Milano – Un paesaggio vuoto, un cratere spalancato nel terreno, un cielo che arrossisce sotto il peso della tragedia. È in questa visione sospesa tra apocalisse e rinascita che si apre Anteguerra, il monumentale trittico di Pietro Geranzani, protagonista della nuova mostra ospitata al secondo piano di Palazzo Citterio, di via Brera.
Un’opera che non racconta la guerra, ma la evoca con forza brutale e lirica insieme, senza indulgere in moralismi né semplificazioni. Il trittico – tre tele autonome eppure strettamente intrecciate – restituisce l’orrore attraverso corpi martoriati, fosse comuni, simboli ambigui e cieli inquieti. Al centro, un enorme cratere domina la scena: assenza che parla più di qualsiasi presenza.
Secondo il curatore Angelo Crespi, l’impianto dell’opera rimanda ai capolavori prerinascimentali, con suggestioni che spaziano dal Beato Angelico a Bosch, fino a Friedrich e Thomas Cole. Ma la visione di Geranzani è profondamente contemporanea, nutrita da un’espressività che dà nuova voce alla tradizione figurativa.
La mostra si arricchisce di 20 disegni preparatori, che ne svelano il processo creativo, e del testo biblico del Qoelet, proposto nella traduzione di Davide Brullo: un contrappunto spirituale che amplifica le domande sul senso del tempo, della distruzione, dell’umano.
Con Anteguerra, prosegue l’impegno di Palazzo Citterio nel dare spazio alle personalità più significative dell’arte italiana di oggi, offrendo al pubblico visioni che interrogano, disturbano, e – forse – aprono spiragli di consapevolezza. Fino al 31 agosto, orari: da giovedì a domenica, 14-19.
Cenni biografici
Pietro Geranzani è nato a Londra nel 1964, cresciuto tra la Germania e la Svizzera, vive e lavora a Milano. Ha studiato all’Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova diretta da Gianfranco Bruno.
Dedito da sempre al disegno e alla pittura, dalle influenze neoespressioniste degli esordi negli anni ottanta, oggi predilige una pittura simbolista. Dai primi anni Duemila inizia la sperimentazione nel campo della videoarte, realizzando corto e mediometraggi.
Nel 2003 è invitato a esporre nella mostra Fuori contesto. Viaggio intorno all’opera alla Galleria d’Arte Moderna di Genova e, nel 2005, nella rassegna Il Male – Esercizi di Pittura Crudele, curata da Vittorio Sgarbi, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi (TO).
Del 2009 è la personale Ombre Ammonitrici al Palazzo Ducale di Genova. Nel 2011 partecipa alla 54^ Biennale d’arte di Venezia.
Sue opere sono conservate in permanenza nelle collezioni del MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, della Galleria d’Arte Moderna di Genova e del Museo di Villa Croce a Genova.