Maurizio Savini, OrsoMaurizio Savini, Orso

Forte internazionalizzazione – La tredicesima edizione di MiArt si è presentata con un'immagine ancor più internazionale dell'anno precedente. La presenza di gallerie straniere è raddoppiata, dalle 32 del 2007 è passata alle 65 del 2008 su un totale di 200 espositori, andando ad accentuare il carattere esterofilo di una fiera già di per sé nota per il grande richiamo mondiale, oltre che nazionale, di collezionisti, critici, artisti, esperti ed appassionati d'arte. Ma Milano si sa riveste, il ruolo di capitale in tanti settori, dall'economia alla moda, dal design alla cultura, all'arte: è infatti la terza città al mondo per giro d'affari nel mercato artistico contemporaneo, dopo New York e Londra.

Un "Anteprima"un po' fiacco
– A riflettere il carattere internazionale di MiArt è stata soprattutto "Anteprima", l'area espositiva dedicata alle nuove ricerche e agli artisti under 35 affidatisi alle gallerie di recente costituzione. Un palcoscenico per le nuove individualità artistiche, soprattutto dell'America latina – paese ospite della fiera -, che al di là del lodevole intento di essere messe in dialogo con le professionalità dei territori dell'iberoamerica, degli Stati Uniti e dell'Europa, come da progetto del curatore dell'iniziativa "Nuevos Territorios Americanos", Omar-Pascual Castillo, o di esibire, attraverso il progetto "Focus Buenos Aires", la rinata vivacità creativa e il substrato multiculturale della capitale brasiliana, hanno proposto pochissime installazioni, e le opere, se rapportate a quelle del piano inferiore dedicato

Javier Velasco, Paraiso perdidoJavier Velasco, Paraiso perdido

alla contemporaneità storicizzata, non brillavano e non lasciavano un segno profondo nel visitatore. Probabilmente la mediocrità del livello artistico è dovuto anche all'assenza di grandi gallerie milanesi che hanno disertato MiArt per concentrarsi sulla manifestazione simile che a breve aprirà a Berlino.

Alzano il livello i colossi dell'arte – A rialzare le sorti dell'evento milanese, la cui edizione si ricorderà comunque per il grande numero di visitatori registrato, oltre 38.000 presenze accertate, fra cui molti volti noti (la principessa Eleonora di Jugoslavia, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Cesare Romiti, Alberta Ferretti, Cristina Mondadori, Gilda Moratti, Stephàne Lissner, Gillo Dorfles, Natalia Aspesi, Veronica e Jacopo Etro, Linus di radio DJ, Antonio Albanese, Federica Moro e molti altri ancora), è stato lo zoccolo duro dell'arte contemporanea italiana ed internazionale: Morandi, De Chirico, Fontana, Burri, Birolli, Balla, Pomodoro, Pistoletto, Sironi, Hirst, Hartung, Mathieu, Warhol e così via, esponenti di importanti movimenti artistici storici affiancati alle sperimentazioni più recenti presentate da new entry, come per esempio 1000Eventi/Guy Bärtschi, Milano/Gèneve, Zürich/Milano, alle quali bisogna dar merito.

Un illustre visitatore: Stephan LissnerUn illustre visitatore: Stephan Lissner

Il Fuori MiArt – Bisogna dare adito anche alla ricchezza dei progetti collaterali dentro e fuori la fiera che hanno raggiunto il loro livello massimo nella serata di sabato 5, grazie alle iniziative promosse dall'Assessorato alla Cultura che ha ideato EXPO ADARTE. Tra le più importanti si contano il prolungamento degli orari di apertura al pubblico di tutte le sedi espositive e museali dalle 19.30 fino alle 24.00 con ingresso ridotto o gratuito, l'esposizione di una selezione di capolavori appartenenti alle Civiche Raccolte d'Arte accolti negli spazi museali civici (un percorso ideale che si è snodato nel centro storico della città inaugurato sabato e proseguito nella giornata di domenica 6 con orari d'apertura e modalità d'accesso consueti); e la visita a
29 spazi facenti parte del circuito (CON)TEMPORARY ART: un progetto finalizzato al coinvolgimento di una pluralità di location del quartiere di via Tortona che, per una settimana, ha indossato i panni dell'arte contemporanea e della creatività.

Aspettando il nuovo museo – Il lato positivo, inoltre, è che la fiera milanese Milano da tempo funge da centro di raccordo delle realtà artistiche contemporanee, facendo le veci, se così si può dire, di quel Museo d'arte contemporanea di là da venire, il cui progetto, presentato poche settimane fa, ha visto proprio negli spazi espositivi della fiera un'ottima vetrina di presentazione. La presenza di un centro di coordinazione, non tanto di sostituzione delle già importanti realtà d'arte contemporanee presenti a Milano, oltre a MiArt che riveste più che altro un ruolo commerciale nel mondo dell'arte dei nostri giorni, si rende tanto più necessario con l'arrivo della notizia di pochi giorni fa dell'assegnazione dell'Expo 2015 alla capitale lombarda.