Busto Garolfo –  Dalle indagini tra gli ambienti urbani e le persone che li vivono,  prende corpo la mostra “Urban People”, in apertura da sabato 4 maggio (con inaugurazione alle ore18) negli spazi di Villa Brentano

Cinque artisti internazionali: Pietro Dente, Urbansolid, Andrea Sbra Perego, Fabrizio Inglese e Mario Sughi, sono stati invitati a riflettere sul rapporto uomo-città e a esprimersi, ognuno con il proprio linguaggio. L’esposizione si sviluppa in un dialogo tra le diverse prospettive. Gli spazi vuoti delle città immense si mescolano in continuità con l’indagine “Street-art”, la visione degli ambienti di transito della folla, le emozioni espressive e forti dell’umano, per terminare con calme visioni quotidiane e rassicuranti.

Le opere di Pietro Dente rivelano città internazionali con visioni “a volo d’uccello”. L’artista da sempre è affascinato dai panorami urbani delle grandi metropoli, che trasfigura in territori dell’immaginazione. I suoi lavori pittorici, su tela e plexiglas o plastica, sono cromaticamente complesse, e sfruttano le trasparenze, i giochi di luce e la percezione che i materiali sollecitano. “Paesaggi urbani”, magici e irreali, caratterizzati da un  senso di leggerezza, di trasparenza , dell’evanescenza di facciate dietro le quali si può immaginare una vita reale.

Le grandi metropoli di Urbansolid (duo di ex studenti dell’Accademia di Belle Arti di Milano) sono popolate da creature in gesso. Gli artisti amano applicare a muri inutilizzati di luoghi urbani fatiscenti, parti gigantesche di anatomia umana. Le installazioni tridimensionali che fuoriescono, ironiche e provocatorie, permettono un’esperienza tattile oltre che visiva. Le sculture diventano forme di vita in movimento, nell’atto di staccarsi e svilupparsi dal muro. Tra i soggetti preferiti: calchi umani, maxi orecchie, mani che agiscono in misteriose operazioni, televisori, spermatozoi e scheletri di animali. L’arte arricchisce così aree dismesse o zone  degradate, appositamente scelte dagli artisti, per intercettare i passanti e comunicare a loro precisi messaggi.

La città vive e pulsa grazie all’immancabile fattore umano. Ne è convinto Andrea Sbra Perego con le sue architetture intrise di umanità che rappresenta nelle piazze, in scorci urbani o in stazioni ferroviarie animate da una folla dai contorni indefiniti, in perenne movimento.  Luoghi – non luoghi di percorrenza accelerata e frenetica come le mete turistiche, i monumenti e i centri storici, le infrastrutture per trasporti sono i principali riferimenti su cui si focalizza la sua indagine. Come in uno sciame urbano, in cui nella massa indistinta è l’identità del singolo a venire meno.

Sono il profondo disagio e il tormento a caratterizzare le opere pittoriche di Fabrizio Inglese. “Selfie interiori” , come l’artista li definisce. Un viaggio interiorizzato che percorre ansie, timori ed ossessioni o paranoie. Volti e corpi deformati urlano ma, metaforicamente, in silenzio. La sospensione del tempo è  invece al centro dei lavori di Mario Sughi, che rappresenta dei non-eventi e figure che non hanno storia se non dei minuti gesti sempre sottilmente ambigui. Sughi, figlio d’arte(il padre Alberto è tra i grandi del secondo Novecento italiano) e conosciuto anche col nome “nerosunero”, è un artista-illustratore.

La mostra rimarrà aperta sino al 25 maggio con i seguenti orari: martedì – sabato 14.30 – 18 Villa Brentano, via Magenta 25).

Redazione