Arturo Martini, Il Libro magicoArturo Martini, Il Libro magico

La cicala diventa farfalla – Il piacere di Marina Affanni, gallerista del Chiostro, per le minuziose riproduzioni di insetti delle opere fiamminghe è all'origine della mostra "La farfalla e la formica", il cui titolo mutua da una ben nota favola di De La Fontaine, mutuata a sua volta da Esopo, "La cicala e la formica" grazie all'intervento di Lorella Giudici, curatrice dell'esposizione. Nell'arte della galleria saronnese lo stile di vita e l'essere della formica non viene, infatti, rapportato a quello della cicala, ma a quello della farfalla, suo simile, molto più bello e leggiadro, in una querelle tra imprudenza e prudenza, fra bellezza e intelligenza, che induce a leggere la fiaba e le opere esposte come metafora della società di oggi, la sostituzione della cicala con la farfalla è dunque una necessità, il canterino lepidottero, infatti, ormai in via d'estinzione, è sconosciuto ai più.

L'arte sovverte le regole – La farfalla, simbolo di bellezza, apparenza, fragilità, precarietà, solitudine, unicità, incostanza e imprudenza, nonché dell'elemento aria, nell'immaginario comune viene opposta, al pari della cicala, alla laboriosa, efficiente, produttiva, ostinata, solidale, prudente e frenetica formica, emblema dell'elemento terra, in uno spietato confronto di mondi paralleli. L'arte, tuttavia, stravolge le regole, mettendo in luce come queste due realtà apparentemente inconciliabili si trovino talvolta a

Emilio Isgro, EmpedocleEmilio Isgro, Empedocle

convivere e a confondersi, anche se in sporadiche eccezioni, ribaltando la stessa identità dei due animali. Gli spunti di riflessione offerti dagli artisti non sono casuali né tanto meno arbitrari, bensì appoggiati ad assunti che la scienza stessa rileva in natura. La Giudici interroga infatti il lettore del catalogo, chiedendogli se "alle formiche non spuntano forse le ali per il volo nuziale?", o se "la farfalla prima di diventare un'elegante principessa non è forse un bruco?" Mentre in una recente ricerca condotta da entomologi danesi si è scoperto che le farfalle Blu Alcon depositano le larve in un formicaio, ingannandone le abitanti, per poi mangiarsele una volta fuoriuscite dalla crisalide. Ed è da questi "scherzi della natura" che prende corpo la mostra di opere volte a indicare con la forza della materia, del colore, delle forme come sia possibile la metamorfosi, come il leggero simbolo dell'aria, la farfalla, possa coesistere, compenetrarsi e confondersi con il più solido e fermo simbolo della terra, la formica, e viceversa, e a rivelare d'altro canto come quegli stessi giochi di conciliazione e di intrecci siano possibili tra realtà umane convenzionalmente separate e distanti o come lo stesso stile di vita dell'uomo sia sospeso tra apparenza o sostanza e tra apparenza e sostanza.

Aspetti diversi – I dipinti, le sculture, le installazioni, i disegni, i video e le fotografie selezionate, mostrano aspetti iconografici, formali e contenutistici differenti dei soggetti e del loro rapporto, costruendo sul tema un discorso ampio ed eterogeneo. Esso parte dal piano inferiore della galleria, dedicato alla formica, ovvero l'elemento terra, con opere come "Empedocle" di Emilio

Ruggero Maggi, P@sso a p@ssoRuggero Maggi, P@sso a p@sso

Isgrò, su cui colonie di piccole formiche si muovono tra versi e asperità materiche, o come il poetico battito d'ali immerso nella cera di Sicilia e il brulicare organico delle colonie di Jorunn Monrad in pittura e di Ruggero Maggi nel video "P@sso a p@sso", per passare al piano superiore dedicato all'elemento aria, la farfalla, espressa nelle declinazioni, per esempio, de "Il libro magico" metamorfosi della donna farfalla di Alberto Martini, o nelle opere di Lucio Fontana, che percepiva lo spazio nel volo delle farfalle ("Battaglia" 1947 e "Concetto spaziale" 1964), o la fotografia di Collishaw, "Insecticide 13", che nel disfacimento della falena coglie il senso della precarietà del vivere.

Il costruttore di farfalle – E proprio per sottolineare la brevità della vita di una farfalla, la mostra prenderà il via con la performance di Carlo Steiner, "Butterflies Maker", durante la quale l'artista produrrà, con la sua macchina "farfallatrice", delle farfalle di ostia da distribuire ai presenti, che saranno invitati a romperle, per evidenziarne la precarietà e la fragilità attraverso il gesto dissacrante dello spezzare un simbolo sacro qual è l'ostia.

"La farfalla e la formica"
Galleria Il Chiostro Arte Contemporanea
Viale Santuario 11 Saronno (VA)
Inaugurazione 12 aprile ore 18
Durata mostra: 13 aprile-18 maggio 2008
Orario d'apertura: martedì-venerdì, domenica ore 10-12:30; 16-19
Sabato ore 10-12:30
Ingresso libero