{"id":16417,"date":"2008-10-24T04:03:18","date_gmt":"2008-10-24T04:03:18","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-10-25T09:54:23","modified_gmt":"2008-10-25T09:54:23","slug":"battistero-della-basilica-di-san-vittore-lo-stile-degli-affreschi-apre-nuovi-orizzonti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/battistero-della-basilica-di-san-vittore-lo-stile-degli-affreschi-apre-nuovi-orizzonti\/","title":{"rendered":"Battistero della Basilica di San Vittore, lo stile degli affreschi apre nuovi orizzonti"},"content":{"rendered":"
\"IlIl Battistero di San Vittore<\/span><\/div>\n

C<\/strong>uriosità e fascino<\/strong> – <\/strong>Santina Novelli, giovane storica dell'arte, varesina solo di adozione, ha messo a segno una delle scoperte più sensazionali degli ultimi anni a Varese. Secondo le sue ipotesi, infatti, il Trecento varesino sarebbe segnato da personaggi illustri. Di tale coinvolgimento negli affari cittadini permangono tracce proprio negli affreschi del Battistero di San Giovanni, che tempo fa affascinarono e incuriosirono la ricercatrice, tanto da scegliere come argomento di tesi di specializzazione in storia dell'arte, il pittore della Tomba Fissiraga, autore di quei dipinti.<\/p>\n

<\/strong>Pochi dati storici<\/strong> – La scelta del tema, accolto tra l'altro positivamente dal docente che la segue all'Università di Siena, Luciano Bellosi, ha dato luogo a difficoltà fin dall'inizio, dovute in primis alla mancanza di dati e di una bibliografia adeguati a ricostruire la storia e la storia dell'arte del Trecento a Varese.

Gli affreschi: un documento essenziale<\/strong> – Proprio la mancanza di fonti tradizionali ha spinto la giovane studiosa a considerare gli affreschi come documento storico al pari di bolle papali, atti notarili e quant'altro ed in particolare il loro stile che avrebbe rappresentato un datazione intorno al 1350, imputando al pittore della Tomba Fissiraga<\/strong> un uso piuttosto attempato di questo stile, la Novelli proprio sulla base di confronti stilistici ne ha anticipato la data agli anni Dieci del Trecento, con grande vantaggio per l'evoluzione delle sue stesse ricerche e ridonando la giusta collocazione storica e valutazione artistica all'autore degli affreschi.<\/p>\n

\"UnUn particolare dell’affresco studiato<\/span><\/div>\n

Lo stile<\/strong> – Tra i dipinti, è soprattutto quello che riporta la Madonna della Misericordia ad aver condotto la ricercatrice sulla buona strada. La sua modalità pittorica è indubbiamente avvicinabile allo stile fine-duecentesco di Giotto, ma se la critica sino ad ora ne ha fissato la datazione intorno al 1350, imputando al pittore della Tomba Fissiraga<\/strong> un uso piuttosto attempato di questo stile, la Novelli proprio sulla base di confronti stilistici ne ha anticipato la data agli anni Dieci del Trecento, con grande vantaggio per l'evoluzione delle sue stesse ricerche e ridonando la giusta collocazione storica e valutazione artistica all'autore degli affreschi.<\/p>\n

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Spunti iconografici<\/strong> – Quello che lo stile sembra accertare, viene confermato dall'interpretazione iconografica assolutamente inedita, motivo della scoperta fatta dalla ricercatrice: lo stemma (a bande scure su sfondo bianco) ed il cappello cardinalizio, raffigurati accanto alla figura della Madonna, finora ricondotti alla famiglia lodigiana dei Fissiraga, sarebbero infatti di Luca Fieschi, giovane cardinale genovese, amico di papa Bonifacio VIII, particolarmente in vista alla corte di Avignone. <\/p>\n
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