Presentazione

LUOGHI DA VISITARE

La secolare storia di Santa Maria del Monte sopra Varese trova il suo centro nella devozione mariana qui iniziata, secondo la tradizione, da S. Ambrogio.

Il racconto leggendario narra che il padre della diocesi milanese consacrò il primo altare alla Vergine in ringraziamento per la vittoria riportata in loco sugli eretici ariani nei pressi di una torre, tuttora esistente. La torre, non visitabile perché entro l’area di clausura delle Romite Ambrosiane che nel 1500 la consacrarono come cappella, è una costruzione militare che, posta sul punto più alto del monte, testimonia il ruolo strategico di questo luogo per il controllo degli spostamenti da nord verso la regione dei laghi e la pianura.

La storia ufficiale della Chiesa di S. Maria del Monte inizia nel 922, quando per la prima volta è citata una donazione a suo favore. Se era viva la necessità di sostenere il santuario con elargizioni, la devozione sul monte doveva essere allora già ben radicata. La constatazione dell’antichità della fondazione di S. Maria del Monte, senz’altro antecedente alla prima attestazione, trova conferma nel poco più tardo elenco delle sue rendite annuali, la cui consistenza indica la ricchezza e la posizione di prestigio di cui essa certamente da tempo godeva.

Le tante vicende architettoniche e decorative che interessarono il santuario mostrano l’importanza costante che ebbe nei secoli.

I più antichi reperti si trovano nella cosiddetta cripta, non visitabile, databile intorno al 1000, probabile zona presbiteriale dell’edificio altomedievale, sul quale in età romanica si procedette alla costruzione di una chiesa più grande, a navata unica, per il crescente numero di pellegrini che, prima della costruzione della Via Sacra, con fatica salivano a piedi lungo sentieri disagevoli che solcavano le pendici boscose e sassose del monte.

La ricchezza della fase medievale di S. Maria del Monte, non facilmente percepibile oggi, è affermata dall’abbondanza delle fonti scritte e da pregevoli testimonianze artistiche come quelle di Domenico e Lanfranco da Ligurno, magistri tra i più notevoli del panorama della scultura medievale lombarda.

La ristrutturazione d’età sforzesca, iniziata nel 1472 per volontà del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, diede al santuario l’aspetto attuale a tre navate, con presbiterio triabsidato, salvo l’allungamento della navata centrale attuato nel Seicento. Quasi perduto il ricco apparato decorativo che i signori di Milano commissionarono per il più importante santuario mariano del loro ducato, l’attuale veste della chiesa va fatta risalire principalmente al XVII secolo, quando S. Maria del Monte divenne la meta dello straordinario percorso che, di cappella in cappella, si snoda attraverso i Misteri del Rosario. L’imponente altare maggiore del santuario, sul quale è posta la venerata statua lignea della Madonna con il Bambino d’intaglio trecentesco, è la meta del cammino devozionale.

La grandiosa impresa della Via Sacra si avviò nel 1604 su iniziativa del padre cappuccino Giovan Battista Aguggiari: un ampio viale acciottolato lungo più di due chilometri che rese sacro tutto il monte grazie alla straordinaria sequenza delle cappelle, progettate in forme autonome dal varesino Giuseppe Bernascone, con le superbe sculture in terracotta policroma e le pitture di artisti lombardi e ticinesi. È un’unità armoniosa, in studiato rapporto con il paesaggio, che, dopo quattro secoli, continua a parlare al cuore e alla mente di pellegrini e turisti. Nel 2003 la proclamazione con cui l’Unesco ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità i Sacri Monti lombardi e piemontesi ne ha suggellato l’importanza a livello internazionale.

Accanto alla Chiesa di S. Maria del Monte è il Monastero delle Romite Ambrosiane, eretto ufficialmente nel 1474, quando papa Sisto IV concesse l’autorizzazione alla costituzione. Fondato da Caterina da Pallanza, che intorno alla metà del Quattrocento era salita al monte per condurre vita eremitica presso il santuario, e da Giuliana Puricelli, insieme proclamate beate nel 1769, ha attraversato i secoli per giungere fino ai nostri giorni come presenza vitale e qualificante.

Intorno al santuario in età medievale nacque il piccolo borgo che si raccoglie compatto sulla cima del monte. Ricco di testimonianze di varie epoche, regala alcuni angoli di notevole suggestione, come il caratteristico cunicolo che penetra la parte alta dell’abitato e che offre inattesi scorci paesaggistici attraverso finestre affacciate sull’ampio panorama.

Nella zona inferiore del paese all’inizio del Novecento si è aperta un’inedita pagina della storia del luogo con la fioritura di eleganti ville: una felice stagione turistica che scelse il Sacro Monte di Varese come uno degli scenari di villeggiatura più apprezzati, insieme al vicino Campo dei Fiori dove Giuseppe Sommaruga, uno dei maggiori esponenti dello stile Liberty, progettò alcune superbe architetture.

Infine negli anni Ottanta del XX secolo gli interventi di artisti come Renato Guttuso e Floriano Bodini hanno inaugurato nuove prospettive, generando un dibattito che non cessa di raccogliere consensi e di riaccendere periodicamente polemiche mai sopite.