Un momento della presentazione della mostraUn momento della presentazione della mostra

"In principio…" Origine e inizio dell'universo. Itinerario di arte e spiritualità – Così è stata intitolata la mostra collettiva ospitata quest'anno nei chiostri dell'Università Cattolica, promossa dal Centro Pastorale dell'Ateneo. Gli artisti presenti sono dieci, chiamati ciascuno a raffigurare, con il proprio stile e la propria sensibilità personale, i vari passi del celebre racconto biblico che narra la creazione del cosmo.
L'inaugurazione, tenutasi il 29 marzo in aula Maria Immacolata, con successiva visita alle opere, è stata introdotta da mons. Sergio Lanza, Assistente Ecclesiastico Generale, che ha ricordato l'importanza delle domande esistenziali, sull'uomo nel suo rapporto con Dio, che soggiacciono dietro al testo della Genesi. Hanno poi preso la parola Cecilia De Carli e Francesco Tedeschi, docenti di Storia dell'Arte Contemporanea, che hanno presentato gli artisti scelti per la mostra.

La prima opera, "Horizon Black and White" di Silvio Wolf, costituisce una sorta di istantanea fotografica che cattura i primissimi palpiti della Creazione, uno scatto che coglie l'attimo in cui la luce viene separata dall'oscurità. Momento aurorale dell'universo, la luce si divide dalle tenebre e acquista un suo senso compiuto, diviene giorno, e si contrappone alla notte: ecco dunque che l'opera di Wolf, nel suo rappresentare il nero delle tenebre distaccarsi dalla luce, richiama anche l'idea di un orizzonte primordiale e originario, che biancheggia alle prime luci del mattino. È l'alba del giorno uno.

La creazione prosegue con "Cielo e mare", di Umberto Mariani. Colore unico dell'opera è il blu: il blu del

I chiostri dell'Università della CattolicaI chiostri dell'Università della Cattolica

firmamento del cielo, il blu delle acque del mare; un blu che sfuma e che digrada in molteplici tonalità; un blu che assume una sua consistenza propria e si apre in un morbido panneggio, come fosse il sipario di un teatro. Le pieghe, realizzate manipolando una sottile e malleabile lamina di piombo, rievocano idealmente la forma delle fluttuanti onde del mare, e si scostano per lasciare spazio, al centro del quadro, ad una figura ovale, apparizione archetipica della volta celeste: è la prima comparsa del firmamento.

Nel terzo giorno della creazione, il mondo nascente inizia a brulicare di vita: la terra produce germogli, erba verde ammanta il suolo, crescono alberi da frutto. Marica Moro, con il suo delicato dipinto "Terzo giorno, serra", pone particolare accento sulla cura personale che Dio riserva al fiorire del mondo. Una dimensione intima anima quest'opera: il Paradiso terrestre è paragonato infatti ad una serra, accudita e protetta, con i freschi virgulti che sbocciano da piccoli vasi e si protendono ad abbeverarsi all'amorevole pioggia che Dio irrora benevolo su loro in grosse gocce.

Luca Scarabelli interpreta poi le due grandi "fonti di luce", sole e luna, poste a regolare l'alternarsi del giorno e della notte e a computare i mesi e gli anni, attraverso

Una delle opere esposte (partic.)Una delle opere esposte (partic.)

l'utilizzo di due immagini, raffiguranti un'alba e un cielo notturno. La sua opera, dal titolo emblematico "Leggere il tempo nello spazio", riprende così l'idea di una ritmica scansione del tempo, che viene suggerita proprio grazie all'accostamento visivo delle sue due polarità principali: il sorgere del sole e il sorgere della luna. Astri che si alzano e che declinano, dunque, e che in questo loro movimento spaziale segnano anche il moto temporale, il susseguirsi dei giorni, delle stagioni e degli anni.

Con "Primo volo" si dà il via all'esplosione di vita che caratterizza il quinto giorno della creazione: l'immagine più simbolica di questa gioiosa ed esuberante manifestazione di vitalità primigenia è quella dell'alzarsi in volo degli uccelli, il loro librarsi liberi in aria. Walter Riccardo Francone fotografa questa scena utilizzando sagome di uccelli che si moltiplicano tramite un gioco di riflessi, sullo sfondo delle arcate di un chiostro.

Il sesto giorno è dedicato alla creazione dell'uomo, a immagine e somiglianza di Dio: giorno speciale e privilegiato, dunque, dove il creato intero riceve il suo senso. Giorno talmente importante che Riccardo Paracchini, con la sua opera "Senza titolo (Annunciazione-Incarnazione: la Creazione)", ha voluto accostarlo al tema del di Maria posta di fronte al progetto di Dio di incarnarsi nel suo grembo. Il suo lavoro raffigura quindi la foto di una donna, scelta dalle pagine di una rivista di moda, ma che viene completamene reinterpretata dall'artista attraverso velature di colore bianco e blu, dalla forte valenza simbolica. In questo modo, il soggetto cambia il suo significato iniziale per acquisirne uno nuovo, diventando protagonista di un nuovo racconto.

Nel settimo giorno Dio si riposa: il suo lavoro è compiuto. Nell'opera di Mariella Bettineschi, "Il settimo giorno", ottenuta attraverso una rielaborazione grafica di due diverse foto, Dio si ferma e contempla meravigliato l'opera delle sue mani. Il volto di Dio viene dunque visto dall'artista nel volto di un fanciullo, nel suo sguardo puro e vivo sul mondo. Il senso di stupore e di fascino generato dalla bellezza del creato si riflette perciò negli incontaminati occhi azzurri di un bimbo, attraverso i quali traspare lo sguardo di Dio stesso sull'intero universo.

Ora l'opera di creazione passa nelle mani dell'uomo: egli è infatti chiamato da Dio a custodire e coltivare il

Una delle opere esposteUna delle opere esposte

giardino che è stato preparato per lui. Questo è il senso del dipinto di Giorgio Vicentini "Custodire", dove è l'artista stesso che, lavorando con la materia e con i colori, svolge il compito di "coltivare il quadro". Nel suo dipingere, infatti, l'artista realizza un'elaborata attività di preparazione, una sorta di coltivazione, di semina e infine di mietitura del suo quadro, in metaforica relazione con il lavoro nei campi. E quando l'opera è pronta, quando il suo frutto è maturo per essere colto, essa diviene bagaglio portatore di ricordi, indicando in ciò la sua capacità di custodire e preservare la memoria e i legami passati.

Con "Giardino di Eva e Adamo" di Kengiro Azuma, si giunge al momento in cui l'armonia perfetta tra Dio e l'uomo viene meno, rotta dal peccato originale. Ecco perché nel suo bozzetto scultoreo il giardino dell'Eden è pietrificato, e l'albero della conoscenza del bene e del male si erge ritto e spoglio, senza più nemmeno i rami, circondato solo dalle spire del serpente. Adamo ed Eva si sorreggono a vicenda, fragili pilastri di legno, ma il cerchio che li univa è ormai spezzato.

Con l'ultima opera "Geist und Materie", di Marcella Gallotta, la mostra si chiude con un'apertura: il passo che la ispira è tratto infatti dalla prima lettera di san Paolo ai Colossesi, che parla della redenzione operata da Cristo. Dopo il peccato, c'è dunque già lo spiraglio della salvezza: si profila già un passaggio dall'oscurità alla luce. Ed è proprio il contrasto tra luci e ombre a dominare "Geist und Materie", foto in bianco e nero di una stanza museale completamente trasformata e resa quasi irriconoscibile da una luminosità molto suggestiva.


"In principio…"
Origine e inizio dell'universo
Itinerario di arte e spiritualità
Mostra d'arte collettiva

Dal 29 marzo all'8 maggio 2011
Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore – Centro Pastorale
Largo Gemelli 1, 20123 Milano
Tel. 0272342238
www.unicattolica.it/centropastorale centro.pastorale-mi@unicatt.it
Orario di apertura dell'ateneo
Ingresso libero