Apprendisti Ciceroni a Villa PanzaApprendisti Ciceroni a Villa Panza

Scuola e Museo? Troppo spesso l'accostamento dei due termini fa venire in mente classi di ragazzini vocianti e disinteressati che si aggirano per le sale tenuti faticosamente a bada da guide affannate. Ma non è detto che sia davvero così. Negli ultimi anni si sono fatte strada modalità nuove di accostare gli studenti alle raccolte e alle mostre d'arte. L'offerta didattica dei musei si sta allargando e qualificando, con visite tematiche, animazioni, laboratori. E poi ci sono iniziative nuove, che puntano sulla responsabilità e sul coinvolgimento degli studenti, iniziative virtuose, che fanno bene sia alla scuola che al museo.

"Quando ho aderito a questa iniziativa ero attirata dalla possibilità di affrontare una nuova esperienza, ma in realtà conoscevo molto poco l'arte contemporanea. Rimanere per così tanto tempo nelle sale dove erano esposte le opere di Rauschenberg mi ha dato la possibilità di osservarle, capirle e discuterne". Con queste parole Irene, ultimo anno del Liceo Classico

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Cairoli di Varese, traccia un bilancio della sua esperienza di Apprendista Cicerone durante la mostra del grande artista americano che si è appena conclusa a Villa Panza.

Le fa eco Anna, che frequenta invece l'ultimo anno del classico presso il Liceo Sacro Monte: "L'arte contemporanea inizialmente mi sembrava difficile, diversa da quella che si studia a scuola. Nel dialogo con i visitatori e con le guide, e soprattutto grazie alla possibilità di osservare a lungo le opere, è cresciuta la mia consapevolezza del significato di quello che vedevo".

Dalle loro parole emerge l'esperienza di un percorso personale di avvicinamento all'arte contemporanea, dall'iniziale diffidenza fino alla disponibilità a guardare con occhi nuovi opere inaspettate e non facili. Il tutto attraverso una modalità particolare che li ha visti protagonisti in prima persona di un'avventura durata molti mesi. La mostra di Rauschenberg è stata infatti anche l'occasione per sviluppare un'inedita forma di collaborazione tra museo e scuola. Per tutta la durata dell'esposizione, durante i fine settimana le guide di Villa

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Panza sono state affiancate da giovani studenti volontari, che hanno accolto e seguito i visitatori nelle vesti di Apprendisti Ciceroni.

L'iniziativa, partita congiuntamente da Villa Panza e dalla Delegazione FAI di Varese, ha voluto rendere stabile e continuativa un'esperienza che nel corso degli anni si era consolidata in occasione delle Giornate FAI di Primavera, tradizionale appuntamento in cui in tutta Italia si aprono centinaia di monumenti normalmente chiusi al pubblico e che è resa possibile anche dalla collaborazione di centinaia di studenti. La proposta è stata accolta dagli studenti del Cairoli, a cui si è unito un gruppo del Liceo Sacro Monte.

Giovanni Giorgetti, che ha seguito per Villa Panza la formazione degli Apprendisti Ciceroni, si dichiara assai soddisfatto per l'esito dell'esperienza. Degli studenti ha apprezzato soprattutto la generosa disponibilità e la capacità di entrare in rapporto con il pubblico. Perché apprendere nozioni nuove, in modo diverso da quello che avviene sui banchi di scuola, è stato soltanto il primo passo. Prepararsi per spiegare la mostra ad un pubblico di adulti, spesso appassionati ed esperti, è molto diverso dal prepararsi per un'interrogazione o un esame. Seguire i gruppi, dare le spiegazioni richieste, capire come far giungere le informazioni essenziali a persone sempre diverse richiede anche la capacità di mettersi in gioco, di interagire correttamente con i visitatori. Sono

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competenze che non si possono imparare soltanto nelle aule scolastiche, ma che si conquistano per così dire sul campo. Silvia Moroni, l'insegnante di Storia dell'arte che ha preparato e coordinato il numeroso e agguerrito drappello del Cairoli ne è profondamente convinta. "Gli studenti hanno appreso tantissimo sul piano dei contenuti, ma sono anche cresciuti sul piano personale, hanno imparato ad affrontare situazioni impreviste". E si sono anche divertiti, come confermano i partecipanti, ciascuno dei quali ha qualche episodio buffo da raccontare: da chi si è trovato ad accompagnare un gruppo di studiosi ed ha dovuto passare rapidamente dal ruolo di cicerone a quello di allievo, fino a chi si è invece trovato di fronte dei bambini ed è rimasto colpito dalla freschezza e dalla spontaneità delle loro reazioni. Ma soprattutto gli Apprendisti Ciceroni hanno sperimentato che si impara soltanto attraverso il dialogo e la pazienza, quella di tornare e ritornare più volte davanti alla stessa opera guardandola ogni volta con occhi nuovi.

Un'esperienza positiva, specie in un momento in cui gli spazi per l'insegnamento della Storia dell'Arte nelle scuole vanno restringendosi e il tempo per parlare di contemporaneo diventa sempre meno. Non resta che pensare al futuro, e in primo luogo alla prossima Giornata di Primavera, che è ormai alle porte.