Il complesso monastico di Santa Caterina del Sasso BallaroIl complesso monastico di
Santa Caterina del Sasso Ballaro

"Santa Caterina del Sasso, un miracolo di intraprendenza creativa, dove pragmatismo monastico e istituzionale si incontrano per esaltare la forza dell'amore cristiano sulle rive del Lago Maggiore", scrive Felice Magnani, giornalista moderatore della serata di giovedì 18 novembre a Villa Recalcati proposta dall'Associazione Culturale Attivamente di Casalzuigno in collaborazione con la Provincia di Varese incentrata sul tema 'I VALORI della DISCIPLINA MONASTICA, tra IMPRENDITORIALITA' e CULTURA CONTEMPORANEA'. Ospite d'onore non poteva che essere Padre Roberto Comolli OSB, Priore di Santa Caterina del Sasso Ballaro di Leggiuno.

Il santuario più suggestivo d'Italia – "Il suo segreto? L'unicità della sua ispirazione architettonica, la spettacolarità di una collocazione ambientale che fonde, come in un mosaico, natura, arte e paesaggio. E' una scultura nella roccia, sospesa tra le aristocratiche suggestioni del Lago Maggiore e uno dei cieli più limpidi di Lombardia", prosegue Magnani.

La vista sul lagoLa vista sul lago

E' un esempio da più punti di vista – "Umanità, spiritualità, lavoro e interesse sociale riprendono forma e contenuto, per rispondere all'egoismo di un mondo dove le creature si sentono sempre più sole e smarrite, incapaci, quindi, di dare un senso alla propria vita – scrive Magnani – è così che la forza della disciplina benedettina, incarnata nella Regola di San Benedetto, torna a proporsi come modello di un cristianesimo che si identifica in una religiosità non parassitaria, dove il mondo esprime la melodia della Comunità, come risposta a forme di soggettivismo esasperato". "Il monachesimo è il continuatore delle grandi tradizioni socio-religiose del nostro paese, non ha cambiato vita, continua ad essere una presenza anche oggi, seppur con modalità adeguate. Una volta i monaci godevano della loro indipendenza in virtù del patrimonio che si costruivano, oggi dobbiamo prendere un'indipendenza che ci viene offerta che, però, non è una cosa negativa, è la presenza che conta; le istituzioni ci offrono il contesto, ma noi dobbiamo riprodurre quelle attività e direi anche quel servizio che prima i monaci esprimevano in un'altra forma, perché erano autonomi. Il monastero era il cuore del territorio e, del suo benessere, viveva tutta la popolazione", spiega Padre Comolli.

Una panoramica sull'eremoUna panoramica sull'eremo

Tratteggio cronologico – La conferenza a Villa Recalcati ancorata profondamente alla storia del gioiello artistico varesino, vuole essere anche un invito alla riscoperta e alla valorizzazione dell'ermo. Il complesso monastico è composto da tre edifici risalenti ai secoli XIII-XIV; la sua fondazione è attribuita al Beato Alberto Besozzi di Arolo che fece un voto a S. Caterina d'Alessandria durante un naufragio e che si ritirò qui in una grotta per 35 anni a condurre vita eremitica. Da sempre un luogo custode di fede e preghiera, di riflessione e lavoro. Nel secolo XIV era abitato da una comunità di monaci Agostiniani, ai quali nel 1379 subentrarono i Romiti Ambrosiani e successivamente nel 1649 i Carmelitani. Dal 1970 l'eremo è proprietà della Provincia di Varese; dal 1986 al 1996 è stato retto da una comunità Domenicana, oggi è passato agli Oblati Benedettini.

"Se essere nostalgici, significa amare la verità storica, ebbene io lo sono, nel senso che per nulla al mondo potrei abdicare ad essa. Credo piuttosto che ci siano dei valori della nostra tradizione che possano benissimo essere un ricostituente adatto alla superficialità dei nostri giorni", conclude Felice Magnani.

I VALORI della DISCIPLINA MONASTICA,
tra IMPRENDITORIALITA' e CULTURA CONTEMPORANEA

Giovedì 18 novembre ore 21:00
Moderatore: Prof. Felice MAGNANI giornalista
Villa RECALCATI
Piazza Libertà, 1
Associazione Culturale ATTIVAMENTE
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