Scultori dell'800 e primi ‘900 tra Lombardia e PiemonteScultori dell'800 e primo '900 tra
Lombardia e Piemonte

C'é sempre un buon motivo – C'è davvero di che convincersi che l'anniversario del 150° dell'Unità d'Italia costituisca un valido aiuto nella riscoperta di quelle pagine d'arte a cavallo tra l'epoca Risorgimentale e la contemporaneità, quel torno di decenni nei quali si è giocata una delle scommesse più audaci ed innovative dell'era moderna, una vera rivoluzione artistica e letteraria, nella concitata rincorsa tra Scapigliatura, Verismo e Simbolismo.
Esposti al pubblico, nell'allestimento "domestico" e insieme elegante di Villa San Martino a Barasso, non solo i grandi scultori innovatori e i protagonisti "di rottura" come Ernesto Bazzaro, Leonardo Bistolfi, Enrico Butti, Giuseppe Grandi, Paolo Troubetzkoy o il più dirompente Medardo Rosso, ma anche comprimari, allievi e autori che respirarono quella stessa atmosfera densa e dinamica.

In mostra, bronzi che hanno molto del bozzetto, dell'impressione istantanea, dell'attimo fugace rapito dallo scultore, come Colpo di vento di Emilio Agnati. Molti, poi, i rilievi dove più marcata ed evidente si fa la vena verista, senza biasimi o esaltazioni, ma con la sola volontà di lasciar parlare l'evidenza dei fatti e delle cose. È ciò che emerge dai Lavori campestri di Enrico Astorri, dall'Aratore del Butti, dai Suonatori ambulanti di Vitaliano Marchini. Su tutti spicca il Bambino ebreo di Medardo Rosso; quell'immagine precaria, quasi fuggevole, riprodotta, a ragione, da due punti di vista nelle pagine del catalogo (al quale dedicheremo un'ampia recensione nelle prossime settimane, insieme ad un

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approfondimento sulla Sezione Contemporanea della mostra), quasi a suggerire l'impressione mutevole data dalla scultura, bagnata lateralmente da fiotti di luce naturale.

Largo spazio anche alle esili e sensuali figure muliebri di Elia Ajoli, di Prassitele Barzaghi, di Giuseppe Grandi, di Michele Vedani, ma soprattutto di Oreste Labò, nato a Piacenza ed evidentemente incline al gusto Liberty. "La mostra Il fascino della materia – spiegano i curatori – vuole essere un omaggio ad alcuni tra i più rappresentativi ed importanti scultori Lombardi e Piemontesi del secondo Ottocento, artisti innovatori, affacciatisi alla ribalta negli anni immediatamente successivi alla realizzazione dell'Unità d'Italia. Vengono indagati gli esiti della scultura sviluppatasi con le reciproche influenze tra Lombardia e Piemonte. Una sala del percorso espositivo è dedicata alla maternità e all'infanzia, mentre, a conclusione della rassegna, ampio spazio è riservato alla tematica animalistica. Guido Righetti, maestro per eccellenza del genere, lascia, in disegni e bronzi, ricercati esemplari di antilopi, cani e capre, ritratti con grande verismo".

Ma la mostra non è solo la prima a Barasso ad essere dedicata alla scultura; quest'anno la sezione storica trova un'ideale continuazione nell'esposizione delle sculture di tre artisti contemporanei: Ruggero Marrani, Lorenzo Martinoli e Aldo Zuliani. "Le loro opere – spiega il curatore della sezione "contemporary" Ginetto Piatti – costituisce la continuazione, la filiazione, si potrebbe dire, l'eredità che, da quei lontani progenitori, da quegli "illustri bisnonni", è giunta nelle mani degli autori a noi contemporanei".

Il fascino della materia
Scultori dell'800 e primi ‘900 tra Lombardia e Piemonte

Barasso, Villa San Martino
Via Bolchini, 24
Dal 9 al 26 aprile 2011
Orari: da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
Sabato e festivi dalle 10.00 alle 19.00
Pasqua dalle 15.00 alle 19.00
Mostra a cura di Antonella Piccardi e Italo Magnaguagno
Catalogo edito da Selgraph (Cocquio Trevisago)

Sezione Contemporanea con le opere di Ruggero Marrani, Lorenzo Martinoli e Aldo Zuliani
A cura di Luigi Piatti
Catalogo edito da Grafiche Quirici (Barasso)
Per info.: Comune di Barasso, tel. 0332.743386
segreteria@comune.barasso.va.it
www.comune.barasso.va.it