La materia che trascende se stessa, che si scava e si fa

La Via Crucis di Gaigher esposta a MilanoLa Via Crucis di Gaigher esposta a Milano

trasparente per rimandare ad altro da sé: ecco la poderosa intuizione che muove l'artista Giuliano Gaigher nella sua opera intitolata "Scavi".

Nato a Treviglio nel 1964, Gaigher a ventisei anni "scopre la materia", ovvero si appassiona alla raffinata arte di plasmare materiali e in special modo il vetro, che trova fin da subito estremamente affascinante. È il punto di partenza di un intenso cammino di evoluzione tecnica ed espressiva, che lo porta a concepire l'arte come una scoperta, come un atto maieutico, un processo di sottrazione nel quale sempre più spazi vengono tolti alla percezione per lasciare che siano riempiti dal lavoro dell'immaginazione, la quale viene ad assumere così l'importante ruolo di integrare e scolpire il significato stesso dell'opera.

Questa forte carica evocativa e simbolica, quasi una sorta di liberazione della materia dalla materia, è ben presente in "Scavi", un'opera composita in legno grezzo e vetro fuso. Sull'ampio pannello orizzontale, lungo 270 centimetri e alto 55, si possono ripercorrere le tappe della Passione di Cristo, raffigurate su formelle smaltate dominate da un rosso brillante e sanguigno, e ossessionate dalle nere sagome della croce che si ripetono una stazione dopo l'altra, con un crescendo di drammaticità.

Finché si raggiunge un punto di rottura: Gesù muore

La Via Crucis di Gaigher esposta a MilanoLa Via Crucis di Gaigher esposta a Milano

sulla croce, il velo del Tempio si squarcia nel mezzo, ed anche il legno di quest'opera si frattura, e da esso sgorgano vermiglie gocce di sangue vitreo. Persino la materia geme in questo dramma, attendendone il compimento e il suo superamento: e ciò accade nell'ultima parte del pannello.
Il legno è rotto, spezzato, viene meno: e, a partire da esso, solo un fiotto di vetro limpido, come uno zampillo d'acqua pura, si libera su uno sfondo ormai vuoto, aprendo le ali come una colomba, librandosi a forma di croce, ma stavolta luminosa e gloriosa. Essa supera perfino i confini imposti dal riquadro del pannello, li infrange e li oltrepassa, a dimostrarne la libertà e trascendenza. Al suo centro, un cerchio, forse allusivo al corpo eucaristico donato nella libertà del sacrificio.

Una narrazione plastica, dunque, dove è il materiale stesso a parlare e a raccontare il mistero cristiano, come se la parola fosse idealmente data al Legno della Croce, testimone in assoluto più vicino a Cristo nel Calvario, che narrando si sublima nella purezza spirituale del vetro.
Perciò può anche essere considerata una metafora, come un suggestivo invito ad "spogliarsi dell'uomo vecchio" per "rivestire l'uomo nuovo" (Ef 4, 22), secondo il richiamo paolino.

Gaigher rivela così una grandiosa maestria nel liberare la potenzialità insita nei materiali che utilizza, imprimendone significati e suggestioni che fanno trasparire un sublime superamento della materialità stessa.

Via Crucis di Giuliano Gaigher
Dal 10 marzo al 23 aprile 2011
Milano, Cappella dell'Università Cattolica del Sacro Cuore,
Largo Gemelli 1
Per info.: tel. 0272342238
centro.pastorale-mi@unicatt.it
Orari di apertura dell'Ateneo
Ingresso libero