Giuseppe Langella Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/giuseppe-langella/ L'arte della provincia di Varese. Mon, 25 Jan 2021 09:52:52 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Giuseppe Langella Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/tag/giuseppe-langella/ 32 32 Carlo Betocchi a Giorgio Caproni https://www.artevarese.com/carlo-betocchi-a-giorgio-caproni/ https://www.artevarese.com/carlo-betocchi-a-giorgio-caproni/#respond Tue, 07 Apr 2020 16:45:25 +0000 https://www.artevarese.com/?p=55205 Gli auguri poetici del Prof. Giuseppe Langella che propone a noi tutti “per Pasqua auguri a un poeta” La poesia che Langella legge è di un grande poeta, Carlo Betocchi, ed è stata inviata come messaggio augurale all’amico poeta Giorgio Caproni. Buon ascolto  

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Gli auguri poetici del Prof. Giuseppe Langella che propone a noi tutti “per Pasqua auguri a un poeta”

La poesia che Langella legge è di un grande poeta, Carlo Betocchi, ed è stata inviata come messaggio augurale all’amico poeta Giorgio Caproni.

Buon ascolto

 

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L’era del post umano https://www.artevarese.com/una-nuova-creazione-ad-opera-delluomo-benvenuti-nel-iii-millennio/ https://www.artevarese.com/una-nuova-creazione-ad-opera-delluomo-benvenuti-nel-iii-millennio/#respond Thu, 04 Jul 2019 18:50:39 +0000 https://www.artevarese.com/?p=51487 Abbiamo incontrato Giuseppe Langella nei Chiostri bramanteschi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in un pomeriggio soleggiato e afoso, in sul finire di giugno. Il professore ci ha illustrato, con precisione e maestria, come si stia trasformando il linguaggio, e non solo quello poetico, evidenziando, soprattutto nell’ultimo secolo, i mutamenti irreversibili subìti con effetti […]

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Abbiamo incontrato Giuseppe Langella nei Chiostri bramanteschi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in un pomeriggio soleggiato e afoso, in sul finire di giugno. Il professore ci ha illustrato, con precisione e maestria, come si stia trasformando il linguaggio, e non solo quello poetico, evidenziando, soprattutto nell’ultimo secolo, i mutamenti irreversibili subìti con effetti già a far data dai primi anni duemila, epoca di un cambiamento incontrovertibile.

Scenari del nuovo millennio in corso

Siamo di fronte ad una nuova “creazione“ questa volta ad opera dell’uomo e dei suoi innumerevoli oggetti, manufatti, cose che hanno spinto le persone ad abbandonare le campagne per trasferirsi nelle megalopoli e, a vivere in modo sempre più accatastato, inurbato e artificiale; l’uomo si sta scordando della natura per vivere una seconda vita completamente dipendente dagli oggetti che diventato padroni assoluti della sua esistenza. In questo mutato scenario risiede un cambiamento antropologico che si manifesta appunto in un pensiero nuovo generato dal linguaggio che si è imposto.
Il Prof. Langella, che è anche poeta e saggista, ci fa notare come l’oggettofilia -così la chiamano i realisti terminali- che pone l’uomo in uno stato di sudditanza, abbia trasformato progressivamente la nostra esistenza sulla Terra, tanto che sociologi e filosofi già parlano di post umano…

Ma, andiamo con ordine. Cos’è il Realismo terminale?

i primi firmatari del Manifesto, 2014-Salone Internazionale del Libro- Torino

Il realismo terminale e il suo manifesto breve
R.T. nasce nel 2010, per mano del poeta Guido Oldani, che aveva pubblicato per i tipi di Mursia, il pamphlet dal titolo “Il realismo terminale”; il movimento artistico, omonimo, si fonda nel 2014 con il suo primo manifesto breve, dal titolo “A testa in giù” in quel di Torino, primi co-firmatari: Guido Oldani, Giuseppe Langella ed Elena Salibra.

Con R.T. è cambiata irreversibilmente la visione del mondo e quindi la poetica che ne consegue Ora la comprensione di ciò che ci circonda e quello di cui facciamo esperienza è quasi del tutto artificiale, viviamo in una “ II creazione ad opera dell’uomo stesso”, piena di artefatti, oggetti, cose che sono accatastati e inurbati insieme alle genti in queste spasmodiche megalopoli. Nel linguaggio di R.T. il II termine di paragone della similitudine che serve all’uomo per esprimersi, raccontando meglio la sua esperienza del mondo, non è più la natura, ma sono gli oggetti. Ad esempio non si scriverà più “Mi sento stanco come un fuco” ma piuttosto “Mi sento scarico come questo vecchio smartphone”. Nasce così una nuova figura retorica: la similitudine rovesciata, cifra stilistica per eccellenza degli artisti che aderiscono a R.T.

Un percorso tracciato dalla linea dantesca
Langella si sente, ironicamente, la spalla di RT e condivide con Oldani e il suo movimento già 10 anni di cammino. Partendo per missioni “impossibili” come quella di volare sul Parlamento Europeo e volantinare un documento scritto e redatto di loro pugno (quasi di dannunziana memoria, n.d.r.).Oldani-Langella in voloDocumento per il Parlamento Europeo

È un movimento che si pone sulla linea dantesca della poesia italiana, quella meno battuta forse perché più “impegnata”, rispetto alla petrachesca che invece è intimista e monostilistica. La linea dettata dal Sommo, infatti, è notoriamente plurilinguista, realista, con una tensione etica e lo sguardo acceso sul mondo, tanto da adeguare il proprio linguaggio al mondo stesso che la ospita.

Le antologie e gli atti che segnano il passo
La prima antologia poetica di R.T. curata da Langella per i tipi di Mursia arriva nel 2017 e si intitola “Luci di posizione”, nasce dopo un percorso di 4/5 anni di reclutamento dei poeti in essa contenuti: oltre agli stessi Oldani e Langella, vi sono inserite poesie di Marco Pellegrini, Giusi Cafàri Panico, Valentina Neri e Franco Dionesalvi.
Precedentemente, ed esattamente nel 2013, nasce “La faraona ripiena, una tappa fondamentale del movimento che si stava sviluppando intorno a Oldani; ingloba i contributi di diversi intellettuali, scienziati e naturalmente poeti: Barbero, Carboni, Carrera, Manca, Piscitello, Rimi, Sorrentino che si sono confrontati in quel di Cagliari, durante il festival internazionale “Traghetti di Poesia”, proprio sui temi proposti nel pamphlet del Decano Oldani. Ricordiamo che co-curatrice, e autrice, insieme a Langella, fu l’indimenticata Elena Salibra, recentemente scomparsa.

da CrocettiLa missione e i progetti futuri dei realisti terminali
I realisti terminali si trovano oggi in una fase di espansione, per esempio rispetto a 2 anni fa, ci racconta sempre Langella: essi hanno individuato una II ondata di poeti molto attivi e propositivi. Dopo l’estate uscirà un’antologia di narrativa, curata da Daniele Maria Pegorari, italianista dell’università di Bari. A galvanizzarli ulteriormente è la notizia che il decano Guido Oldani è in procinto di partire per la Cina dove riceverà un premio alla carriera.
Non da ultimo gli esuberati R.T. hanno in cantiere anche una rivista cartacea e stanno sviluppando contatti con studiosi ed esponenti scientifici, come per esempio il dialogo aperto con Angelo Turco, geografo, che sta lavorando sull’impatto ambientale della tecnologia. Infine, il movimento del R.T. è molto attivo all’interno delle scuole, in particolare la poetica proposta rientra appieno nei temi di cittadinanza e costituzione, materia che approda al nuovo esame di Stato.

È evidente quanto le trasformazioni, che hanno percorso a livello planetario la vita dell’uomo impattando sulla sua antropologia, abbiano prodotto appunto un nuovo linguaggio che già stiamo utilizzando senza farci caso e che sempre più modificherà la percezione del mondo in cui viviamo e le modalità con le quali ci esprimiamo. E la prima arte ad aver registrato questa variazione o anomalia non poteva che essere, per l’appunto, la poesia.

Luisa Cozzi

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«Amor mi mosse»: la letteratura italiana in 7 volumi https://www.artevarese.com/amor-mi-mosse-la-letteratura-italiana-in-7-volumi/ https://www.artevarese.com/amor-mi-mosse-la-letteratura-italiana-in-7-volumi/#respond Fri, 28 Jun 2019 09:24:52 +0000 https://www.artevarese.com/?p=51468 «Amor mi mosse» è una citazione dantesca dal secondo canto dell’Inferno, in cui Beatrice, venuta a sapere che Dante vacilla nella selva oscura, in preda allo smarrimento, scende nel limbo e prega Virgilio di soccorrerlo. «Amor mi mosse» richiama, per via suggestiva, la spinta segreta da cui scaturiscono le opere letterarie, quel desiderio intenso non solo […]

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«Amor mi mosse» è una citazione dantesca dal secondo canto dell’Inferno, in cui Beatrice, venuta a sapere che Dante vacilla nella selva oscura, in preda allo smarrimento, scende nel limbo e prega Virgilio di soccorrerlo. «Amor mi mosse» richiama, per via suggestiva, la spinta segreta da cui scaturiscono le opere letterarie, quel desiderio intenso non solo di espressione ma anche di relazione attiva e feconda tra autore e lettore.
Per questo l’espressione è stata scelta come titolo del nuovo manuale di letteratura italiana edito da Pearson, in sette volumi, a cui hanno concorso quattro professionisti di primissimo piano: il filologo romanzo Paolo Gresti, cresciuto alla scuola di Aldo Menichetti a Friburgo, Uberto Motta, responsabile del Dominio di Italiano, sempre a Friburgo, Pierantonio Frare, esperto di retorica e stilistica, e Giuseppe Langella, direttore all’Università Cattolica di Milano del centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Itali unita”.
Proprio Langella ha curato il volume sul Novecento caratterizzato da una interpretazione critica del secolo scorso che fa giustizia di tanti vecchi luoghi comuni, proponendo un canone di autori sicuro e una innovativa scansione in quattro campate.

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La faraona di Oldani che aveva riempito la giornata mondiale della Poesia https://www.artevarese.com/la-poesia-di-oldani-che-aveva-riempito-la-giornata-mondiale-della-poesia/ https://www.artevarese.com/la-poesia-di-oldani-che-aveva-riempito-la-giornata-mondiale-della-poesia/#respond Thu, 21 Mar 2019 15:04:09 +0000 https://www.artevarese.com/?p=49853 Fioriscono le maratone poetiche del 21 marzo, giornata che dà inizio alla primavera e che è dedicata alla celebrazione della Poesia, e in cui ArteVarese ha deciso di celebra un anniversario caro a Guido Oldani, padre del Realismo terminale. Sei anni fa, il poeta di Melegnano presentava «La faraona ripiena, bulimia degli oggetti e Realismo […]

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Fioriscono le maratone poetiche del 21 marzo, giornata che dà inizio alla primavera e che è dedicata alla celebrazione della Poesia, e in cui ArteVarese ha deciso di celebra un anniversario caro a Guido Oldani, padre del Realismo terminale.
Sei anni fa, il poeta di Melegnano presentava «La faraona ripiena, bulimia degli oggetti e Realismo terminale» insieme a Giuseppe Langella e a Elena Salibra, curatori della raccolta, e con Gualtiero Marchesi, che per l’occasione aveva cucinato una faraona ripiena.
Luisa Cozzi ripercorre, qui sotto, il libro che rappresenta una tappa fondamentale del Realismo terminale.

RESISTENZA PER VIA D’IRONIA

Medici, matematici, filosofi, antropologi e psicanalisti, oltre che critici e poeti, discutono del Realismo terminale di Guido Oldani. Il terzo millennio è iniziato sotto pessimi auspici. Abbiamo venduto l’anima agli oggetti che noi stessi ci siamo fabbricati, alienandoci completamente in essi. Quale può essere, oggi, il compito della poesia davanti a questa bulimia degli oggetti? Realismo terminale non significa resa incondizionata al loro strapotere, ma piuttosto rispecchiamento dialettico, resistenza per via d’ironia. Rigenerandosi, anzi, nella similitudine rovesciata, il linguaggio poetico può trarne addirittura beneficio.

PANDEMIA ABITATIVA E BULIMIA DEGLI OGGETTI

Dieci interventi di altrettanti specialisti per commentare «un agile ma assai sostanzioso libretto insieme saggio, pamphlet e manifesto letterario»: «Il Realismo terminale» del poeta Guido Oldani. Oldani nel suo testo del 2010 constatava la drammatica e allarmante proliferazione degli oggetti, dei prodotti, delle cose, e la crescente bulimia che ne deriva nei soggetti acquirenti (in tutti noi), inducendo falsi bisogni e falsi miti, vere dipendenze e vere distorsioni mentali. Nella “pandemia abitativa” che caratterizza la contemporaneità, con migrazioni di popoli interi verso ormai invivibili metropoli, l’oggetto è divenuto il miraggio da conquistare, la status symbol che gratifica e consola, che produce insieme ricchezza e miseria, rifiuti e lavoro, sovraffollamento e desertificazione. Deforma l’arte e le coscienze, convince a comportamenti imitativi, provoca complessi di inferiorità o esalta indifendibili egocentrismi. Gli studiosi che in queste pagine confrontano le loro riflessioni al riguardo propongono diverse interpretazioni filosofiche della nostra relazione con le cose. Se i quattro saggi finali (Salibra, Sorrentino, Carboni, Rimi) indagano acutamente la poesia di Oldani in relazione alla sua originale e persuasiva teoria del realismo terminale, gli altri si interrogano più approfonditamente proprio sulla mutazione culturale (o genetica?) intervenuta negli esseri umani riguardo al possesso degli oggetti, divenuti non più strumento ma quasi esclusivamente fine, e proposta di modelli di sviluppo cannibalistici e distruttivi. Quindi oggetto come «entità di transito da produttore al consumatore» (Manca); «veicolo di messaggio… dal valore segnaletico» (Piscitello); rassicurante-ottuso-inanimato-mai inquietante invito al consumo nel bell’intervento di Carola Barbero; simbolo di una pericolosa trasformazione socio culturale nei coltissimi e acuti saggi di Carrera e Langella. Stiamo diventando una “faraona ripiena”, e terminale?

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Il realismo terminale è la coscienza del terzo millenio https://www.artevarese.com/il-realismo-terminale-e-la-coscienza-del-terzo-millenio/ https://www.artevarese.com/il-realismo-terminale-e-la-coscienza-del-terzo-millenio/#respond Thu, 20 Dec 2018 20:15:51 +0000 https://www.artevarese.com/?p=48581 Al liceo classico Ernesto Cairoli di Varese il poeta Guido Oldani, insieme a Giuseppe Langella, hanno spiegato agli studenti la poetica del Realismo Terminale, movimento letterario che si fonda sulla similitudine rovesciata, il cui termine di paragone sta negli oggetti e non nella sfera naturale. Guido Oldani da Melegnano (Milano) è uno dei poeti più […]

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Al liceo classico Ernesto Cairoli di Varese il poeta Guido Oldani, insieme a Giuseppe Langella, hanno spiegato agli studenti la poetica del Realismo Terminale, movimento letterario che si fonda sulla similitudine rovesciata, il cui termine di paragone sta negli oggetti e non nella sfera naturale.
Guido Oldani da Melegnano (Milano) è uno dei poeti più autorevoli poeti al mondo: tradotto in tutti i continenti, ha saputo incidere sulla tradizione letteraria. La sua poesia è assimilabile alla linea dantesca, anziché a quella petrarchesca, che è risultata vincente, perché, come spiega Oldani, «in lei è sempre presente una riflessione ed una pensosità al di là dell’ironia che a volte traspare. È una poesia che non rifiuta né evita i significati, anzi a volte li promuove.
Oldani ha sintetizzato così il succo del Realismo Terminale: «Dopo il 2000, nel mondo, c’è più gente che vive nelle città che non fuori. L’accatastamento dei popoli è progressivo. Dunque, la distanza fra i corpi viventi e gli oggetti, a loro mescolati, è uguale a zero. Questo zero è il Realismo. Si chiama “Terminale” perché ovunque le popolazioni sono arrivate quasi a compimento del loro viaggio di sovrapposizione reciproca nelle città. La similitudine rovesciata è sempre esistita ma rara e senza nome specifico. L’ho dovuta denominare rovesciata, perché la sua presenza nel linguaggio oggi è imponente. Che vuol dire? In passato i paragoni erano soprattutto fra natura e natura. Ad esempio: «tu hai gli occhi azzurri come il mare», «tu hai la pelle bianca come la luna». Oggi, e i bambini lo sanno bene, è molto incrementato il confronto fra natura e oggetti, cui la natura stessa sembra voler somigliare sempre di più. Diremo allora: «sei veloce come un treno»; ancora: «lui è brutto come uno straccio»; «sei fastidioso come un tritacarne in funzione». Ecco detto: il secondo tipo di similitudine è la similitudine rovesciata e ci si può divertire a inventarne un’infinità. Mi pare semplice, no? Questo è il nostro tempo»

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