{"id":17683,"date":"2009-03-13T02:51:11","date_gmt":"2009-03-13T02:51:11","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-03-13T07:04:37","modified_gmt":"2009-03-13T07:04:37","slug":"antonio-marciano-fin-qui-tutto-bene","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/antonio-marciano-fin-qui-tutto-bene\/","title":{"rendered":"Antonio Marciano: “fin qui tutto bene”"},"content":{"rendered":"

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\"NotNot for children under 3 years<\/span><\/div>\n

"So far so good” –<\/strong> "Fin qui tutto bene", ecco la traduzione del titolo che Antonio Marciano <\/strong>ha voluto dare alla mostra. In poche parole è riassunto il giudizio dell’artista sulla propria ricerca artistica, come a dire: “ok, ci sono, ho analizzato il mio vissuto, ho cercato di interpretarlo, ho raggiunto quello che mi ero prefissato artisticamente, e ora?”. “Ora, sostiene, Francesca Consonni<\/strong>, curatrice della mostra, è il momento di una nuova fase creativa. Fatto il punto della situazione. Antonio è pronto per il grande salto qualitativo. Adesso è il momento del coraggio, cioè di passare dall’esplorazione del proprio mondo interiore, fatto di ricordi ed affetti familiari, a quello del paesaggio, del mondo esterno, senza con questo tradire lo strumento della propria creatività: i chiodini di plastica colorati inseriti in griglie industriali modulari, un gioco che si usava da bambini per creare forme e disegni senza l’uso di foglio e matite colorate”. <\/p>\n

Una nuova partenza – <\/strong>Ma facciamo un passo indietro, perché è questo che ci richiede la piccola antologica dei suoi lavori: capire l’evoluzione della ricerca di Antonio. Dopo un esordio legato all’uso della foglia d’oro che richiedeva una grande abilità artigianale, Marciano ha dovuto a scegliere nuovi mezzi artistici a causa di un’improvvisa débacle fisica che l’ha costretto in carozzina: ciò ha rappresentato per lui una ripartenza da zero, psicologica e creativa, espressa artisticamente nell’uso di chiodini, attraverso cui creare forme elementari da immortalare con la macchina fotografica. <\/p>\n

\"WorldWorld wide suicide<\/span><\/div>\n

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Da "Croce rossa" ai paesaggi montani – <\/strong>Dalle prime immagini che rappresentavano una croce rossa, virulenti mostriciattoli, l’uomo nero, espressioni della caduta improvvisa in un baratro fisico e mentale fino ad un certo punto della vita sconosciuto da Antonio, si passa a quelle degli autoritratti e dei ritratti di familiari ed amici, indici di una lenta ricostruzione degli affetti, diversamente vissuti prima degli impedimenti fisici, e quindi il passaggio coraggioso al grande, a ciò che è al di fuori di sé e del proprio piccolo mondo: il paesaggio, fatto di vette montuose, iceberg, ghiacciai, rappresentato di enormi dimensioni e mai con la certezza del punto di vista. Sottolinea infatti la Consonni: “i suoi paesaggi non rappresentano le montagne<\/em>, ma dalle montagne<\/em>, cioè particolari di vette svettanti, come se Antonio vi stesse sopra, perché Antonio ora si sente mondo, vertigine che lo attraversa e impulso vitale senza capo né coda, le sue ultime opere infatti non hanno un sotto o un sopra, un lato destro e sinistro, si espandono all'infinito”. <\/p>\n

Il linguaggio di Marciano – <\/strong>"Il linguaggio è fondamentale nella vita, nell’arte contemporanea come in questo artista", evidenzia Federica Armiraglio <\/strong>(conservatrice dei Musei castiglionesi) nel catalogo della mostra. Un linguaggio che esprime il nerbo dell’opera di Antonio e ne mette in luce la profonda carica umana, nonostante l’aspetto ludico-giocoso e apparentemente superficiale delle sue creazioni: nelle forme elementari create con i chiodini di plastica si rivela una componente infantile che si trasforma presto in adulta non appena l’autore fotografa le sue opere, perché i suoi oggetti e soggetti colti in dati momenti e certe posizioni vengono astratti dalla realtà per divenire icone, un po’ come facevano Lichtenstein e Warhol. Ma se questi trasformavano in icone volti e oggetti arcinoti, Antonio modifica il proprio vissuto, i propri ricordi a partire da una ricostruzione giocosa che, in quanto immortalata fotograficamente, serve a prendere coscienza di sé, del proprio essere. Linguaggio Pop, gioco infantile, fotografia si intrecciano in un sistema di immagini in cui è possibile ripercorre ciò che è stato e ciò che vuol divenire Antonio, ma soprattutto la sua carica di sentimenti e di umanità.  

Perché Castiglione –  <\/strong>Se l'Armiraglio ha deciso di ospitare la mostra "So far so good" nelle sale del MAP e del Castello di Monteruzzo "è in primis<\/em> per la carica umana di Antonio e delle sue opere, ma indubbiamente", come lei stessa dichiara "anche per la coerenza delle opere dell'artista con il museo della plastica e per il piacere di alimentare proposte espositive esterne al museo, che rappresentano un grande arricchimento culturale e in questo caso anche materiale, dato che Marciano donerà al MAP una delle sue creazioni".<\/p>\n

"Antonio Marciano- So far so good"
<\/strong>Mostra personale a cura di Francesca Consonni
Castello di Monteruzzo, via Monteruzzo 1 – MAP, via Roma 29
Castiglione Olona (VA)
Inaugurazione: Castello di Monteruzzo,<\/strong> sabato 14 marzo 2009, ore 18.30<\/strong>
Periodo: dal 14 marzo al 5 aprile 2009
Orari: da martedì a sabato 9-12; 15-18 \/ domenica 15-18
Ingresso libero al Castello
Ingresso a pagamento al MAP (biglietto per l'ingresso al MAP: 2,50 Euro; 1,50 Euro ridotto: validi anche per l'ingresso al Palazzo Branda Castiglioni)
Info:
tel. 0331 858 301, da martedì a sabato 9-12; 15-18
branda.castiglioni@gmail.com<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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