Milano – Il concetto fondante presente nelle 120 opere di Michael Stipe che compongono la personale dal chilometrico titolo “I have lost and I have been lost but for now i’m flying high” a cura di Alberto Salvadori, in corso alla Fondazione ICA riguarda la nobilitazione della vulnerabilità come forza propulsiva, in controtendenza con l’idea convenzionale che la connota negativamente, operando attraverso la fotografia, la ceramica, la scultura e contributi audio.

Punto focale della mostra è la celebre poesia “Desiderata” del 1927 di Max Ehrmann.

Emerge inoltre l’attenzione da parte di Stipe per la ritrattistica che lo ha visto agire precocemente sin dall’età di 14 anni con immagini che ritraevano i suoi idoli come Freddie Mercury, i Ramones, Tom Verlaine e Patti Smith, proseguendo poi con documentazioni rivolte ai musicisti di Athens in Georgia, mentre divengono fondamentali per la sua creatività le artiste Angie Grass e Libby Hatmaker.

Una particolare sezione della mostra riguarda alcuni ritratti dedicati alle persone care, tra queste la madre, le due sorelle, la figlioccia, il di lei marito l’artista Thomas Dozol e i registi Tom Gilroy e Jim McKay.

Michael Stipe (1960, Decatur, Georgia, Stati Uniti) è inoltre produttore e cantautore. E’ stato il leader dei R.E.M. per 31 anni, vendendo 100 milioni di dischi con tournée in tutto il mondo e come produttore cinematografico ha realizzato oltre 25 lungometraggi tra cui “Essere John Malkovich”.

 

Michael Stipe – “I have lost and I have been lost but for now i’m flying high” – Milano – Fondazione ICA, Via Orobia 26. Fino al 16 marzo 2024. Orario: giovedì-sabato 12-19. Ingresso libero. Foto: David Belisle

 

Mauro Bianchini