Un'opera espostaUn'opera esposta

Un lento progressivo sviluppo: meditato, contemplato, voluto e ricercato con ardore. Niccolò Mandelli Contegni vive intensamente l'arte e pretende che le sue sculture siano altrettanto intense ed animate. Uno scambio continua tra realtà vissuta ed interpretata, tra forma e materiali. L'artista di Bodio Lomnago è il nuovo protagonista dello Spazio Cesare Da Sesto che presenta, racchiuse sotto il titolo Sintesi, i risultati degli ultimi due anni di lavoro. Vissuto a metà tra l'Italia e il Sud America, dove è stato per ben 15 anni, scoprendo i luoghi e le popolazioni più povere Mandelli ha alle spalle un ricco background fatto di scambi e scoperte che hanno arricchito, oltre che se stesso, anche la sua arte. Abbiamo chiesto all'artista di illustrarci queste nuove evoluzioni, partendo proprio dalla prossima esposizione

Cosa troveremo in mostra?
"Sono sette-otto opere degli ultimi due anni realizzate in legno e ferro. Non legno pregiato anzi a me piace lavorare solo materiale povero, grezzo, non raffinato; c'è anche della ruggine. Continuo con la composizione di forme geometriche dove il valore estetico c'è ma non è predominante, ricerco la purezza".

Cosa vuoi trasmettere con le tue opere?
"Creando appunto una sintesi – come dice il titolo della mostra – di questi due materiali, cerco di smuovere qualcosa di ancestrale, di arcaico, di primitivo. Gli ultimi lavori sono più scevri, molto più diretti ed essenziali. Sono sculture più potenti e forti, ma anche umili".

Cosa intende per potenti? Riguarda anche la dimensione?
"Mi riferisco alla loro forza comunicativa. La ricerca dell'essenza restituisce appunto anche molta potenza espressiva. Per quanto riguarda le dimensioni c'entra solo in parte, ho anche aumentato quelle; io non ho mai fatto l'oggetto, ma ho sempre creato sculture più grandi della dimensione standard dell'oggetto e ultimamente non nego anche un aumoento delle dimensioni, ma è venuto di conseguenza".

Un'opera dell'artistaUn'opera dell'artista

Come mai hai scelto di abbinare il legno, un materiale caldo che va scolpito, al ferro che prevede tutt'altra lavorazione?
"Sono due materiali che rispondono al bisogno di primordio, di ritorno all'origine. Concorrono alla creazione del nucleo che ognuno ha dentro. La plastica ad esempio non si adatterebbe al mio discorso e anche la pietra, seppur più adatta mi lascia sempre un senso di distacco. Poi c'è anche l'estetica: sono due materiali, il legno e il ferro, che mi piace vedere combinati insieme sia per la cromia sia come materie".

La sua scultura è ancora vicina a quella di Sangregorio.
"Certo. Ho frequentato anche il suo studio e molti associano il mio lavoro al suo, ma in realtà le differenze sono tante. Sangregorio non ha il vuoto, mentre per me anche il vuoto è importante quanto il pieno o forse di più".

Oltre a lui quale altro artista sente vicino in questo momento e quali lontani?
"In realtà sono tanti, almeno una decina, varia anche in base al momento, a quello che sto producendo. Adesso direi Brancusi, Spagnulo e  molti altri, ma diciamo che prendo da tanti e non assomiglio a nessuno; il risultato, ciò che creo, è solo mio. Le mie opere vanno assolutamente contro scultori contemporanei come Cattelan ad esempio. Artisti che denunciano con interventi che io non condivido. Penso sia indispensabile portare avanti qualcosa di tangibile, ma percorrendo tutt'altra strada".

Sintesi
Sculture di Niccolò Mandelli
Contegni
dal 21 marzo al 5 aprile
Spazio Cesare Da Sesto
Palazzo Comunale
piazza Mazzini, Sesto Calende (Varese)
orari da giovedì a venerdì ore 17.00 – 19.00
sabato e festivi 10.30-12.30/ 17.00-19.00
inaugurazione 21 marzo ore 17.00