Forse sono i sogni che non si realizzano a mantenere viva nel tempo la vena del desiderio.
Per l’intera vita Cesare Zavattini e Antonio De Curtis (in arte Totò) sognarono di realizzare un film sulla figura di Totò il buono. Il progetto non fu mai realizzato ma legò i due a perenne amicizia.

Ad esaltare Totò era l’idea che il protagonista doveva nascere sotto un cavolo tanto da scriverne, all’amico Cesare, in una accorata lettera vergata il 23 gennaio 1941.
Ma i casi della vita a volte scompigliano le carte.

Così “Totò il buono” vide la luce dalla penna di Zavattini prima come romanzo edito da Bompiani nel ’43, accompagnato dai disegni di Mino Maccari, poi in pellicola dando vita a “Miracolo a Milano” per la regia di Vittorio De Sica.

La trama di “Totò il buono” (Bompiani, pp. 110, Euro 20) inizia dalla vedovanza della Signora Lolotta e dalla sua piccola casa da dove si vedeva calare il sole sino alla linea dell’orizzonte, spettacolo al quale assistevano, invitati, anche i vicini di casa. Un giorno nel praticare la quotidiana cura nel suo altrettanto piccolo orto, la Signora Lolotta attratta dai vagiti che provenivano da sotto un cavolo sollevandolo trovò, colma di sgomento, un neonato.
Purtroppo la sua maternità fu breve così Totò a sei anni varcò la soglia di un orfanotrofio dal quale uscì giovinetto.

Da qui in poi la fiaba si fonde con la realtà dei poveri che vivono nella “baracchesi” ai bordi della città e il ricco di turno in una villa principesca.
Il punto di contatto e di conflitto tra i due mondi, rispettivamente incarnati dal proletario Totò e il capitano d’industria Mobic, è la scoperta di un giacimento di petrolio all’interno della “baracchesi”. Con un misto di violenza e corruzione Mobic riuscirà ad intaccare la purezza di alcuni abitanti del villaggio.

Ed è in tale frangente che Zavattini, con scrittura scevra da paludate tensioni stilistiche, introduce l’afflato del miracolo. Totò liberatosi dai tentacoli dell’avidità si leva in volo a cavalcioni di una scopa verso un paese dove “buongiorno” vuol dire veramente “buongiorno”.

 

PROMEMORIA: I LIBRI SI ACQUISTANO IN LIBRERIA

Cesare Zavattini “Totò il buono” – Bompiani, pp.110, Euro 10.

Mauro Bianchini