Un'opera dell'artistaUn'opera dell'artista

Il destino nel nome – Le opere di Fabrizio Menotti non sono affatto copie; ispirato dai disegni prevalentemente di Picasso, Dodo riesce con un'abilità fuori dal comune a plasmare i fili di ferro larghi da 6 a 8 millimetri e a ricreare l'immagine originale con una somiglianza e perfezione che lasciano sbalorditi. Una passione nata nell'officina meccanica in cui l'artista lavora, dove il ferro e l'acciaio sono presenti in diverse forme, e che Dodo attribuisce anche all'origine del suo nome: "mi chiamo Fabrizio da fabbro, è già insito nel mio nome la propensione a lavorare con ferro e metalli".

Filo di ferro come matita – La volontà di Menotti è quella di rendere le caratteristiche del segno della matita con il filo di ferro; per questo motivo cerca di rimanere il più fedele possibile all'opera originale: la creatività non sta nel soggetto, ma nel materiale. Il passaggio di piani viene reso utilizzando una retina metallica di tonalità differenti, dal grigio al nero, sempre mantenendo fede alle possibili sfumature date dalla matita. La scelta di Picasso come fonte di ispirazione ha una motivazione ben precisa: "il segno della matita è molto nitido, spiega Menotti, e Picasso con pochi segni precisi rendeva perfettamente l'idea del disegno che stava raffigurando".

Un'altra operaUn'altra opera

Antica propensione – In Fabrizio Menotti ha sempre vissuto una personalità artistica: "la mia prima mostra è del 1976, ho esposto un dipinto al Castello Sforzesco con altri artisti durante il militare, ma sono autodidatta. Dal 2000 mi dedico alla creazione di queste sculture da appendere, che vedo come elemento di arredamento della parete di una casa, e che quindi cambiano effetto a seconda del muro su cui si trovano, sia esso bianco o colorato".

 

Personale
Fabrizio Menotti "Dodo"

Fino al 15 febbraio
Pro loco, vicolo del Gambero 10, Gallarate
Orari: da lunedì a domenica 10,00 – 12,30 / 14,30 – 22,00
Ingresso libero