
Sala dopo sala, grazie alla regia della Fundació Miró di Barcellona, oltre cento capolavori del maestro catalano raccontano la sua relazione con il medium artistico.
Artista dal temperamento taciturno e riflessivo, Joan Miró da ragazzo studiò economia come gli aveva imposto il padre, e durante il primo impiego come contabile in una drogheria, venne colpito da un esaurimento nervoso. Quindi, a 18 anni, decise di lasciare quel lavoro e di cambiare vita per dedicarsi all'arte a tempo pieno. Fondamentale fu il Viaggio a Parigi del 1920. Lì conobbe Picasso e frequentò il circolo dada di Tristan Tzara e venne così a contatto con le menti più brillanti dell'arte di inizio secolo. Tornò in Spagna, contribuì alla causa dei Repubblicani durante la Guerra Civile Spagnola, ma nel 1937 ritornò nuovamente a Parigi per l'Esposizione internazionale, dove presentò, nel padiglione della Spagna Repubblicana, il suo enorme murales El segador, simbolo dell'identità catalana.

Acerrimo nemico della pittura convenzionale, Miró viaggia pericolosamente contromano, verso l'ancestralità dell'espressione creativa. Per tornare alle origini, si appropria di segni legati al linguaggio dell'inconscio e si avvale di materiali grezzi, fino a quel momento estromessi da accademie, musei e gallerie.
"La mostra -sottolinea Francesco Poli, co curatore della mostra – si intitola La forza della materia per sottolineare come le opere di Mirò sono delle opere la cui fisicità è un fatto fondamentale: fisicità del supporto, dei colori, dei grumi. Quindi non sono solo immagini, ma sono impregnati i materiali. La sua magia è quella di generare immaginario attraverso la materia".
Joan Miró la forza della materia
Fino all'11 Settembre 2016
Mudec – Museo delle Culture via Tortona 56, Milano
Orari: lunedì, 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9.30-21.30; giovedì e sabato 9.30-22.30