P. A. Magatti, La Madonna fa giungere il Viatico ad una sua devoP. A. Magatti, La Madonna fa giungere
il Viatico ad una sua devota

L'Arciconfraternita del SS. Sacramento nel Duomo di Milano fu istituita nel 1583 da S. Carlo Borromeo, il quale la poneva sotto la protezione di S. Caterina da Siena, devotissima all'Eucaristia. Tal circostanza spiega la peculiare iconografia del ciclo di tele settecentesche, oggi ristretto a sedici pezzi, in cui episodi della vita della Santa si alternano a raffigurazioni di miracoli eucaristici. Il ciclo quindi è estremamente importante perché reca un prezioso contributo alla conoscenza del vastissimo repertorio iconografico riguardante il Mistero eucaristico.

Con poche eccezioni, le tele non furono tutte commissionate direttamente dall'Arciconfraternita ma da singoli confratelli, che ne mantenevano il titolo di proprietà e le conservavano nelle proprie abitazioni; si spiega quindi il formato relativamente ridotto dei dipinti rispetto ai teleri del ciclo parallelo di Storie dell'Invenzione della Croce e del Sacro Chiodo, originariamente formato da ventitue quadroni. Alla fine del Seicento, il Capitolo Metropolitano concedeva all'Arciconfraternita l'autorizzazione a far montare annualmente sui piloni del Duomo un apparato per la festa del Corpus Domini, fatti eseguire dai confratelli, il cui numero ammontava a

Filippo Abbiati, S. Antonio prova ad un eretico la verità del SFilippo Abbiati, S. Antonio
prova ad un eretico la verità del
Sacramento

trentadue pezzi. L'unico dipinto commissionato direttamente dall'Arciconfraternita nel 1700 era l'ovato con la Gloria del Santissimo Sacramento di Federico Bianchi, esposto sulla porta del Duomo a inaugurare la serie e a collegare l'apparato interno della cattedrale con la solenne processione per le vie cittadine. Il dipinto purtroppo si usurò col tempo e venne sostituito nel 1843 da una copia di Giuseppe Rasnesi. Al ciclo presero parte i maggiori artisti lombardi del periodo: Federico Bianchi, Filippo Abbiati, Carlo Preda, Paolo Cazzaniga, Giacomo Pallavicini, Antonio Maria Ruggeri, Giovan Battista Costa, Pietro Antonio Magatti, Federico Ferrario, Giuseppe Procaccini. Questi artisti non solo tennero fede ad una tradizione fatta di equilibri preziosi, intonazioni unitarie, finezze ricercate, ma riuscirono a rendere ideazioni cicliche davvero complesse, pervase di una spiritualità intensa e fervida.

Pur con trasformazioni e ridimensionamenti, l'Arciconfraternita riesce a sopravvivere alle soppressioni giuseppine e ottocentesche, mantenendosi collegata alla Fabbrica del Duomo. Dieci dipinti vengono purtroppo distrutti durante la seconda guerra mondiale e sono documentati solo attraverso fotografie. Dopo ulteriori vicissitudini e trasferimenti in vari depositi, dal 2001 i dipinti sono stati allestiti al Museo Diocesano di Milano.