Federico, Andrea ed EdoardoFederico, Andrea ed Edoardo

Giovane spirito imprenditorialeFederico Avidano, Edoardo Scagliola e Andrea Visconti sono i giovani promotori e titolari dei due saloni Superego dislocati in zona Corso Garibaldi a Milano, nati nel 2003 assieme a "Movimento Moderno", una compagnia che da diversi anni lavora nel campo del design, delle arti decorative e delle antichità. Nonostante la collaborazione con alcuni dei più importanti designers italiani ed internazionali, Federico, Edoardo e Andrea hanno allacciato e allacciano rapporti soprattutto con artisti che assicurino loro dei pezzi realizzati in ceramica e plexiglass, e soprattutto in serie limitata. Ma non è tutto, "perché", dichiara Andrea, "c'è l'intenzione di aprire un centro specializzato nella produzione di ceramiche artistiche, che si appoggerà a una grande fornace di Novi vicentina, con lo scopo di riproporre un'esperienza simile a quella di Albisola Marina, ma con un'attenzione particolare alla ceramica decorativa".

Stop Bauhaus – "Il criterio seguito nella scelta dei pezzi" – esposti negli Showroom in occasione del "Fuori Salone del Mobile" dal 18 aprile scorso – "è stato dettato", secondo quanto dichiara Federico, "oltre che dal gusto personale e dalla conoscenza dei singoli autori in mostra, anche dal principio di fondo di Superego, che è quello di avere delle opere che rispondano ad un pubblico sempre più orientato verso il design decorativo, lontano dal rigore e dalla funzionalità tipici del Bauhaus".

Opere Pixel PanchoOpere Pixel Pancho

Avvicinare mondi diversi – "Quel che ci siamo proposti con questa mostra, che tra l'altro coinvolge anche la Galleria Scacchi appoggiatasi a noi in occasione del Fuori Salone, è stato di avvicinare designers provenienti da mondi diversi, per creare un melting pot di proposte in dialogo fra di loro", continua Federico. "Così ci troviamo davanti alle colonne di Alessandro Mendini, un architetto ricordato per essere stato uno dei massimi teorici e rinnovatori del design italiano anni Ottanta assieme a Ettore Sottsass jr. e Andrea Branzi, piuttosto che a Enrico Bertorelli in arte Pixel Pancho, un writer torinese, cui abbiamo chiesto di trasformare il simbolo della sua street art, il robottino, da due a tre dimensioni, realizzando un oggetto che sta già andando a ruba per la sua forma inusuale e originale; ma ci siamo rivolti anche a designers "più classici", come Ambrogio Pozzi e Marcello Morandini, che hanno lavorato per grandi firme nella creazione di prodotti da realizzare in serie. Il tutto è stato fatto per avvicinare artisti di mondi diversi che rispondano, però, tutti a quello che è il nostro intento: offrire un design decorativo".