{"id":38641,"date":"2017-10-16T09:47:18","date_gmt":"2017-10-16T07:47:18","guid":{"rendered":"http:\/\/varesearte.it\/?page_id=38641"},"modified":"2018-02-21T10:31:29","modified_gmt":"2018-02-21T09:31:29","slug":"sartorelli-racconta-la-musica-a-varese","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/artevarese\/teatro\/interviste\/sartorelli-racconta-la-musica-a-varese\/","title":{"rendered":"Sartorelli racconta la musica a Varese"},"content":{"rendered":"
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\u00abSe vivessi un\u2019altra volta mi assegnerei il compito di leggere un po\u2019 di poesia e ascoltare musica almeno una volta alla settimana… La perdita\u00a0di questi gusti \u00e8 una perdita di felicit\u00e0…\u00bb. Sono parole di C. Darwin, riprese in una bella intervista a Fabio Sartorelli.\"P9020373.jpg\"<\/strong><\/p>\n

“Sono passati quindici anni dalla prima Stagione a oggi.<\/strong>\u00a0E\u2019 davvero molto tempo, soprattutto se penso a quante cose sono cambiate. Una volta, per esempio, il gradimento internazionale di un artista si misurava leggendo le critiche, frequentando le sale da concerto, misurando il prestigio della sua casa discografica, mentre oggi a contare \u00e8 anche il numero di visite su You Tube o i follower dei social network. A differenza del passato, gli artisti sono oggi molto pi\u00f9 attenti alla propria immagine. Ancora quindici anni fa ricevevo le loro fotografie su carta fotografica via posta. Poi le dovevo duplicare per fare la cartella stampa. Erano foto molto corrette sotto un profilo strettamente istituzionale ma spesso del tutto asettiche. Il massimo della fantasia era l\u2019artista con lo sguardo incollato su una partitura o alle prese col proprio strumento.\u00a0Se scorrete il nostro libretto trovate qualcosa di simile in corrispondenza del concerto di Herreweghe del 19 marzo. Simile, per\u00f2, non vuol dire uguale<\/strong>\u00a0e infatti Herreweghe \u00e8 si davanti alla partitura ma fissa l\u2019obbiettivo mantenendo intatta quell\u2019aria un po\u2019 arruffata e l\u2019espressione spontaneamente saggia che lo contraddistinguono.<\/p>\n

Per il resto, le foto del nostro libretto sono un\u2019esplosione di colori, di inquadrature imprevedibili, di contesti metropolitani o naturali. C\u2019\u00e8 Angela Hewitt, grande interprete di Bach, davanti a una finestra spalancata su un ridente giardino: un bel contrasto, non c\u2019\u00e8 che dire, con le teutoniche passioni musicali della pianista canadese…<\/p>\n

Se penso alle foto di quindici anni fa, posso solo dire che abbiamo assistito a una vera e propria evoluzione della specie \u2013 tradizionalmente un poco sfigata \u2013 del musicista classico.<\/strong><\/p>\n

Parlarvi delle foto era naturalmente un pretesto per introdurre gli artisti nostri ospiti rimanendo in superficie. Ora avvicinerei un po\u2019 lo sguardo per vedere cosa effettivamente offrir\u00e0 la prossima Stagione.\u00a0Il primo concerto dello scorso anno con il Trio di Parma, fuori abbonamento per consentire alla associazione per la lotta contro l\u2019Alzheimer di incassare i proventi della vendita dei biglietti, and\u00f2 benissimo: tutto esaurito, grande successo.<\/strong>\u00a0Sicch\u00e9 quest\u2019anno si replica con il pianoforte di Angela Hewitt la quale ha, con grande generosit\u00e0, rinunciato al proprio cachet per dare il massimo sostegno all\u2019iniziativa benefica. Non potevamo certo chiedere di pi\u00f9: una grandissima artista, un atto di straordinaria generosit\u00e0 e un programma assolutamente nelle corde della pianista canadese, con Bach, Beethoven e Schubert.<\/p>\n

Il primo concerto in abbonamento vede protagonisti i Virtuosi del Teatro alla Scala, un ensemble di quindici elementi, con molte prime parti e solisti dell\u2019Orchestra e della Filarmonica, per un programma tutto italiano, il cui fulcro \u00e8 rappresentato da Giuseppe Verdi,<\/strong>\u00a0del quale ricorrono i duecento anni dalla nascita. Da tempo eravamo alla ricerca di un ensemble che ci permettesse di festeggiare degnamente il massimo compositore italiano dell\u2019Ottocento. I Virtuosi del Teatro alla Scala ci sono parsi perfetti, non solo per via della loro lunga consuetudine con la musica del Maestro, ma anche per ci\u00f2 che il nome Scala ha rappresentato nella vita del compositore. Virtuoso fra i virtuosi sar\u00e0 il clarinettista Fabrizio Meloni, impegnato in una vorticosa Fantasia su temi di\u00a0Traviata\u00a0<\/em>e\u00a0Rigoletto<\/em>. Nella stessa serata ascolteremo anche il meraviglioso Quartetto di Verdi in versione per orchestra da camera.<\/p>\n

A proposito di quartetti. Quant\u2019anno non avremo un quartetto nel senso pi\u00f9 classico del termine, avremo per\u00f2 un grandissimo quartetto con pianoforte, il Quartetto Faur\u00e9 da vent\u2019anni sulla scena e, novit\u00e0 assoluta per la nostra Stagione, il Quartetto Signum, un sorprendente ensemble di saxofoni…<\/strong><\/p>\n

A proposito di giovani: ce ne sono tanti in questa Stagione, ma tutti gi\u00e0 assai noti a livello internazionale. C\u2019\u00e8 lo straordinario pianista russo Denis Kozhukhin con un programma ad alta caratura virtuosistica; c\u2019\u00e8 il meraviglioso Ray Chen, violinista taiwanese, classe 1989, alle prese con un classico come la Sonata a Kreutzer e con un ricco omaggio a de Sarasate. C\u2019\u00e8 poi la violoncellista argentina Sol Gabetta, gi\u00e0 nostra ospite nel 2011, che riportiamo a Varese con non poche difficolt\u00e0, viste le numerose richieste che riceve da tutto il mondo, in un concerto eccezionalmente al sabato, dedicato all\u2019amico Lino Conti. Poi, come sempre, ci sono i grandissimi nomi: c\u2019\u00e8 il pianista polacco Anderszewski, interprete di una registrazione discografica eletta disco dell\u2019anno per il 2012; ci sono l\u2019Accademia Bizantina con il \u201cnostro\u201d Ottavio Dantone e Viktoria Mullova per un concerto interamente dedicato a Bach e alla memoria di Luigi Ambrosoli, grande appassionato di musica barocca.<\/p>\n

All\u2019inizio, parlandovi delle foto dei nostri interpreti ho detto di aver assistito a una \u201cevoluzione della specie\u201d. Questa estate ho letto con immenso piacere l\u2019Autobiografia\u00a0<\/em>di Darwin, una meraviglia per semplicit\u00e0 e chiarezza, e ho pensato che al di l\u00e0 delle differenti posizioni, scientifica e religiosa, a Darwin non sarebbe certo dispiaciuto ascoltare l\u2019immensa\u00a0Creazione<\/em>\u00a0di Haydn nell\u2019esecuzione, che si preannuncia\u00a0definitiva<\/em>, del grande direttore belga Philippe Herreweghe. Mi domando invece cosa avrebbe potuto provare Haydn di fronte all\u2019Origine della specie<\/em>\u00a0di Darwin\u2026 mah!\"darwin.jpg\"<\/p>\n

In questi ultimi anni Herreweghe sta incidendo i grandi oratori di Haydn: prima li studia, poi li esegue con lo stesso cast della registrazione per alcune fra le pi\u00f9 importanti piazze europee, infine li registra. Varese \u00e8 fortunatamente rientrata in questo progetto e perci\u00f2 abbiamo potuto godere, lo scorso anno, di una straordinaria esecuzione delle\u00a0Stagioni<\/em>\u00a0di Haydn, con un cast stellare che mai ci saremmo potuti permettere in situazioni diverse da quella descritta.<\/p>\n

Personalmente non riesco a nascondere tutto il mio entusiasmo per\u00a0La<\/em>\u00a0Creazione<\/em>: immaginare, aiutati dalla musica, Dio mentre crea il cielo, la terra, il firmamento celeste, le acque, le montagne, gli insetti e tutti gli altri animali, e sentire cantare Adamo ed Eva, immersi nell\u2019illusoria felicit\u00e0 del Paradiso Terrestre, \u00e8 un\u2019emozione indescrivibile.<\/strong>\u00a0Cos\u00ec come lo \u00e8 assistere al momento della nascita della luce, la cosa pi\u00f9 importante per un uomo come Haydn, imbevuto di ideali illuministici. A un certo punto dell\u2019Oratorio il testo recita, \u201cE Dio disse: \u00abla luce sia!\u00bb\u201d, e tu ti immagini che l\u2019atto della creazione della luce, che illumina la ragione, possa essere qualcosa di grandioso, esplosivo. E invece no, Haydn ti sorprende con un nonnulla, con uno schioccare di dita, un pizzicato degli archi in sordina quasi impercettibile. Perch\u00e9 il Dio di Haydn \u00e8 tanto pi\u00f9 potente quanto meno eclatanti risultano i suoi gesti. Un appuntamento da non perdere, in memoria di Luigi Orrigoni.<\/p>\n

Avendo fatto una presentazione all\u2019insegna di Darwin, mi sembra giusto chiudere ancora una volta con lui, con un passo tratto dalla sua\u00a0Autobiografia<\/em>. Dovete sapere che negli ultimi anni della propria esistenza, Darwin faceva fatica a provare piacere nei confronti dell\u2019arte. Era come se avesse perduto il senso estetico e la sua mente fosse diventata \u2013 sono parole sue \u2013 \u00abuna specie di macchina per estrarre delle leggi generali da una vasta raccolta di fatti\u00bb. Darwin stesso giudicava questa perdita come una \u00abmenomazione\u00bb, un\u2019inspiegabile \u00abatrofia di quella parte del cervello da cui dipende il senso estetico\u00bb. Personalmente adoro questa severit\u00e0 di giudizio nei confronti di s\u00e9: testimonia la grande sensibilit\u00e0 dello scienziato verso i valori umani dell\u2019arte e della bellezza.<\/p>\n

Oggi osserviamo una grande quantit\u00e0 di gente che ama la pittura, la musica, la poesia e l\u2019arte in generale, ma ce n\u2019\u00e8 molta di pi\u00f9 che si dimostra insensibile verso tutto questo. Darwin proponeva per s\u00e9 una cura che io sento di estendere a tutti coloro che, come Darwin, hanno perduto il gusto per le cose belle, e in particolare a coloro che non frequentano la nostra Stagione. Eccola: \u00abSe vivessi un\u2019altra volta \u2013 scrive Darwin \u2013 mi assegnerei il compito di leggere un po\u2019 di poesia e ascoltare musica almeno una volta alla settimana, con la speranza di mantenere attive con l\u2019esercizio quelle parti del cervello che oggi si sono atrofizzate. La perdita di questi gusti \u00e8 una perdita di felicit\u00e0, forse dannosa all\u2019intelletto e pi\u00f9 ancora alla forza morale, in quanto indebolisce la parte emotiva della natura umana.\u00bb (C.Darwin,\u00a0Autobiografia (1809-1882)<\/em>, Einaudi, Torino 1962, p. 121).<\/p>\n<\/div>\n

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\u00abSe vivessi un\u2019altra volta mi assegnerei il compito di leggere un po\u2019 di poesia e ascoltare musica almeno una volta alla settimana… La perdita\u00a0di questi gusti \u00e8 una perdita di felicit\u00e0…\u00bb. Sono parole di C. Darwin, riprese in una bella intervista a Fabio Sartorelli. “Sono passati quindici anni dalla prima Stagione a oggi.\u00a0E\u2019 davvero molto […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"parent":404,"menu_order":0,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","template":"","meta":{"footnotes":""},"yoast_head":"\nVarese - Sartorelli racconta la musica a Varese|Artevarese<\/title>\n<meta name=\"description\" content=\"Leggi quello che ha raccontato Sartorelli: il suo rapporto con la musica, con il passato e i ricordi, sogni e rimpianti. 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