{"id":14010,"date":"2008-01-25T06:26:02","date_gmt":"2008-01-25T06:26:02","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-01-25T06:35:45","modified_gmt":"2008-01-25T06:35:45","slug":"la-shoah-secondo-i-giovani","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-shoah-secondo-i-giovani\/","title":{"rendered":"La Shoah secondo i giovani"},"content":{"rendered":"
\"CopertinaCopertina del libro<\/span><\/div>\n

"Come uno sguardo aperto in un grido"<\/strong> – Matteo Contin<\/strong>, Maurizio <\/strong>e Martina Macchi,<\/strong> ragazzi che non superano i 23 anni, si sono confrontati con l'orrore della Shoah<\/strong> scrivendo un libro in cui analizzano le pellicole che, attraverso la "settima arte", hanno descritto la tragicità dello sterminio ebraico. Il titolo "Come uno sguardo<\/strong> aperto in un grido<\/strong>" mutua dal verso di una poesia di David Grossman<\/strong>, "Deve restare per sempre muto \/ come una bocca aperta in un grido" che ricorda l'impotente disperazione de "L'urlo<\/strong>" di Munch<\/strong>. I giovani autori hanno voluto sostituire la bocca con lo sguardo, come a ribadire lo stretto legame che unisce cinema e Shoah, entrambi parte della storia del Novecento. Il cinema non solo ha saputo narrare il fatto più increscioso del Novecento, ma ha saputo mantenerne vivo il ricordo. <\/p>\n

Presa di coscienza giovanile<\/strong> – Il lancio del libro è avvenuto alla presenza di Gianluca Gibilaro<\/strong>, curatore di "Oltre la barricata – cinema per superare i Confini<\/strong>", ultima rassegna cinematografica solbiatese e di Matteo<\/strong> Contin<\/strong> a soli tre giorni dal giorno della memoria. Una memoria che è tenuta viva da giovanissimi, Matteo ha solo 21 anni, a dimostrazione del fatto che la formazione di una coscienza, anzi che la presa di coscienza di certi fatti e il desiderio di non dimenticare e di non farli dimenticare non è tardata a venire.<\/p>\n

"La settima arte"<\/strong> – L'arte cinematografica, si sa, tocca la ragione e l'emozione con una capacità di sintesi formidabile ed arriva con quel che ha da dire diritto alla meta, allo spettatore, attraverso la simultaneità di immagini e parole. E' proprio il potere di cui è investito il linguaggio del cinema che ha permesso di documentare e perpetuare la memoria della Shoah – fin dai tempi immediatamente successivi alla liberazione dei deportati – e, d'altro canto, di raggiungere velocemente anche i giovani, tanto più oggi che si vive nel mondo dell'immagine, della televisione e della cinematografia. <\/p>\n

\"ScenaScena tratta da un film<\/span><\/div>\n

La serata di presentazione<\/strong> – Sono stati affrontati gli snodi principali della vicenda che ha condotto alla Shoah<\/strong> a partire da alcune sequenze cinematografiche, note e meno note, che, intervallate dalle analisi tecniche e tematiche di Matteo, rivelatosi molto puntuale e competente, hanno proposto numerosi spunti di approfondimento sul tema della memoria. Si è passati dal tema delle leggi razziali, a quello delle deportazioni, a quello del ritorno a casa, a quello della Memoria passando per clip tratte da film come "La tregua<\/strong>", "Senza destino<\/strong>", "Schindler's list<\/strong>" o cortometraggi come "Binario 21<\/strong>".<\/p>\n

Dalla parte dell'autore<\/strong> – dalla parte del giovane<\/strong> – E' l'amore per il cinema che ha fatto incontrare Matteo e i suoi amici e colleghi con il tema della Shoah, e da questo incontro è sorto il desiderio di conoscere e di documentare, anche se solo attraverso delle analisi di film dedicati al tema del genocidio… questo per non dimenticare.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Copertina del libro "Come uno sguardo aperto in un grido" – Matteo Contin, Maurizio e Martina Macchi, ragazzi che non superano i 23 anni, si sono confrontati con l'orrore della Shoah scrivendo un libro in cui analizzano le pellicole che, attraverso la "settima arte", hanno descritto la tragicità dello sterminio ebraico. 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