Appartiene al novero delle più importanti case d'artista dell'Ottocento europeo. Ideata dal grande scultore realista ticinese Vincenzo Vela (1820-91) all'apice della sua carriera e trasformata in museo pubblico dopo la sua donazione allo Stato elvetico, accanto alla gipsoteca monumentale di Vincenzo Vela, il museo conserva i lasciti dello scultore Lorenzo Vela (1812-97) e del pittore Spartaco Vela (1854-95), una notevole quadreria ottocentesca di pittura lombarda e piemonetese, nonché centinaia di disegni autografi e una delle più antiche collezioni fotografiche private svizzere.
Arte e storia dell'Ottocento italiano e svizzero si intrecciano in un unicum, attraverso i magnifici ritratti dei protagonisti del Risorgimento, mentre la presenza di alcuni elementi che ricordano il carattere privato della residenza e il parco panoramico, conferiscono a questo luogo il carattere di opera d'arte totale.
Il 23 aprile 2015 il Museo Vincenzo Vela ha riaperto le sue porte dopo i lavori di miglioria di alcune infrastrutture, riprendendo la stagione espositiva con una mostra dedicata all'artista svizzera Adèle d'Affry (1836-1879), in arte Marcello, che permetterà al pubblico, sino al 30 agosto 2015, di riscoprire un'ampia selezione di opere della scultrice friburghese, a trentacinque anni dall'ultima retrospettiva a lei dedicata.
L'esposizione, di carattere itinerante, è il frutto di tre anni di ricerca condotta dal Museo Vincenzo Vela in collaborazione con tre musei di area francofona: il Musée d'art et d'histoire Fribourg, il Musée des Suisses dans le Monde di Pregny-Ginevra e i musées nationaux du palais de Compiègne. Protagonista è Adèle d'Affry, una delle rare donne ad aver riscosso un notevole successo nell'arte scultorea europea del secondo Ottocento. Discendente di un'antica famiglia friburghese e moglie di un membro del celebre casato romano dei Colonna, fu amica della coppia imperiale francese. Visse tra Parigi e Roma, con Friburgo come costante punto di riferimento, e non mancò di visitare Milano.
Adèle d'Affry adottò lo pseudonimo di Marcello nel 1863, per contrastare i pregiudizi di genere e di rango vigenti nel mondo artistico dell'epoca. Personalità appassionante e moderna, era consapevole dell'audacia delle proprie scelte e delle sofferenze che queste le avrebbero causato. La sua identità va ricercata a metà strada tra la femminilità esibita nelle mise che scelse per i suoi ritratti fotografici e la monumentalità spesso androgina delle sue eroine scolpite. Grazie alla sua intelligenza e alla sua forza di volontà conquistò la stima di numerosi artisti di prim'ordine, divenuti suoi ammiratori, mentori ed estimatori: tra questi Auguste Clésinger, Jean-Baptiste Carpeaux, Gustave Courbet e Mariano Fortuny.
La monografia pubblicata in occasione della mostra, in edizione trilingue, raccoglie saggi dei massimi studiosi di Marcello, senza trascurare il cospicuo fondo di scritti, che fanno di Adèle d'Affry un'artista di raro interesse, oltre che una personalità dalle molteplici sfaccettature, divisa tra vita di corte e bohème.

Info.
Museo Vincenzo Vela
Largo Vela, Ligornetto – Svizzera
Informazioni
T +41 58 481 30 44/40