Torino – Verrà inaugurata il 9 maggio, alle 18, al Teatro di Palazzo Saluzzo Paesana, la mostra “Sintassi del Segno Sospeso“, personale di Maria Rosa Benso.La mostra a cura di Angelo Mistrangelo propone un percorso attraverso oltre trenta opere nelle quali, come sottolinea l’artista “prende forma un pensiero e un linguaggio di segni universale, misterioso, ipnotico, afferrando, talvolta, suoni di una musica sospesa”.
“Il segno – scrive il curatore – diviene storia, ricerca, immagine sospesa in atmosfere immateriali, in un alternarsi di impressioni che scandiscono il fluire inesausto del dato cromatico all’insegna di una interiore, e interiorizzata, interpretazione delle sottili e vibranti emozioni. La pittura esprime la magia della luce che accende le strutture, in una sorta di trama che si trasforma in sensazioni, ricordi e segnali che presiedono alla formulazione e formazione delle composizioni. Le pagine di un meditato astrattismo rivelano, in estrema sintesi, la persistente volontà di Maria Rosa Benso di fissare le tracce di un percorso che appartiene a una misurata gestualità manifestata in La materia del vento e Strutture fluttuanti. Una misura che nella mostra, allestita nell’ex Teatro del settecentesco Palazzo Saluzzo Paesana, appare caratterizzata da una sequenza di tavole che da una penetrante scrittura segnica approda a un discorso legato agli assemblaggi risolti con la delicata resa formale de Il peso delle nuvole, in cui le nuvole sembrano affiorare dalle lievissime atmosfere dei versi dello scrittore tedesco Hermann Hesse. Lievi e liriche suggestioni di una linea che definisce paesaggi della memoria, ripercorre desertici silenzi e gli impercettibili tratti di una stagione dell’esistenza rivisitata e ridefinita”.
Il gesto pittorico assume il valore di una personale, e talora inaspettata, visione d’insieme, dove si avverte il clima di un vitale colloquio con il tempo e la realtà, con le interiori intuizioni e la controllata interpretazione del “corpus” di opere astratto-informali che rappresentano, come suggerisce Adolfo Francesco Carozzi, una condizione, uno stato d’animo, un punto di convergenza, un atteggiamento.
Si coglie, di volta in volta, una vera e propria sintassi dei segni, una grammatica della raffigurazione e un segreto cifrario attraverso il quale “scoprire universi remoti, visceralità ancora inesplorate, mondi arcani”, come scrive Gillo Dorfles.
In questa dimensione, emerge con forza un linguaggio in continuo aggiornamento, che stabilisce connessioni e riferimenti con le esperienze contemporanee, tra disegno e materia, comunicazione e nuove tecnologie. Una comunicazione che fa parte del cammino della Benso lungo gli itinerari di una poetica che, secondo l’artista Alun Davies, esprime la coinvolgente esperienza di “lavori che sussurrano”.
La mostra sarà visitabile sino il 30 maggio. Orari al pubblico: da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19 con ingresso gratuito
Biografia dell’artista
Maria Rosa Benso ha iniziato a dipingere giovanissima frequentando l’atelier di Margherita Carena, allieva di Felice Casorati, e nel corso degli anni ha approfondito e trasformato la sua misurata e meditata ricerca pittorica grazie a percorsi di studi e professionali che, peraltro, l’hanno dapprima condotta in direzione diversa.
Dopo gli studi in Lingue e letterature straniere a Cà Foscari di Venezia e a Torino, dove si è laureata in Lingua e letteratura inglese, ha conseguito infatti la specializzazione in Letteratura Americana all’Università di Urbino e, sempre in ambito letterario, ha preso parte agli incontri e interventi sul teatro shakespeariano di Giorgio Melchiori, Sergio Perosa e Giorgio Strehler, mentre in ambito linguistico e semiotico ha seguito i seminari di Umberto Eco al Centro Internazionale di Studi Semiotici di Urbino.
Tale formazione l’ha condotta ad operare professionalmente per due decenni nel campo della linguistica applicata e, in particolare, nella progettazione e direzione di centri di formazione linguistica professionale d’avanguardia presso enti ed organizzazioni internazionali, ad intrattenere contatti con Centri di ricerca d’eccellenza quali Manchester Business School ed Edinburgh University (Gran Bretagna), Harvard University, Massachusetts Institute of Technology e Stanford University (Stati Uniti) e Beijing University, a Pechino, in occasione del “Fourth World Conference on Continuing Engineering Education” del 1989.
I numerosi viaggi e soggiorni in Paesi europei, Stati Uniti, Cina e Sud America le hanno permesso, nel contempo, di cogliere i diversi aspetti socio-culturali delle popolazioni e studiare i contenuti delle pagine creative, dall’Action Painting all’arte e scrittura araba e cinese, grazie inoltre allo studio di queste ultime due lingue.
In particolare, ha completato la propria formazione con corsi sulla “New York School” e sul collage e assemblage entrando, e lo è tuttora, in più stretto contatto con artisti e curatori del MoMA, Museum of Modern Art di New York.