \/><span>Ozmo &#8211; 2501<\/span><\/div>\n<p><strong>Al centro domina una enorme Madonna: non &egrave; un soggetto molto consueto in questo tipo di arte&#8230;<\/strong><br \/><strong>Ozmo:<\/strong> &quot;No, infatti. Fa parte del mio linguaggio pittorico. Lavoro molto sull&#39;iconografia tradizionale e amo attingere anche dal repertorio religioso. Questo crea un po&#39; di straniamento, sia per il soggetto, assai insolito nel contesto urbano, sia per le sue dimensioni enormi. Mi piace creare un cortocircuito visivo&quot;. <\/p>\n<p><strong>Non &egrave; un caso che anche qui a Busto Arsizio uno dei vostri interventi sia stato fatto sui muri di una fabbrica. La periferia sembra essere l&#39;habitat perfetto della street art?<\/strong><br \/><strong>2501:<\/strong> &quot;Effettivamente &egrave; cos&igrave;. Fabbriche dismesse e periferia industriale si prestano particolarmente perch&eacute; sono dei non-luoghi, sono territorio di nessuno. Hanno perso la loro funzione e, con essa, la loro identit&agrave; e noi in un certo senso gli diamo una nuova vita. E&#39; incredibile che proprio dalla marginalit&agrave;, l&agrave; dove c&#39;&egrave; abbandono da parte delle istituzioni, nascano le cose pi&ugrave; notevoli.&quot;<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Alla conferenza stampa di presentazione i tre giovani artisti Ozmo, 2501, Zibe animano il dibattito sul significato di street art e dimostrano di avere le idee chiare. 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