La sede di Regione LombardiaLa sede di Regione Lombardia

Concreta attuazione – Come anticipato da Artevarese due settimane fa, Regione Lombardia mercoledì 9 aprile ha deciso di dare concreta attuazione al Decreto Ministeriale del 23 marzo 2006, contenente "Norme per l'arte negli edifici pubblici", emanato per stimolare l'applicazione della 717 del 1949, la legge probabilmente più disattesa della nostra Repubblica. "Nonostante l'incomprensibile e generale disattenzione, la legge è uno strumento essenziale per arricchire il nostro patrimonio artistico, offrendo una grande opportunità alla ricerca nell'ambito dell'arte contemporanea e ai giovani artisti" hanno sottolineato dalla Direzione Generale.

L'attenzione al futuro
– Si parla di cifre consistenti: già da quest'anno, Regione Lombardia dedicherà l'0,2% dei propri investimenti in edilizia pubblica all'acquisto o alla realizzazione di opere d'arte contemporanea. La cifra, verrà successivamente implementata annualmente dello 0,1 % fino a raggiungere la quota prevista dalla legge, la famosa soglia del 2%. L'impegno previsto si assomma, ricordano dal Pirellone "a quanto già speso nell'ambito del restauro, della rifunzionalizzazione e riuso del patrimonio artistico", per una cifra che si aggira intorno ai 100 milioni di euro dal 2000 ad oggi.  Nella convinzione che sia altrettanto importante gestire le espressioni artistiche contemporanee nella prospettiva che un giorno diventeranno imprescindibili testimonianze del nostro periodo storico.

Primato culturale
– Lombardia regione d'arte? Questo è l'intento e l'auspicio dell'amministratore. Che vede sempre più distintamente la necessità di legittimare un primato sin qui delegato ad altri ambiti professionali ed industriali. La consapevolezza di un tessuto che nei secoli più lontani, a cominciare dalle incisioni rupestri della Val Camonica fino ai tempi più recenti ha fatto della Lombardia un centro di propagazione di cultura artistica, architettonica, paesaggistica  che merita un uguale impegno e un maturo investimento.

Un'immagine del Museo BodiniUn'immagine del Museo Bodini

I termini di una vocazione – Il discorso vale per l'arte contemporanea di cui Milano è, lo si voglia o no, una capitale; per il tessuto di gallerie private, per la presenza di Miart, di spazi espositivi pubblici dedicati, nonostante il buco nero dell'assenza di un vero e proprio museo, per il maggior numero di fondazioni artistiche, per l'imprescindibile, benché malmessa, Accademia, per l'editoria specializzata, per la vocazione illuminata e aggiornata del suo collezionisti. Una ricchezza che nel tempo ha avuto le sue propaggini anche periferiche. In termini di premi, da Lissone a Suzzara a Gallarate; in termini di istituzioni legate ad artisti, da Pomodoro a Bodini. Per la sempre maggiore capacità della città e della regione di intercettare le ambizioni delle ultime generazioni.

L'educazione del cittadino – "È una scelta tuttavia fondante per gli impliciti contenuti culturali e pedagogici che la sostengono: di educazione del cittadino alla contemporaneità, alla piena consapevolezza del suo tempo", concludono dal Pirellone. Posizione da condividere in pieno nella speranza che lo spirito propositivo del provvedimento legislativo contagi allo stesso modo anche le altre comunità, le altre amministrazioni, in particolare, del mosaico lombardo.