Una installazione di Leoni, ancora copertaUna installazione di Leoni, ancora coperta

Un diversivo – L'ineffabile senatore Giuseppe Leoni ha colpito ancora. Le sue figurine di ciclisti ad altezza naturale, in legno e alluminio, collocate nei giorni scorsi nel bel mezzo della rotonda di Capolago hanno già centrato il primo traguardo volante. Quello di scatenare le opinioni della gente, offrendole un diversivo rispetto al panorama dei cantieri, dei lavori in corso, di strade chiuse e code agostane. E qualcosa di succulento, da dare in pasto ai giornali nella piatta calma estiva.

L'impronta leonina – L'impressione è che il decano della Lega Nord per l'Indipendenza della Padania abbia in mente un progetto inesorabile: ridisegnare l'orizzonte estetico della città, lasciare la sua impronta a futura memoria. Ci ha provato con il Sacro Monte, facendosi ispirare dal Giardino dei Tarocchi in Toscana e lanciando proditoriamente l'idea delle installazioni ispirate ai misteri luminosi, ma ahi lui, "non me lo fanno fare", ha dichiarato recentemente alla stampa. Tarocchi per tarocchi, ci riprova adesso, con la partecipe autorizzazione di amministratori del suo partito, a segnare il territorio lungo l'asse lacuale, la porta d'ingresso ad ovest per Varese. Nel mirino, probabilmente, ha altri luoghi simbolo, da ridisegnare e rimodellare. Già si parla della rotonda in zona stadio dove campeggia il disco di Vittore Frattini, in onore del commendator Borghi.

Ne manca qualcuno – Un'attitudine da Albert Speer in versione bosina, o piuttosto da Cattelan a buon mercato, quella dell'architetto di Mornago: visionaria, con latenti pulsioni artistico-creative dadaiste, sulla cui ingenuità, eppure non disgiunta da una certa idea di marketing, è fin troppo facile fare ironia. Piuttosto va sottolineato che tra un Ivan Basso, ridotto a comparsa per le inaugurazioni di nuovi tratti di strada e un Garzelli desaparecido, il ciclismo varesino non è che stia proprio bene. Idem quello nazionale, mai così a terra nella sua immagine pubblica come in prossimità dei mondiali locali. Dunque la scelta iconografica di Leoni è stata quasi obbligata. Ma un dubbio, una domanda sorge, facendo giro girotondo insieme alle sagome: dov'è quella di Aldo Fumagalli, il sindaco sotto il cui mandato Varese è stata scelta come sede iridata? Mistero. Ingrati.