Hieronymus Bosch, I sette peccati capitaliHieronymus Bosch, I sette
peccati capitali

L'allestimento lascia un po' a desiderare ma la grande mostra comasca inaugurata quest'anno nella neoclassica Villa Olmo, nel cuore del capoluogo lariano, vale sicuramente una visita. Almeno per ammirare la pittura a soggetto floreale che ebbe inizio nei Paesi Bassi nel tardo XVI secolo, grazie al talento di una prolifica famiglia di artisti che segnò la storia dell'arte fiamminga. Capostipite della dinastia Pieter Brueghel il Vecchio che nel 1563 sposò ad Anversa Mayeken Coecke, figlia del maestro Pieter Coecke van Aelst, proprietario a Bruxelles di quella bottega di tapisserie in cui vennero prodotti i famosi arazzi realizzati da Raffaello per la Cappella Sistina. Dalla felice unione nacquero Pieter Brueghel il Giovane e Jan Brueghel il Vecchio, quest'ultimo soprannominato il Brueghel dei "velluti" per i morbidi toni dei suoi colori e per la predilezione nel ritrarre soggetti abbigliati con questo elegante tessuto. Tra le opere in mostra si può contemplare una bella Natura morta con tulipani e rose in un vaso di vetro, appoggiato su un tavolo realizzata a quattro mani con il figlio Jan Brueghel il Giovane, il quale alla morte del padre entrò a far parte della Gilda di San Luca, una delle più importanti corporazioni di artisti ed artigiani attivi durante l'età d'oro delle Fiandre. Attorno alla variegata composizione di fiori recisi brulica un microcosmo di insetti operosi (api, coccinelle e libellule), chiaro riferimento al tema della caducità della vita. Ma boccioli e corolle si ritrovano anche nelle imponenti ghirlande entro cui venivano incorniciate raffigurazioni religiose (generalmente la Madonna col Bambino), spesso il risultato della collaborazione tra due pittori, uno specializzato nel ritratto di figure, l'altro nel soggetto floreale. È il caso della Madonna col Bambino in una ghirlanda di fiori realizzata da Pieter Paul Rubens e Jan Brueghel il Vecchio.

Jan Van Kessel il Vecchio, Studi di farfalle e altri insetti, 16Jan Van Kessel il Vecchio, Studi di farfalle e
altri insetti, 1659, olio su marmo

Nella consistente sequenza di paesaggi e scene allegoriche spiccano gli accurati insettari di Jan van Kessel (Anversa, 1626-1679). Accantonate le tavole imbandite e i vasi di fiori, il nipote di Jan Brueghel il Vecchio porta, infatti, avanti minuziosi studi realistici della natura. In queste tavolette di legno, o di marmo, gli insetti sono realizzati attraverso lievissime velature di colore ad olio che, insieme alle ombre, conferiscono loro una stupefacente plasticità. Come se i piccoli animaletti si fossero appena poggiati sul liscio supporto. Per la prima volta in Italia si potranno ammirare anche i Sette peccati capitali di Hieronymus Bosch ('s Hertogenbosch, ca. 1450 – 1516), punto di riferimento stilistico per Pieter Brueghel il Vecchio: all'interno di un globo cristallino, poggiato su un paesaggio infernale e sormontato dalla crocefissione di Cristo, convivono le grottesche rappresentazioni di «un popolo privo di discernimento e di senno». Tra gli undici figli di Jan Brueghel il Giovane ricordiamo Abraham Brueghel (Anversa, 1631 – Napoli, 1697) che trascorse gran parte della sua vita in Italia – tra Roma e Napoli – guadagnandosi il nomignolo di Brueghel il «fracassoso». Combinando i retaggi della pittura fiamminga con i motivi classici della pittura italiana, Abraham diede forma a un personale repertorio di ariose nature morte, stagliate su pittoreschi fondali o arricchite da vasi scolpiti e bassorilievi antichi.

La dinastia Brueghel
Fino al 29 luglio 2012
Villa Olmo, via Cantoni 1, Como
Orari: da martedì a giovedì, dalle 9.00 alle 20.00; da venerdì a domenica, dalle 9.00 alle 22.00
lunedì chiuso
Biglietti: intero 10 €; ridotto 8 €; gratuito bambini fino a 6 anni, disabili con accompagnatore