Torba, la chiesa santa MariaTorba, la chiesa santa Maria

Agosto, mese vacanziero per tutti, o quasi. Per chi resta in città può essere una occasione ritagliarsi qualche ora da dedicare ad uno dei siti più straordinari del Varesotto, ovvero Torba e Castelseprio. Una visita immersi nella natura e nella storia, un salto all'indietro nel tempo.

Due facce della stessa medaglia – Nonostante sia necessario un breve viaggio in auto per trasferirsi da un sito all'altro, il visitatore che voglia veramente comprendere la natura del posto deve considerare Torba e Castelseprio come un'unica realtà. Infatti in origine, nel VI-VII secolo d.C. i due luoghi erano inseriti nel medesimo contesto difensivo, nella stessa rete "di protezione", posta su un pianoro che controllava la sottostante valle dell'Olona. Esiste un collegamento anche oggi fra i due siti, il muro saliente che parte da Torba continua fino a Castelseprio, ma solo nuovi interventi di restauro potranno ripristinare l'antico percorso.

Tempi duri, quelli dell'Altomedioevo – Infatti dal V secolo dopo Cristo l'Italia fu investita da popoli barbarici, che a bande più o meno organizzate si affacciarono dalle Alpi. Era quindi necessaria una rete di fortificazioni, lungo le vie di comunicazione più importanti. Per questo motivo nacque la torre di Torba e così pure sorsero le tre torri di Castelseprio, di cui oggi una si conserva, divenuta il campanile della chiesa di S.Giovanni.

Prima tappa, Torba – Entrando si nota come l'attuale aspetto del complesso sia quello di una grande cascina rurale. Infatti nella sua ultima fase di vita, dopo il XV secolo, il complesso religioso di Torba divenne un centro agricolo. L'attenzione del visitatore è subito attirata dalla chiesa di S.Maria, che sembra spuntare dal bosco retrostante. Divenuta in passato un granaio, anche oggi conserva traccia dell'antico accesso, tagliato nella parete. Proprio in corrispondenza dell'ingresso, curiosamente

La torre di Torba, esternoLa torre di Torba, esterno

posto su uno dei lati lunghi, fuori dall'edificio rimangono nel terreno le tracce di due sepolture, probabilmente appartenenti a qualche illustre personaggio del passato. La chiesa, di recente restauro, presenta all'interno resti di affreschi, databili al XV secolo. Un consiglio: scendere nella cripta, dove si conserva l'abside dell'edificio originario.

Il convento, seconda tappa – Il rustico, porticato, dove oggi si trova il ristorante, ha una origine molto più antica. Qui infatti si trovava il vero e proprio convento delle monache: queste per molto tempo risedettero a Torba, per poi essere spostate, a scopo punitivo, a Luvinate. Un segno tangibile di ciò è il forno, posto nel porticato stesso, usato dai pellegrini nei momenti di ristoro.

Alla torre, alla scoperta della storia più antica – Proprio accanto al forno sale una scala, che permette di accedere alla famosa torre di Torba, che da sola riassume la storia di tutto il sito. La torre, imponente come dimensioni, è costruita in ciottoli di fiume e grossi blocchi di pietra, spesso lavorati, e presenta tre grossi contrafforti di sostegno, visto il dislivello del terreno. La originaria funzione della torre infatti, nel VI secolo, era il controllo e la difesa della valle dell'Olona.

Con le monache – Dal secolo VIII in poi, cessata la funzione difensiva, la torre divenne luogo di preghiera delle monache. Al primo piano in particolare si possono notare nicchie dove erano sepolte le monache. Di quel cimitero rimane solo qualche frammento di affresco, come nel caso della croce caudata dipinta, decorata dalle lettere alfa e omega, simbolo e inizio della vita. Ma soprattutto colpisce l'attenzione l'affresco di una monaca, di cui è riportato anche il nome, Aliberga, che da sotto la finestra guarda il viaggiatore curioso: forse una badessa, il cui sepolcro si trovava proprio lì.
Nella fase "contadina" la stanza divenne addirittura cucina e un bel camino in mattoni si nota sulla parete esterna.

La torre di Torba, affresco delle monacheLa torre di Torba, affresco delle monache

Andiamo al secondo piano… salite le scale, si accede al secondo piano della torre, totalmente affrescato. Qui gli affreschi sono comparsi per caso alcuni decenni fa, sotto il bianco dato dai contadini alle pareti. Infatti questo spazio della torre era diventato un magazzino e una colombera, nella fase agricola della torre. Il ciclo di affreschi, datato alla metà del secolo VIII d.C., è forse opera delle stesse monache, è di una bellezza unica.
Una vera e propria cappella, per la preghiera: ecco perché sul lato est è raffigurato Gesù, coi discepoli.
Seguono Santi, vescovi, una Madonna con bambino davanti a cui si prostra un uomo in preghiera.

Senza viso! Sono famose, sul lato ovest, le monache, raffigurate con una particolare gestualità delle mani, sul cui significato gli storici si interrogano. Alcune di queste sono prive di occhi, naso, bocca, insomma nient'altro che velo e ovale del viso. Leggende e tradizioni si sono rincorse sul mistero delle monache senza viso, addirittura qualcuno credeva che le pitture ricordassero alcune monache fuggite dalla vita monacale. Molto più probabilmente una infiltrazione d'acqua avrebbe cancellato i tratti del loro volto.

Dopo questa lunga passeggiata, si potrebbe trovare ristoro nel bel prato sotto la torre. Oppure, ripercorrendo la strada degli uomini dell'alto medioevo, ma con mezzi ben diversi, spostarsi a Castelseprio, per una nuova tappa della storia.