Gli scavi nelle terme antiche di ComoGli scavi nelle terme antiche di Como

Autosilo e archeologia – Strano connubio fra antico e moderno a Como: lo scorso venerdì 14 gennaio è stato inaugurato l'autosilo di Viale Lecco e nel week end per iniziativa della Soprintendenza per i beni Archeologici della Lombardia, è stato aperto al pubblico il sito delle terme romane, posto al piano terra del posteggio.

Storia di una rinascita – Nel 1971 lavori edili fra Viale lecco e Via Dante misero in evidenza otto ambienti di un edificio monumentale di epoca romana, interpretato come impianto termale, datato in base a confronti al I secolo d.C. L'area fu immediatamente sottoposta al vincolo archeologico e tramontarono i progetti edilizi, per lasciare spazio a un giardinetto. Pochi anni fa la Valduce Servizi Spa ha progettato la costruzione di un autosilo multipiano, accompagnato però dallo scavo di tutta l'area archeologica e dalla sua valorizzazione. I lavori, iniziati nel 2006, a cui sono seguiti il restauro delle strutture e lo studio dei reperti, hanno messo in evidenza nuovi ambienti, allargando l'estensione del sito. Un nuovo "pezzo"di Novum Comum viene così riconsegnato ai cittadini, completamente musealizzato e fruibile.

Le terme romane – Nel mondo romano le terme erano grandi edifici pubblici, dotati di ampie sale, dove era

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possibile lavarsi, eseguire esercizi ginnici: tipica era la presenza del frigidarium, locale dotato di vasche di acqua fredda, del calidarium, con bacini di acqua calda e del tepidarium, ambiente intermedio. Ma erano soprattutto un luogo di pubbliche relazioni, di socializzazione, dove nascevano alleanze politiche e amicizie. Le terme di Novum Comum si trovano fuori dalle mura romane, in una posizione all'epoca strategica, in un'area, cioè, priva di altri edifici e vicina al corso del torrente Valduce, da cui era possibile attingere acqua. Gli scavi hanno permesso di ricostruire la storia di questo edificio: i materiali, ceramiche e frammenti di intonaci, parlano a favore di una datazione al I sec.d.C.
Nel III sec.d.C. il complesso fu abbandonato, anche in seguito ad alcune inondazioni del Valduce. La sua ultima fase di vita fu nel V sec.d.C., quando divenne una necropoli, formata da una decina di tombe.

La musealizzazione – Lo scavo e la valorizzazione hanno permesso la creazione di una bella area archeologica, caratterizzata da un percorso superiore, la via di accesso all'autosilo, che permette la visione dall'alto. Esiste poi un percorso interno, fra i resti architettonici, dotato di due ambienti espositivi con vetrine che contengono alcuni reperti di scavo. Nel primo si possono ammirare ceramiche, intonaci, decorazioni in gesso, monete, a dimostrazione della vitalità del complesso; nel secondo si trovano i materiali legati alla necropoli, e spiccano due tombe alla cappuccina e una sepoltura infantile. Completano l'esposizione frequenti pannelli, alcuni dei quali si riferiscono ai momenti di scavo e di restauro.

E oggi? – Con questo sito Como ritrova un pezzo della sua storia, una storia lontana, ma che è in mezzo ai cittadini di oggi, in mezzo alla modernità. Il Futurismo cantava la velocità dell'automobile, simbolo di innovazione: e a Como, accanto a tutte le auto dell'autosilo, ecco spuntare un angolo di passato, le terme.