I cicli pittorici trecenteschiI cicli pittorici trecenteschi

L'origine dell'eremo si mescola tra storia e leggenda. La tradizione riferisce di un Alberto Besozzi da Arolo, ricco mercante locale che, scampato ad un naufragio durante la traversata del lago, implorò la salvezza facendo voto di ritirarsi a vita eremitica in una spelonca nei pressi dell'attuale santuario. Era il 1170.

Il vero nucleo originario del santuario si ha, però, verso il 1195 quando lo stesso Alberto fece erigere una chiesetta dedicata a S. Caterina d'Alessandria, attualmente visibile sul fondo della chiesa. Questa costruzione fu presto affiancata da altre due cappelle: quella di S. Maria Nova, nel 1270, e quella dedicata a S. Nicola, ultimata nel 1310. Bisognerà attendere la metà del Quattrocento perché i tre edifici siano inglobati in un unico santuario, al quale venne affiancato un piccolo chiostro e il convento che ha visto il passaggio di diversi ordini

L'interno del SantuarioL'interno del Santuario

religiosi, dai domenicani ai romiti ambrosiani, fino agli oblati benedettini.

Una volta entrato nell'eremo, il visitatore incontra dapprima il convento meridionale (secoli XIV-XVII) caratterizzato da un portico scandito da sette arcate dal quale si può ammirare, come una balconata sul lago, un quadro naturale tra i più suggestivi. Sia il portico sia i vari ambienti, come la Sala Capitolare o il refettorio, presentano ancora tracce di affreschi che permettono di immaginare l'originario splendore. Dal cortile del torchio si passa poi al conventino domenicano (sec. XIII) decorato, appena sotto le finestre del primo piano -l'alloggio del Rettore – da un affresco Secentesco di grande pregio, raffigurante "la Danza Macabra", tema frequente già nell'iconografia medievale. Un secondo cortile più ampio, di forma pressoché trapezoidale, fa da sagrato alla chiesa. A questa si accede dalla porta del campanile e la visita avviene in senso opposto a quello cronologico di aggregazione, cioè dalla cappella di S. Nicola fino al

Veduta del complesso monumentaleVeduta del complesso monumentale

nucleo originario del Santuario.

Numerosi i cicli pittorici rimasti nella chiesa, un patrimonio di interventi che abbraccia più secoli. Sulla sinistra dell'altare domina sulla volta un Cristo benedicente in mandorla, affiancato dai simboli degli Evangelisti, attribuibili al noto Maestro comasco di S. Abbondio, che nel santuario lavora al fianco del Maestro di S. Margherita, suo conterraneo. Nel presbiterio prevale invece lo stile barocco, con gli affreschi di De Advocatis, databili al primo decennio del Seicento, tra i quali spicca un "Matrimonio mistico" di S. Caterina.

Lasciando questo luogo non sarà difficile ricordarsi di quel susseguirsi di affreschi di diverse epoche, altari, stucchi policromi e arcate: si porterà davvero nel cuore la sensazione di aver visto qualcosa di veramente irripetibile, lo stesso sentimento che i viaggiatori romantici del Grand Tour, da Goethe a Stendhal, hanno lasciato nelle loro memorie.

Per maggiori info.: Eremo di Santa Caterina del Sassoballaro a Leggiuno
Orario di apertura: da marzo a ottobre, tutti i giorni, dalle 9.00 alle 12.00; dalle 14.30 alle 17.00
Come arrivare: con treno Ferrovie Nord, Milano Cadorna-Laveno, poi battello Laveno-S. Caterina.
In auto: autostrada Milano-Sesto Calende, poi direzione Ispra-Leggiuno.
Tel. Ufficio Eremo: 0332647172