Frammento di bassorilievo in calcare, NiniveFrammento di bassorilievo
in calcare, Ninive

Calendario e programmazione nero su bianco – Accanto ai due significativi omaggi dedicati ai Maestri Intelvesi Ercole Ferrata e Carlo Innocenzo Carloni e all'archeologo comasco Francesco Ballerini – rispettivamente visibili presso la Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi e il Museo Archeologico Paolo Giovio fino al 6 e al 27 marzo – tra le future esposizioni organizzate nel territorio lariano, spiccano la singolare rassegna sullo storico Patto Roerich, ospitata nel bellissimo, ma spesso accantonato, Chiostrino di Sant'Eufemia, e l'imponente mostra riservata ai 400 anni della nascita di papa Innocenzo XI (noto anche come Benedetto Odescalchi), in cui verranno presentati alcuni preziosi documenti e reliquie, finora conservate nei depositi del museo.

Tra le molteplici esposizioni dedicate agli artisti contemporanei, locali e non, incuriosisce la retrospettiva di Marco Cingolani (Como, 1961), una delle voci più stimolanti e personali della pittura italiana, che torna ad esporre nella sua città natale dopo ben quindici anni di assenza. Interessanti anche le iniziative proposte dalla Biblioteca comunale che, spesso sostenuta da soggetti dall'associazionismo locale, negli ultimi anni si è proposta come piccolo ma dinamico centro di cultura. Da non perdere a marzo, in occasione della Festa della

Marco Cingolani, A perdita d'occhio (Termopili)Marco Cingolani, A perdita d'occhio (Termopili)

Donna, l'esposizione di una serie di libri antichi scritti da diverse ed autorevoli penne femminili.

Tuttavia, a parte la costante presenza di alcuni fedelissimi, l'affluenza del pubblico comasco alle diverse iniziative comunali è davvero molto scarsa e, snobbati gli eventi locali, molti preferiscono di gran lunga la qualità culturale offerta dalle limitrofe manifestazioni svizzere. Nonostante l'apprezzamento per lo sforzo dimostrato dall'Assessorato alla Cultura, ci chiediamo quindi se, a parte le "grandi mostre" accolte nell'affascinante edificio neoclassico di Villa Olmo (che quest'anno vedrà protagonista Giovanni Boldini e i fasti della Belle Epoque), non sarebbe l'ora di aprire le porte anche ad esposizioni di ricerca, volte a ri-scoprire, approfondire e rivitalizzare i tesori ed i protagonisti di una città che è stata, ed è tutt'ora, uno dei fiori all'occhiello del movimento razionalista. Primo fra tutti Giuseppe Terragni, a cui si devono i più bei gioielli architettonici di Como e dei suoi dintorni (non solo la tanto osannata Casa del Fascio!). Ma ricordiamo qui anche il gruppo degli Astrattisti comaschi ed il futurista Antonio Sant'Elia, i cui disegni sono a tutt'oggi ben sigillati nei cassetti dell'omonimo archivio custodito presso la sede della Pinacoteca Civica.