Bologna – Con la mostra dell’artista inglese David Tremlett Studio G7 inaugura la nuova stagione espositiva. Per la quarta volta Tremlett torna negli spazi di via Val D’Aposa, con una nuova personale. La precedente esposizione risale al 2008 quando, per l’occasione, aveva creato un grande wall drawing capace di coinvolgere e idealmente riunire tutte le pareti della galleria.

In questo nuovo progetto che sarà presentato venerdì 23 settembre, l’architettura dello spazio si fa metafora del tempo. In particolare, l’artista presenta opere inedite su carta realizzate tra il 2019 e il 2021. È proprio questo l’intervallo di tempo che vede il lavoro di Tremlett mutare, spostando il cosiddetto “spazio delle idee” dalla dimensione del viaggio a quella dello studio. Se prima infatti rintracciava nel mondo e nelle lunghe distanze nuove geometrie e architetture da formalizzare e presentare in spazi pubblici e privati, il nuovo modo di viaggiare ha visto lo studio d’artista e i luoghi d’Europa a Tremlett familiari diventare il centro del pensiero e del processo creativo.

Seguendo questo nuovo approccio al lavoro, la galleria verrà divisa in tre momenti, idealmente testimoni dei tre anni (2019, 2020 e 2021) in cui l’artista ha dovuto allontanare la propria idea di viaggio dal processo creativo. Le opere su carta sono il risultato di una riflessione che attinge dal passato e, consapevole del presente, rivolge lo sguardo al futuro.

La mostra, con un testo critico di Marinella Paderni, si inaugurerà il 23 settembre (dalle 18 alle 21) e rimarrà in calendario sino al 27 dicembre. Orari al pubblico: da martedì a sabato 15.30 – 19.30. Mattina, lunedì e festivi su appuntamento 051 2960371 – info@galleriastudiog7.it

Note biografiche

David Tremlett (St. Austell, Cornovaglia, 1945) studia scultura al Royal College of Art di Londra. Alla fine degli anni ’70, durante i viaggi in Australia, Africa, Iran, Afghanistan e India, entra in contatto con grandi superfici policrome coperte a mano mediante pigmenti; scopre così le polveri colorate, che risultano perfette per le sue esigenze di viaggiatore. Il piccolo formato caratteristico dei primi lavori viene sostituto da supporti di grande scala. Parallelamente alla grafite si affianca l’uso del colore, dal verde al marrone, fino a colori caldi e cangianti. A partire dagli anni ’80 la pratica del wall drawing diventa progressivamente il principale mezzo espressivo dell’artista. Con il tempo questa tecnica si evolve, ampliando sia lo spettro dei colori sia i supporti su cui lavorare, in una pratica definita dallo stesso artista “scultorea”, tesa alla definizione dello spazio e dell’intero volume. La stesura dei pigmenti attraverso l’uso delle mani nude avviene, oltre che sulle pareti degli spazi architettonici, sulla carta.
David Tremlett realizza wall drawings in tutto il mondo: si ricordano gli interventi presso la Cappella di Barolo, La Morra, insieme a Sol LeWitt; ambasciata britannica, Berlino; British Council, Nairobi; Chiesa di S. Pietro e S. Paolo, Villenauxe-la-Grande, Francia; Tate Britain e Bloomberg HQ, Londra; Sinagoga di Zamosc; Chiesa di Coazzolo, Asti; Cappella del Relais San Maurizio, Santo Stefano Belbo. L’artista partecipa a numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero; tra gli spazi in cui espone si ricordano Museum of Modern Art, New York; Stedeljik Museum, Amsterdam; Centre Pompidou, Parigi; Juan Miro Foundation, Barcellona; alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Trento; Musée de Grenoble, Francia; Centro d’Arte Contemporanea Pecci, Prato.