Street Art Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/street-art/ L'arte della provincia di Varese. Thu, 26 Jul 2018 12:06:08 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Street Art Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/street-art/ 32 32 Borse, writer dallo stile eclettico https://www.artevarese.com/borse-writer-dallo-stile-eclettico/ https://www.artevarese.com/borse-writer-dallo-stile-eclettico/#respond Sun, 29 Jul 2018 06:00:09 +0000 https://www.artevarese.com/?p=46215 Tra i nomi che lavorano silenziosi sui muri di Varese vi è, tra i più noti, quello di Borse, per gli amici Andrea Borsetto. Classe 1979, Andrea Borsetto non è soltanto un writer, ma è anche illustratore, designer e creative director. DINN, la società internazionale di design con sede a Milano deve a lui la […]

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Tra i nomi che lavorano silenziosi sui muri di Varese vi è, tra i più noti, quello di Borse, per gli amici Andrea Borsetto.

Classe 1979, Andrea Borsetto non è soltanto un writer, ma è anche illustratore, designer e creative director. DINN, la società internazionale di design con sede a Milano deve a lui la sua fondazione e non poteva essere altrimenti, essendo nato in una famiglia di ingegneri e progettisti: la creatività è sempre stata uno dei punti cardine della sua quotidianità.

Ma se oggi il suo nome è ben conosciuto, il Borse si è avvicinato al mondo dell’arte urbana in età adulta, come lui stesso ci dice: “C’è sempre stata attrazione e curiosità, specie verso le tag, ma è soltanto dopo la laurea che ho cominciato a disegnare sui muri. Avendo poi sempre usufruito di spazi legali, grazie a festival e commissioni, mi è mancata tutta quella parte di pittura illegale che, di norma, è parte del background artistico di molti miei amici e colleghi.”

Dai muri di Varese a quelli di buona parte del nord Italia, dove il writer si è destreggiato con il proprio operato, connubio di stili diversi. Si, perché lo stile di Borse è particolare e si adatta a qualsiasi tipo di supporto e a qualsiasi tecnica come un crescendo di sperimentazioni: dal muro al foglio, dalla china allo spray.

Un notevole contrasto che si può subito scorgere, ad esempio, tra le sue opere esposte a Caldana nella mostra “Sguardo sull’arte urbana” ed alcune colonnine elettriche realizzate in Varese tramite il concorso indetto da WG ART e la galleria Punto sull’Arte.

“Se dovessi scegliere una parola per descrivere il mio stile, sceglierei: eclettico. Una parola che unisce tante cose diverse dalle ambientazioni di tipo realistico alla grafica fino al lettering.” E se lo stile è eclettico, anche le fonti d’ispirazione attorno all’artista sono molteplici “Per l’ispirazione dipende dal disegno e dal lavoro che devo realizzare. Certo è che mi piace molto la scuola tedesca, per quanto riguarda i graffiti, per la loro tecnica pulita, precisa, con lavori che abbracciano quasi il vettoriale. Grande fonte d’ispirazione è poi il mondo dei fumetti, lo adoro, specie la Disney e Cavazzano.”

Arte urbana che incontra la grafica.

Arte urbana e paesaggio.

Attimi quotidiani, progetti.

Arte urbana che si mischia ad altri supporti, li incontra, li fa propri.

Arte urbana su strada e nella rete, dove Borse sfoggia le sue qualità e mostra il suo mondo con opere vecchie e nuove.

“Le mie opere sono ben visibili online, sulla mia pagina Instagram (@ilborse)” dice Andrea “ma se qualcuno volesse vederne qualcuna dal vivo gli direi di iniziare dai sottopassi varesini nei pressi di viale Europa”

 

Ileana Trovarelli

 

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Cristian Sonda e l’Arte Partecipata https://www.artevarese.com/cristian-sonda-e-larte-partecipata/ https://www.artevarese.com/cristian-sonda-e-larte-partecipata/#comments Tue, 17 Jul 2018 18:49:39 +0000 https://www.artevarese.com/?p=46034 Muovendosi per l’hinterland milanese e nel varesotto, specie in giornate uggiose, può capitare di imbattersi in punti di colore che accendono non solo il panorama, ma anche l’umore. Rilassare e riflettere: ecco, i lavori di Cristian Sonda fanno proprio questo effetto. Classe 1976, Cristian nasce a Milano e dal 1991 inizia a fare dei muri […]

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Muovendosi per l’hinterland milanese e nel varesotto, specie in giornate uggiose, può capitare di imbattersi in punti di colore che accendono non solo il panorama, ma anche l’umore.

Rilassare e riflettere: ecco, i lavori di Cristian Sonda fanno proprio questo effetto. Classe 1976, Cristian nasce a Milano e dal 1991 inizia a fare dei muri il suo tavolo da lavoro.

“Non so come sia nato l’artista, dipingo sui muri dal 1991, da quando ero adolescente” racconta “volevo esprimermi, divertirmi, mettermi alla prova e stimolare la mia competizione, così ho cominciato a sviluppare figure interessanti, che trovarono poi un riscontro di pubblico. Da qui le mostre, come quella al PAC di Milano nel 2007, trasformando il mio lavoro piano, piano, naturalmente e inaspettatamente. Ora mi chiamano artista, se fosse stato per la carica e le motivazioni lo sarei stato anche da adolescente, ma forse non lo sono neppure ora. In realtà poco mi interessa, quel che mi preme è esprimermi attraverso la pittura, trasmettere il mio immaginario, non ho mai cercato medaglie o titoli.”

Pittate semplici, mostre, progetti, è come una grande tavolozza che prende colore, che si riempie di occasioni. Cristian fa del capoluogo lombardo la sua tela principale, ma i suoi lavori si possono vedere in tutta la penisola.

“Mi nutro di immagini e contemporaneità, quindi non ho un punto di riferimento, un centro del cerchio. Attraverso il mio stile cerco di raccontare concetti, di suscitare emozioni e riflessioni, forse è per questo che non mi identifico in nessuno stile” dice l’artista “Ho inventato uno stile pittorico semplice e accattivante. Posso definirlo uno stile ingannevole da un certo punto di vista: le forme e i colori nella loro semplicità sono studiati per trarre in inganno lo spettatore, specie quello che si approccia per la prima volta al mio lavoro. Ci si trova immersi  in un mondo che evoca sensazioni di tranquillità, che ricorda fiabe e ricordi anni 80, una sorta di angolino rassicurante della memoria dove nulla di brutto può accadere, ma è quasi sempre il contrario di quello che appare. I miei dipinti raccontano di problemi contemporanei, politica e frustrazioni degli uomini e dei tempi moderni.”


Incentrandosi sulle tematiche sociali Sonda pone l’interrogativo oltre che l’attenzione sulle problematiche che affliggono il mondo di oggi. Il suo non è solo un dialogo con il colore, ma anche con le persone, un coinvolgimento per fare entrare nel vivo del problema le persone comuni.

Sono molti i lavori in solitaria, così come molte le collaborazioni con altri artisti, come quella con Bros, ma è con i workshop che si crea maggiormente questa interazione tra artista, contemporaneità e persone. Proprio grazie ad uno di questi progetti collettivi sui muri di Castellanza, qualche mese fa, è stato realizzato un murales sull’acqua, sulla sua risorsa e l’inquinamento di quest’ultima.

“Il progetto Arte Partecipata nasce nel 2012, in maniera casuale ed in risposta ad un muro con dipinte delle svastiche. Insieme ad un gruppo di educatori e professionisti decidemmo di restaurare il muro coinvolgendo ragazzi e cittadinanza, utilizzando l’arte per trasmettere valori e, in qualche modo, educare. Fu un successo strepitoso e fu il primo progetto di street art partecipata in Italia, con un grande risvolto mediatico. Ad oggi il progetto va avanti. Arte Partecipata è una scelta e MAI un’opportunità. Dipingere con la gente è il mio modo di esprimermi attraverso l’arte, una sorta di marchio di fabbrica. Il dipinto diventa il vettore di un progetto lungo mesi, la parte conclusiva di un lungo lavoro di collaborazione, non meno importante delle fasi progettuali e didattiche.”

Muri, progetti, pubblicazioni, la frequentazione dello IED ed i cambiamenti espressivi, questo e molto altro fa parte del bagaglio culturale di Sonda, uno tra i pionieri di quella che è stata la street art.

“Nel 2003 ci chiamavano quelli che fanno le cose strane perché andavamo oltre ai semplici spray, utilizzando pennelli, stencil e poster. Ad oggi la street art è notevolmente cambiata e non si dovrebbe neppure chiamare così, a mio parere, perché non è neanche un pallido ricordo di quello che fu.”

 

Ileana Trovarelli

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Urban Solid: quando la scultura scende in strada e parla https://www.artevarese.com/urban-solid-quando-la-scultura-scende-in-strada-e-parla/ https://www.artevarese.com/urban-solid-quando-la-scultura-scende-in-strada-e-parla/#respond Sat, 07 Jul 2018 10:47:40 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45962 Imbattersi in graffiti e opere murali è ormai all’ordine del giorno quando si passeggia per le vie delle città. I muri, infatti, sono vere e proprie gallerie d’arte a cielo aperto ed ospitano diverse categorie di urban art, dalle opere commissionate ai graffiti spray e fuggi, ma questo mondo è ricco di sorprese e sfumature […]

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Imbattersi in graffiti e opere murali è ormai all’ordine del giorno quando si passeggia per le vie delle città. I muri, infatti, sono vere e proprie gallerie d’arte a cielo aperto ed ospitano diverse categorie di urban art, dalle opere commissionate ai graffiti spray e fuggi, ma questo mondo è ricco di sorprese e sfumature e gli Urban Solid sono una venatura di colore acceso in questo contesto artistico.

Alto Milanese, Busto Arsizio, ecco dove operano i due artisti, amici da una vita, Riccardo e Gabriele. E qui, nel loro studio, prendono vita le loro idee prima di prendere forma solida e venire piazzate nelle strade delle città italiane ed europee, più o meno conosciute.

“Il progetto e il nome Urban Solid nascono nel 2009” racconta Gabriele “Il tutto nasce da un’amicizia che dura fin dai tempi delle scuole elementari. Sia io che il mio socio Riccardo abbiamo frequentato Brera; lui il corso di pittura, mentre io quello di decorazione, avvicinandoci alla scultura durante questi anni universitari, scoprendo la voglia di sperimentare diverse tecniche.”

È a Milano che iniziano a sperimentare e a creare la loro galleria urbana a cielo aperto, lasciando diversi solidi specie in zona Tortona e Porta Genova come, per esempio, i padiglioni auricolari che denunciano l’inquinamento acustico.

“Volevamo uscire allo scoperto. Volevamo dire la nostra opinione e l’idea di abbandonare solidi in giro per la strada era il nostro modo di comunicare il nostro pensiero: un’esigenza comunicativa a sfondo sociale.”

Dal capoluogo lombardo alle grandi capitali europee il passo è breve. Il nome degli Urban Solid, così come le loro opere, è ben conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. Parigi, il Lussemburgo, Londra, dalla quale sono da poco tornati, sono soltanto alcuni dei luoghi in cui i due artisti hanno fatto saggiare la loro creatività urlando contro il cielo.

Quotidianità, satira, denuncia, è questo che vogliono comunicare e questo arriva all’attento osservatore che, dopo una passeggiata all’ombra dei palazzoni o una pesante giornata lavorativa, è colto da questi messaggi forti su strada. Arte plastica che parla, che urla contro gli stereotipi, ecco una probabile definizione del loro lavoro. Solidi, sculture, ma anche altre tecniche, in continua sperimentazione ma, come conferma Gabriele “Abbiamo sempre usato le bombolette, specie per colorare le nostre opere, ma in strada esponiamo solo ed esclusivamente sculture prendendo ispirazione da tutto quello che ci è attorno ed è all’ordine del giorno: media e quotidianità.”

Ma se la strada è la loro galleria a cielo aperto, non mancano le collaborazioni con gli spazi chiusi, come aziende e gallerie d’arte, sia in ambito locale, che europeo.

“Mostre ne facciamo, una delle ultime è stata quella organizzata a Villa Brentano di Busto Garolfo, per noi è un modo come un altro per farci conoscere ed esporre il nostro lavoro in ambienti chiusi. Abbiamo poi molti progetti e molte collaborazioni attive, come quella legata agli Urban Coin in cooperazione con un’azienda informatica di Busto Arsizio.”

Quando si parla degli Urban Solid è impossibile non pensare alle loro opere più comuni e note: i manichini dei supereroi o a quelli di Adamo ed Eva. Gabriele, però, racconta di essere legato alle loro prime opere:
“È difficile scegliere un’opera, dire a quale sei più legato, ma se ci penso un attimo direi le prime sculture, specie la testa che emerge dall’asfalto con le dita.”

 

Ileana Trovarelli

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Seacreative: storie e volti della Street Art a Varese https://www.artevarese.com/seacreative-storie-e-volti-della-street-art-a-varese/ https://www.artevarese.com/seacreative-storie-e-volti-della-street-art-a-varese/#respond Mon, 25 Jun 2018 11:21:28 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45751 Seacreative. Con un nome così il rimando al mare è molto più che diretto, specie se alcuni lavori murali danno vita a personaggi legati alla sfera marinesca, ma Fabrizio, il volto dietro a questa particolare tag, assicura che è soltanto un caso il riferimento, aprendo il nostro incontro ridendoci un po’ su. “Sea lo si […]

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Seacreative.
Con un nome così il rimando al mare è molto più che diretto, specie se alcuni lavori murali danno vita a personaggi legati alla sfera marinesca, ma Fabrizio, il volto dietro a questa particolare tag, assicura che è soltanto un caso il riferimento, aprendo il nostro incontro ridendoci un po’ su.

“Sea lo si legge all’italiana, sia il suo significato inglese, sia il fatto che io disegni, ogni tanto, personaggi legati a mare e marinai è un puro caso.”

Fabrizio Sarti nasce nel 1977 a Varese, vivendo poco la città e maggiormente la provincia, dove compie studi artistici e si avvicina al mondo del graffitismo negli anni ’90. “Ho iniziato da ragazzino con i graffiti e le bombolette spray” racconta “Ai tempi i muri presi in considerazione erano tutti supporti illegali. Dopo dieci anni ho smesso con gli spray, ma ho continuato a disegnare, arrivando a pubblicizzare il mio sito con stickers sparsi in ogni dove.”

È tramite la cosiddetta Stickers Art, che Sea fa conoscere maggiormente il suo nome ed il suo operato, iniziando ad accantonare le bombolette spray per i pennelli e gli acrilici, una sperimentazione che lo riporterà a contatto con le tecniche che aveva studiato e sperimentato al liceo artistico e gli permetterà di esprimersi maggiormente attraverso gli occhi grandi dei suoi personaggi, capaci di trasmettere le più svariate sensazioni: dalla malinconia alla felicità; dallo stupore alla tranquillità.

“Dopo lo spray sono passato subito ai pennelli, sviluppando così una sorta di tratto fumettoso e pulito, trasportandolo prima sul foglio e poi sul muro. Facendo poi character design, non seguo un particolare stile.”

Se il punto di partenza di Sea, come quello della maggior parte dei writer, sono stati i muri di periferia e delle fabbriche abbandonate, oggi il suo è uno di quei nomi che viene chiamato quando le amministrazioni comunali o le associazioni culturali si muovono per dare colore alle proprie città. I festival della street art, innumerevoli progetti culturali urbani, hanno portato l’artista varesino a viaggiare in tutta Italia, oltra che a Varese e dintorni, e molti dei suoi lavori si possono ammirare, per esempio, a Genova, a Varallo Sesia e ad Ancona.

“C’è una sottile linea tra graffiti e nuovo muralismo. Per fare un muro di stampo illegale devi andare in esplorazione, il tempo è poco e sei sempre sull’attenti durante il lavoro. I festival, invece, danno all’artista l’opportunità di allargarsi e di sperimentare, anche con mezzi meccanici, su muri di notevoli dimensioni, ma se il tempo in questo caso è molto, il difficile per i committenti è trovare i fondi. Ciò che è stato fatto a Varese, per esempio, a livello di arte urbana, lo dobbiamo ai festival e alla disponibilità di alcune persone.”

Parlando poi dei progetti, Sea racconta di avere l’agenda piena: “Sono molti i progetti attivi e quelli da poco terminati. Ho lavorato a delle locandine per il comune di Luino e per un lavoro indetto da Michelin. Per quanto riguarda i progetti murali sto aspettando di partire per Varallo Sesia, dove ho già lavorato qualche anno fa dipingendo il Marcantonio, la maschera principale del loro carnevale. Ora, l’obbiettivo è quello di riunirlo con la Cecca, la sua controparte femminile.” 

Il mondo di SeaCreative è un mondo che racconta tante storie, dando vita ogni giorno ad un personaggio diverso con uno sguardo mite, capace di dire tutto o niente in quel mondo frenetico della quotidianità urbana.

 

Ileana Trovarelli

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“Sguardo sull’Arte Urbana”: sei artisti per la Street Art https://www.artevarese.com/sguardo-sullarte-urbana-sei-artisti-per-la-street-art/ https://www.artevarese.com/sguardo-sullarte-urbana-sei-artisti-per-la-street-art/#respond Sun, 24 Jun 2018 09:33:43 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45735 “Spazio ai giovani e alle nuove forme d’arte in questo piccolo spazio che è stato chiuso per settant’anni” inizia con queste parole l’inaugurazione della mostra Sguardo sull’arte urbana, allestita al Teatro Soms di Caldana,  sede della società operaia del mutuo soccorso. La mostra  sulla street art è visitabile il sabato dalle 15.30 alle 17.30, dal […]

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“Spazio ai giovani e alle nuove forme d’arte in questo piccolo spazio che è stato chiuso per settant’anni” inizia con queste parole l’inaugurazione della mostra Sguardo sull’arte urbana, allestita al Teatro Soms di Caldana,  sede della società operaia del mutuo soccorso.

La mostra  sulla street art è visitabile il sabato dalle 15.30 alle 17.30, dal 23 giugno al 10 agosto, ed è la quarta parte, quella più giovane, della rassegna artistica “Il palpito del colore” che vede mostre presso il Museo Bodini di Gemonio, il Museo Salvini di Cocquio Trevisago e la Villa Frascoli Fumagalli di Laveno.

“Questa mostra è l’ultimo tassello della rassegna che affronta l’esposizione delle opere di artisti del territorio varesino attivi nel ‘900” dice la curatrice Chiara Gatti  “il tutto si colloca in tre fasce specifiche: inizio secolo, secondo dopoguerra, artisti contemporanei. All’appello, quindi, mancavano i giovanissimi ed abbiamo così voluto provvedere.”

L’arte urbana su tela, su foglio, su supporti diversi dal muro, ecco quanto è esposto sui pannelli presenti nella sala teatrale, “un modo per esplorare  quasi a trecentosessanta gradi il lavoro ed il mondo degli artisti che lo compongono”, come accenna anche Fabrizio Sarti, in arte SeaCreative, che si è occupato della parte grafica della mostra.

Uno sguardo sull’arte urbana, un nome scelto mettendosi dal punto di vista dell’osservatore che prende visione, quasi da lontano e in silenzio, di una minima parte del grande lavoro, come una semplice macchia di colore su una grande tavolozza.

Esposti a Caldana i lavori di sei artisti ben noti sul territorio varesino: Andrea Ravo Mattoni, SeaCreative, Vine, Sten, Borse, Refreshink. Alcuni noti per grandi opere murarie, altri conosciuti per opere più nascoste, come quelle realizzate sulle cabine semaforiche e le colonnine elettriche.

“La street art viene sempre vista come un’arte da giovanissimi, ma gli artisti che sono qua non sono proprio giovanissimi direi. Ognuno ha già un percorso alle proprie spalle, iniziato tanti anni fa attraverso il discorso della strada e poi attraverso una naturale evoluzione fatta di mostre, gallerie e supporti diversi da quello che è il muro” dice Ileana Moretti dell’Associazione WgArt, che da anni è parte attiva per la promozione dell’arte urbana sul territorio varesino e, in questa occasione, organizzatrice della mostra insieme alla Soms di Caldana.

Si scopre poi dalle sue parole che, oltre all’esposizione, doveva esser realizzata  un’opera muraria all’aperto “Questa mostra doveva essere combinata da quella che è un’opera esterna su muro, che al momento non si è potuta realizzare, ma che speriamo di fare presto, perché l’arte urbana è proprio un qualcosa che viene realizzato ed è fruibile da tutti.”

Il character design di SeaCreative, il design di Vine, il caravaggesco Ravo, il bianco e nero di Borse, il realismo di Refreshink e l’arte del tattoo di Sten. Sei artisti, diverse esperienze, diversa formazione ma, nonostante ciò, ogni loro opera, dalla più piccola a quelle più grandi, è in grado di emozionare anche con il minimo particolare.

 

Ileana Trovarelli

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Stralci di Street Art a Varese e provincia https://www.artevarese.com/stralci-di-street-art-a-varese-e-provincia/ https://www.artevarese.com/stralci-di-street-art-a-varese-e-provincia/#respond Mon, 11 Jun 2018 16:40:29 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45508 Muri concessi, muri privati, muri liberi, zone autogestite, palazzi, centraline. Sono solo alcuni dei supporti dove regna la street art, dove i graffiti prendono vita. Varese e la sua provincia ospitano un quantitativo notevole di opere e, se si volesse intraprendere un tour per questa rete museale urbana a cielo aperto, molti sono gli artisti […]

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Muri concessi, muri privati, muri liberi, zone autogestite, palazzi, centraline. Sono solo alcuni dei supporti dove regna la street art, dove i graffiti prendono vita.

Varese e la sua provincia ospitano un quantitativo notevole di opere e, se si volesse intraprendere un tour per questa rete museale urbana a cielo aperto, molti sono gli artisti che ci accompagnerebbero.

Il tour riguarderebbe non soltanto le zone industriali o i luoghi dismessi ma, se imparassimo ad alzare gli occhi dai nostri smartphone, ci accorgeremmo che anche nel centro cittadino, in luoghi in cui non penseremmo mai, l’arte urbana è sempre dietro l’angolo.

Un esempio è proprio la città di Varese che in via Robbioni, a pochi passi dal Comune, ospita opere di Seacreative, Melì e  JooWasHere della Howler Monkey Cru, di notevoli dimensioni. Alcune di queste ornano i muri di Substrato, il locale che ha da poco riaperto i battenti grazie ad Ileana Moretti dell’Associazione Wgart e che per cultura, idee artistiche e street art spezza una lancia in favore e, se all’esterno i nomi citati prima la fanno da padrone, all’interno spicca un’opera di Ravo Mattoni, il writer che insegna la storia dell’arte sui muri.

Altre opere di Ravo e Seacreative sono presenti presso il sottopassaggio che conduce al centro commerciale Belforte, mentre se si vuole uscire dal tessuto urbano, rimanendo comunque in provincia di Varese, Ravo Mattoni allieta la vista dei passanti  con le sue riproduzioni caravaggesche e non a Leggiuno e ad Angera, mentre Seacreative ha da poco realizzato dei murales presso la biblioteca di Ponte Tresa.

Lo stadio di calcio del Varese è in altro dei punti da prendere in considerazione quando si parla di street art locale, lungo il suo perimetro si scorgono opere di writer più o meno noti, come Pao con uno dei suoi pinguini e le scritte gotiche di Ste&Anna; per non parlare poi dei sottopassaggi delle stazioni e di quelli sotto viale Europa o delle colonnine elettriche che hanno preso colore ultimamente, dipingendo la città come fosse una grande tela.

Esistono, poi, i luoghi abbandonati, quelli che un tempo erano il motore dell’industria, quelli che ospitavano migliaia di operai e che oggi rimangono in balia di ruggine e vegetazione. È qui che i writer danno il meglio di sé, utilizzando questi come veri, propri e personali art studios.  È qui che si respira l’odore della vernice, dove si possono scorgere non soltanto i lavori finiti, ma anche qualche schizzo preparatorio, un modo in più per conoscere le anime dietro lo spray.

 

 

Le fornaci di Caldè, la cartiera di Cairate, il centro sociale Telos di Saronno, sono solo alcuni di questi luoghi, dove i muri sembrano anche trovare una sorta di dialogo tra loro, come si scorge tra quelli di Busto Arsizio e  Saronno.

“Sogna, ma non dormire” dice il primo.

“Si crea, non si ricalca” il secondo.

Perché le cinta urbane raccolgono stralci di una vita frenetica , rappresentanti di un’arte che prima urla contro al cielo, incosciente del tempo che le rimane perché un minuto dopo potrebbe essere sparita.

Ileana Trovarelli

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Cabine d’Arte https://www.artevarese.com/cabine-darte/ https://www.artevarese.com/cabine-darte/#respond Thu, 07 Jun 2018 11:53:08 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45464 Varese – Questa sera, 7 giugno, dalle 18 alle 21 alla Galleria Punto sull’Arte a Varese – Casbeno è in programma il Vernissage della mostra CABINEd’ARTE – I Edizione. La mostra è il punto conclusivo del progetto sulla decorazione artistica delle cabine semaforiche nato grazie alla collaborazione tra la Galleria Punto sull’Arte, il Comune di Varese e l’Associazione […]

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Varese – Questa sera, 7 giugno, dalle 18 alle 21 alla Galleria Punto sull’Arte a Varese – Casbeno è in programma il Vernissage della mostra CABINEd’ARTE – I Edizione.

La mostra è il punto conclusivo del progetto sulla decorazione artistica delle cabine semaforiche nato grazie alla collaborazione tra la Galleria Punto sull’Arte, il Comune di Varese e l’Associazione Wg Art sul tema: “Varese, tra giardini, laghi e monti”.
Le cabine semaforiche, da elementi anonimi all’interno dello spazio urbano, sono state elevate a tele d’ artista e affrontate con differenti tecniche e prospettive dagli artisti in gara.

Attraverso una votazione on-line sono state raccolte più di 4.200 preferenze e sono stati nominati 3 vincitori che saranno ora i protagonisti della mostra finale in galleria: Andrea Borsetto detto Il Borse, Luca Sten Barachetti e Gioele Bertin.
Insieme a loro, anche tutti gli altri partecipanti presenteranno un’opera unica realizzata su carta appositamente per l’evento e legata al progetto di decorazione delle cabine semaforiche.
Un catalogo illustrativo dell’intero progetto artistico comprensivo delle immagini di tutte le cabine realizzate sarà inoltre presentato nel corso della serata.

Elenco di tutti i partecipanti: Erika Baggini, Gioele Bertin, Fausto Bianchi, Alessio Bolognesi, Cecilia Castelli, Erre.D.E. (Riccardo Degli Emili), Davide Ferro, Francesca Galli, Il Borse (Andrea Borsetto), Kler (Marco Clerici), Antonella Lelli, Daniela Lumastro, Francesca Melina, Giorgia Oldano, PeterHide 311065 (Franco Crugnola), Refreshink (Giovanni Magnoli), Raffaele Riccioli, Davide Saibene, SeaCreative (Fabrizio Sarti), Spa-Bmb (Enrico De Carlo), Ste-marta (Marta Salvi), Sten (Luca Barachetti), Tanayaki (Giacomo De Giorgi), Tiziana Terrana, Luigi Vine Semeraro, Yux (Pier Ugo Giorgini) e 3Vetro (Enrico Matteo Zanini).

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Quattro giorni di Live Painting a Varese https://www.artevarese.com/quattro-giorni-di-live-painting-a-varese/ https://www.artevarese.com/quattro-giorni-di-live-painting-a-varese/#respond Thu, 24 May 2018 10:47:06 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45237 Il progetto URBAN CANVAS promosso dall’associazione Wg Art.it in collaborazione con il Comune di Varese, ospita da mercoledì 23 a sabato 26 maggio, alla rotonda Gaggianello, l’artista GIOELE BERTIN insieme a FRANCESCA MELINA della Howler Monkey Cru. Questa tappa è stata fortemente voluta dalla Galleria PUNTO SULL’ARTE, che collabora come organizzatore e sponsor a questa […]

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Il progetto URBAN CANVAS promosso dall’associazione Wg Art.it in collaborazione con il Comune di Varese, ospita da mercoledì 23 a sabato 26 maggio, alla rotonda Gaggianello, l’artista GIOELE BERTIN insieme a FRANCESCA MELINA della Howler Monkey Cru.

Questa tappa è stata fortemente voluta dalla Galleria PUNTO SULL’ARTE, che collabora come organizzatore e sponsor a questa fase del  progetto in quanto GIOELE BERTIN è stato il vincitore del Premio Speciale Galleria PUNTO SULL’ARTE, riconosciuto in occasione della Prima Edizione del Premio “Be Natural Be Wild”, Concorso Nazionale di Pittura 2017 dedicato alla natura presentato in occasione del Festival “Selvatica” di Biella.

Contemporaneamente al live painting la Galleria PUNTO SULL’ARTE avrà in esposizione nelle sale di Viale Sant’Antonio alcune opere di GIOELE BERTIN.

La Howler Monkey Cru nasce nel 2015 dal tentativo di due artisti biellesi, Gioele Bertin (JOO) e Francesca Melina (MELI’), di portare le proprie opere in strada. Si avvicinano all’arte urbana inizialmente puntando a una riqualificazione nello specifico del patrimonio industriale biellese e, successivamente, sperimentando processi di coinvolgimento e partecipazione sociale. Obiettivo comune ai due artisti è la sensibilizzazione nei confronti dei loro concittadini riguardo al significato e alle potenzialità dell’arte urbana. Sviluppano quindi vari generi di percorsi per mettere direttamente all’opera coloro che vivono le varie realtà in cui intervengono.

I primi contatti con l’ambiente dell’arte urbana sono stati resi possibili dalla collaborazione attiva con il FAI (Fondo Ambiente Italiano) Giovani di Biella. Proprio durante le Giornate di Primavera infatti, hanno realizzato due opere murarie sulle pareti di una delle tante fabbriche dismesse del biellese che oggi ospita Teatrando, associazione ricerca e spettacolo.

In seguito a questo primo contatto si è sviluppato il progetto FAW, Fai Art Wall, che ha visto il coinvolgimento del Lanificio Fratelli Botto a Miagliano. A seguito di un percorso con chi oggi attualmente ha rimesso in funzione la fabbrica, ispirandosi alla storia plurisecolare del complesso, hanno ideato “Le Tre Sorelle”. Andando a rigenerare una parete della fabbrica e l’area verde ad essa antistante, hanno iniziato la duratura collaborazione con un Colorificio presente sul territorio specializzato nel trattare prodotti specifici utilizzati per interventi su edifici storici nel rispetto dell’ambiente e finalizzati alla salvaguardia del muro.

Uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo delle opere è da sempre stata l’attenzione nell’utilizzo di materiali eco-compatibili a causa anche dell’influenza esercitata dalla Fondazione Pistoletto con cui da anni i due artisti collaborano.

Una delle prime collaborazioni è stata con l’Istituto G. & Q. Sella di Biella dove hanno sviluppato un percorso con gli studenti che ha portato all’elaborazione di alcuni bozzetti a partire da riflessioni sull’ambiente scuola. Successivamente questi sono stati realizzati dai ragazzi sulle pareti esterne dell’edificio con l’aiuto e la supervisione della crew.

Altro progetto che ha visto il coinvolgimento di un plesso scolastico del territorio, è stato il Progetto COLORE svoltosi nel 2017 in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Mongrando. Seguendo un iter simile, sono stati effettuati una serie di incontri con le classi terze al fine di sensibilizzare i ragazzi e trarre degli spunti per la realizzazione dell’opera da una serie di esercizi di scrittura creativa svolti. La realizzazione dell’opera ha visto il coinvolgimento attivo della cittadinanza che ha aderito con entusiasmo nella fase pratica del progetto.

La Howler Monkey Cru infatti, ha da sempre cercato di favorire tutte le collaborazioni che si profilavano all’orizzonte raccogliendo così l’adesione di alcuni membri che attualmente lavorano ancora attivamente nello sviluppo dei progetti.

I progetti sopracitati sono solo alcuni e i più importati svolti dalla fondazione della crew ad oggi. Lo sviluppo e la pianificazione di interventi professionali minori, pubblici e privati, è quotidiana e coinvolge tutto il territorio regionale puntando a un sempre maggiore ampliamento.

Ad oggi, hanno collaborato al progetto URBAN CANVAS i seguenti artisti : Urbansolid, Kraser, Domenico Romeo, AleSenso, Carmine Bellucci, Mr.Fijodor, Corn79, Centina, DissensoCognitivo, 108, Eleuro, Refreshink, Il Borse, Mr.Wany, Giorgio Bartocci, Giulio Vesprini, 1010, Etnik, Luigi Vine Semeraro, Never crew, Seacreative, Andrea Ravo Mattoni, Bosoletti, James Kalinda, Colectivo Licuado, David de la Mano.

Oltre a dipingere sui muri della città, la maggior parte di loro ha esposto durante la mostra “Disegni Urbani” al Castello di Masnago di Varese.

 

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Incontro con Cheone, artista distratto e writer del realismo https://www.artevarese.com/incontro-con-cheone-artista-distratto-e-writer-del-realismo/ https://www.artevarese.com/incontro-con-cheone-artista-distratto-e-writer-del-realismo/#respond Mon, 21 May 2018 14:20:54 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45118 Nel panorama della Street Art “locale” uno dei nomi più noti, che operano all’ombra degli skyline milanesi ed in buona parte dell’Altomilanese, per non parlare delle trasferte in tutta Italia, è quello di Cheone. Al secolo Cosimo “Cheone” Caiffa, classe 1979, nasce a Gallipoli ed all’età di nove anni si trasferisce con la famiglia in […]

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Nel panorama della Street Art “locale” uno dei nomi più noti, che operano all’ombra degli skyline milanesi ed in buona parte dell’Altomilanese, per non parlare delle trasferte in tutta Italia, è quello di Cheone.

Al secolo Cosimo “Cheone” Caiffa, classe 1979, nasce a Gallipoli ed all’età di nove anni si trasferisce con la famiglia in Germania dove, qualche anno più tardi, avviene il cosiddetto colpo di fulmine per quell’arte underground, urlatrice silenziosa e, a tratti, nascosta, comunemente denominata Street Art.

“Era il 1995 ed ero di ritorno da scuola. Avendo perso il pullman stavo tornando a casa a piedi, il che è stato un bene dato che è stato proprio mentre camminavo che mi sono imbattuto in alcuni ragazzi che stavano dipingendo con delle bombolette in un vicolo. Rimasi a guardarli per tutto il resto del pomeriggio, rimanendo affascinato dalle tecniche e dai colori. Ho voluto provare e da quel momento non mi sono più fermato.”

Ma se la folgorazione nei riguardi della Street Art avvenne sulla via di ritorno verso casa, non si può dire che fino a quel momento Cosimo non fosse interessato al mondo dell’arte. Grazie allo zio e ad un amico di famiglia, entrambi artisti ed amanti dell’arte, Cosimo apprende numerose tecniche, specie quelle legate alla pittura su tela, dimostrando non solo un grande interesse, ma anche una buona predisposizione per le arti figurative. Parlando con lui di artisti ed ispirazioni, ci rivela: “Devo dire che mi piace un po’ di tutto, ma un artista che mi fa rimanere a bocca aperta è Luciano Ventrone.”

In Germania inizia a realizzare i suoi primi lettering e proprio qui nasce il nome di Cheone che, come ci spiega l’artista: “non è altro che una semplice Tag che avevo scelto da ragazzo, lettere scelte a caso senza nessun significato.”

Infanzia, adolescenza, lettering e qualche studio figurativo nella terra per eccellenza di birra e crauti fino a che, per motivi personali, rientra in Italia e si stabilisce a Nerviano, in provincia di Milano.

“Se qualcuno volesse ammirare i miei lavori gli direi di partire da Nerviano. Qui ho la mia Hall of Fame e sperimento spesso.”

Il suo nome, grazie anche all’incontro con una crew di Rho, i Click Quimmoda, inizia a diventare noto in tutta la zona, soprattutto perché il lettering ha lasciato spazio ad una maggiore componente figurativa in grado di intrappolare e coinvolgere l’osservatore, provocando in lui le stesse emozioni di un quadro.

“Lo stile che sto studiando e portando avanti da un po’ è il fotorealismo, uno stile molto diretto allo sguardo di qualsiasi persona. “

Cheone, artista distratto, come si legge sulle sue pagine social. Una persona che ha imparato a cogliere l’attimo non solo catturandolo nelle proprie opere, ma anche vivendo il momento. “Di solito per staccarmi dal mondo esterno uso le cuffie per concentrarmi meglio, ma amo anche parlare con la gente e godermi la situazione.”

Un artista sempre in movimento. I suoi lavori si possono infatti ammirare in tutta Italia, da Milano a Gallipoli, in un viaggio introspettivo ai limiti del realismo, dove i dettagli prendono vita e l’artista dialoga con essi.

Profondità, spunti prospettici di un quotidiano raffigurato su muro o su tela. La lista dei progetti futuri è molto lunga e l’agenda di Cheone è ricca di impegni ma, nonostante ciò, l’artista non si scompone e ci saluta così: “Sono sempre pronto per una mostra personale, non saprei dire quando e dove, ma arriverà. Per quanto riguarda i progetti futuri ce ne sono tanti, così come molti sono quelli attivi, ma preferisco tenervi sulle spine e rivolgere un grazie di cuore a tutti coloro che mi seguono. Grazie, grazie!”.

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La Street Art: dalla protesta del ’68 a oggi https://www.artevarese.com/la-street-art-dalla-protesta-dal-68-a-oggi/ https://www.artevarese.com/la-street-art-dalla-protesta-dal-68-a-oggi/#respond Mon, 30 Apr 2018 10:38:11 +0000 https://www.artevarese.com/?p=44618 Street Art. Un’arte nata illegale, che molto spesso viene criticata o additata come atto vandalico. Un’arte che ha il potere di dividere l’opinione pubblica, che genera confusione e di cui non si ha ancora la piena consapevolezza. Ogni qualvolta ci troviamo a camminare per le vie delle città possiamo imbatterci in qualche muro più colorato […]

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Street Art.
Un’arte nata illegale, che molto spesso viene criticata o additata come atto vandalico. Un’arte che ha il potere di dividere l’opinione pubblica, che genera confusione e di cui non si ha ancora la piena consapevolezza.

Ogni qualvolta ci troviamo a camminare per le vie delle città possiamo imbatterci in qualche muro più colorato del solito, decorato con scritte, tag, murales o quant’altro appartenga alla grande famiglia dell’arte urbana.

Ma che cos’è la Street Art? Ha un’origine? Una propria storia?

Con questo termine si raccolgono tutti i generi che vengono impressi su parete o su altri supporti tipici del contesto urbano come, ad esempio, i cartelli e le installazioni stradali o le saracinesche dei negozi.

Il lettering, la Stencil Art, la Stickers Art, il muralismo urbano sono solo alcuni dei particolari stili che compongono questa galassia in continua evoluzione. La Street Art non è un movimento unitario, ma un’amalgama di stili sempre in crescita che racconta non solo la realtà che ci circonda, ma rende vivo lo stato d’animo del writer. Un’arte critica che urlando fa parlare di sé generando nello spettatore emozioni e pareri contrastanti.

Il 1968 fu il trampolino di lancio di questa espressione murale che, in linea con la protesta studentesca ed operaia, criticò l’ordine precostituito dell’arte e della cultura. In Francia, in quell’anno, apparve la prima testimonianza di Poster Art grazie alle opere di Ernest Pignon. Queste, realizzate su carta e poi applicate su muri della città, riproducevano a grandezza naturale figure della tradizione, fantasmi della storia, la memoria troppo spesso accantonata. Opere immense che hanno condotto l’artista, classe 1942, ad essere considerato oggi tra i pionieri di questa corrente.

Nella New York degli anni ottanta, Basquiat, Hambleton ed Haring diedero vita ai primi segni iconici su parete affiancando il lettering, che in città andava per la maggiore, ignari che queste raffigurazioni avrebbero reso grande il loro nome portandoli a lavorare in ogni dove. Noto, ad esempio, è il murales di Haring a Pisa.

Nel 1981 la tecnica dello stencil, nota oggi grazie a Banksy, iniziò a manifestarsi sui muri francesi, mentre sul finire degli anni ottanta si iniziò a parlare di Stickers Art con la prima opera di Obey.

 

In Italia il panorama della Street Art e dei writer è vasto come la stessa penisola. Si spazia, infatti, dai murales del marchigiano Blu a quelli di Neve e Cheone; dai progetti murali in collaborazione con comuni e musei di Andrea Ravo Mattoni e Alice Pasquini; dai pinguini di Pao ai Vermi di Rouge; dalla poesia urbana di Ivan Tresoldi a quella dei Poeti del Trullo fino alle stampate del Movimento per l’Emancipazione della Poesia; dagli omini che compongono la famiglia degli ExitEnter a quelli degli UrbanSolid.

Opere che si possono ammirare non solo nelle grandi città, come Milano, Roma, Bologna e Torino, ma anche in piccole realtà come quella di Civitacampomarano, in Molise, che dopo un grave spopolamento dovuto alle limitate vie di comunicazione, ha ripreso colore con numerose opere murali, e anche a Varese negli ultimi anni, grazie a una serie di interessanti iniziative.

Numerose sono poi le riqualifiche di vecchie aree che hanno portato interi quartieri cittadini – Tor Marancia a Roma e NoLo a Milano ne sono un grande esempio –  a divenire musei a cielo aperto.

La Street art non è vandalismo, ma una forma di espressione che si serve della città per dare vita alla sua tela.

 

Ileana Trovarelli

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