Una chiesa che dialoga con un intorno culturale e artistico – Commissionata dal nobile Paolo Mantegazza nel 1468 e dipinta probabilmente attorno al 1492, è ad oggi incerta per quanto concerne l'attribuzione degli affreschi. Alcuni vorrebbero attribuirli alla scuola di Vincenzo Foppa o del Civerchio, altri addirittura vi rivedono la mano di Masolino da Panicale. Più realistica pare invece l'attribuzione a Bassanolus de Coaretiis, già attivo nella realizzazione figurativa della chiesa di San Cristoforo sul Naviglio Grande.

La tipologia architettonica – Se pure qui più articolata, presenta delle evidenti analogie con quella del piccolo oratorio dei SS. Ambrogio e Caterina a Solaro, altro mirabile esempio di cappella nobiliare del secolo precedente. A colpo d'occhio si notano le assonanze più evidenti. La pianta ad aula unica in laterizio a vista, con le classiche lesene laterali, la facciata a capanna con rosone centrale e l'arco di ingresso.

L'Interno – Rivela una partizione tra la navata e il

presbiterio , tra i quali si frappone un prospetto dipinto, interrotto da un arco acuto. L'area dell'abside presenta poi una volta a crociera inframmezzata dalle figure di santi.

Il ciclo pittorico – Sulla parete centrale dell'abside è dipinta la crocefissione, dove l'affollata disposizione dei soggetti e le relativamente esigue dimensioni della lunetta, sembrano imprigionare le figure in uno spazio troppo stretto. "Il Cristo appare qui come nella scena del battesimo nel Giordano spogliata interamente dei propri abiti. Alla destra del crocefisso, si rileva poi la presenza di una figura inginocchiata, rappresentata in abiti non coevi all'evento dell'affresco, nella quale alcuni studiosi individuerebbero proprio il Mantegazza. Sulla lunetta a sinistra troviamo invece rappresentata l'adorazione dei magi. Gli elementi cruciali sono qua la stella ed il tema del sorgere del sole, quale allusione messianica. Defilata la figura di San Giuseppe, nella quale la mancanza di identità con un iconologia classica, e la vivace freschezza potrebbero far pensare ad un auto rappresentazione del pittore stesso. La lunetta di destra infine è andata completamente perduta, lasciando spazio alle più diverse interpretazioni, che tuttavia sembrerebbero propendere per la raffigurazione della Resurrezione" (pro

loco Settimo Milanese).

Lungo le pareti della navata – E' qui che gli affreschi appaiono forse meglio conservati. In particolare quelli dal lato opposto al prospetto che si affaccia sulla sede stradale. I temi ivi raffigurati sono: Le Storie di San Giovanni Battista, i Quattro Dottori della Chiesa, l'Annunciazione e sulla controfacciata opposta all'ingresso, il Giudizio Finale.

El Gamba de Legn – "Era il progetto della tramway, che da Milano doveva raggiungere Magentino e che prevedeva l'atterramento del piccolo edificio sacro. Solo con l'intervento della Commissione conservatrice dei monumenti, oggetti d'arte e antichità della provincia di Milano (1879) si vide la possibilità di un recupero dell'edificio sacro. Deviando di fatto di qualche metro il passaggio del tram" (pro loco S.M.).

Ad oggi – L'edificio ha perso in parte il suo arredo pittorico originale, anche a causa delle improprie sollecitazioni stradali. Mantiene tuttavia intatto il suo fascino ed un importante corpus iconografico. Il valore di questi luoghi rimane però, al di là di ogni considerazione, inestimabile. Oltre l'effettiva capacità realizzativa di un artista, andrebbe valutata infatti, la reale capacità di far rivivere all'interno di uno spazio, un luogo temporalmente definito. Così accade superando l'accesso dell'antico oratorio. Immediatamente si percepisce di aver varcato un immaginario confine e assieme la indefinibile sensazione di essere da qualche altra parte. L'immobile scorrere dei secoli si rivela allora, concedendoci di cogliere il respiro del tempo.


Oratorio di San Giovanni
Via Antonio Gramsci – all'altezza del civico n°31 – 20019 Settimo Milanese – Milano
Accessibilità: per informazioni tel. 02.3284871