L'ingrandimento.Cielo per Nini,1972L'ingrandimento.
Cielo per Nini,1972

Mostre parallele – Milano, Roma e Torino congiuntamente offrono al pubblico il più ampio spaccato della fotografia che Mulas ha dedicato al mondo dell'arte contemporanea, fonte principale della sua ispirazione artistica. Circa 600 opere sono esposte nella capitale lombarda e in quella laziale suddivise in due sezioni parallele e contemporanee, mentre a giugno sarà la volta della Gam di Torino, che le ospiterà in un'unica rassegna.

Doppio percorso espositivo –
L'itinerario proposto al PAC è pulito e chiaro nella disposizione lineare delle foto, fuorché nella sala iniziale dove le immagini si ammassano nell'urgenza di esprimere l'attivismo e la vitalità degli artisti americani  ritrattati da Mulas nel corso degli happening e delle serate nei loro ateliers newyorchesi. Quelle che si mostrano agli occhi dell'osservatore sono 250 opere che raccontano parallelamente su un unico binario, quello della fotografia, il mondo dell'arte degli anni sessanta e settanta e l'evoluzione linguistica dell'arte di Mulas.

Sala di Michelangelo PistolettoSala di Michelangelo Pistoletto

Il grande salto nell'arte – Dopo aver visto la Biennale di Venezia nel 1964, occasione d'incontro dei grandi della scena dell'arte, come Johns, Dine, Oldenburg, Rauschenberg, o della critica d'arte, come Alan Solomon e il gallerista Leo Castelli, Mulas parte per New York, dove ha modo di entrare nel mondo dei pittori, condividendo con loro, in qualità di testimone speciale, il cambiamento dell'arte nel momento in cui il mutamento accadeva e si affermava. È negli States che il fotografo milanese supera definitivamente la tradizione del reportage classico, di cui le immagini, intitolate "Periferie" e disposte a conclusione dell'iter espositivo, mostrano il lavoro di un giovane autodidatta che negli anni Cinquanta si fa interprete delle contraddizioni di una città complessa come Milano. Mulas a New York incontra e ritrae Duchamp, Warhol, Lichtenstein, Johns, Cage, Christo, Segal, Oldenburg, Rauschenberg e Rosenquist, nel tentativo di rendere la loro disposizione mentale più che in quello di registrarne gesti e istanti creativi.

Mettere a nudo la fotografia –
L'esperienza newyorchese, che favorisce in Mulas l'attenzione critica verso l'uso del medium fotografico, lo porta ad interessarsi al provino in quanto immagine, perché in esso si leggono le operazioni della fotografia: i tempi, i modi e il punto di vista che il fotografo ha della realtà. Il provino, in quanto verifica dell'operazione di registrazione fotografica, assume un valore estetico. Quelli in visione nella II sala del PAC sono stampe di grandi dimensioni, ottenute con pellicole del reportage americano o dall'ingrandimento di alcuni negativi.

Roy Lichtenstein, New York 1964.Roy Lichtenstein, New York 1964.

Nuove ricerche – Alla fine degli anni Sessanta l'avvento delle immagini televisive e la crisi del reportage classico spingono Mulas ad esplorare le possibilità comunicative del mezzo fotografico. Le foto non vengono più scattate solo per illustrare testi di riviste, bensì per essere raccolte in libri e cataloghi, come "Campo Urbano", la manifestazione organizzata da Luciano Caramel nel centro storico di Como il 21 settembre del 1969, per la quale il fotografo realizza il reportage dell'evento e cura il relativo volume assieme al critico d'arte e a Bruno Munari. In questo caso Mulas adotta immagini-provino, composizioni di fotogrammi, carta da stampa colorata e sperimenta viraggi colorati. La sperimentazione e la realizzazione di foto, che sono opere d'arte, connotano anche le cartelle fotografiche su Fontana, Duchamp e Montale o le scenografie teatrali di "Giro di vite" di Benjamin Britten, dove le suggestione surreali della trama del dramma porta l'autore all'uso della solarizzazione, o le scenografie di "Wozzeck" di Alaban Berg condotto dal regista Virginio Puecher.

Fotografia sotto esame –
L'ultima stagione creativa di Mulas è attraversata dalla profonda analisi concettuale cui sottopone il suo lavoro. "Le verifiche" sono l'anima e il testamento della condizione cui è giunta la sperimentazione dell'artista, che ha voluto riflettere sulle operazioni che per anni ha compiuto ogni giorno, interrogandosi sull'uso dell'obiettivo, sugli effetti del grandangolo, sulla pellicola, sulle proprietà della sua superficie, prendendoli come spunti di riflessione sull'arte della fotografia, sul ruolo del fotografo e sul suo rapporto con la macchina, osservati da un punto di vista particolare, quello dell'artista che ha alle spalle vent'anni di esperienza.

Un attento ricercatore – L'arte di Mulas è dunque un lungo racconto di visioni e di idee che hanno fatto e rappresentato la cultura degli ultimi cinquant'anni. La sua modalità artistica è quella non convenzionale dei generi fotografici cui si dedica, dal ritratto alla fotografia di teatro, dalla moda alla scenografia. Ma Mulas è soprattutto il reporter dell'arte, che comprende l'importanza del processo nella creazione artistica, sua e degli altri, e che fa fare alla fotografia il grande balzo in avanti.

Ugo Mulas. La scena dell'arte
5 dicembre 2007-10 febbraio 2008
A cura di P.G. Castagnoli, L. Matino, A. Mattirolo
PAC Padiglione d'arte contemporanea
Via Palestro 14 – 21021 Milano
Orario Lunedì 14:30-19:30
Mar., merc., ven., sab., dom. 9:30-19:30
Giovedì 9:30-22:30
Ingresso: Euro 5 intero; Euro 3 ridotto; Euro 3 scolaresche
Info Tel. 02/ 76 00 90 85 www.comune.milano.it/pac
http://www.ugomulas.org/
La mostra è organizzata in tre sedi
Milano, PAC dal 5 dicembre 2007 al 10 febbraio 2008Roma, MAXXI dal 4 dicembre 2007 al 2 marzo 2008Torino, GAM dal 26 giugno al 19 ottobre 2008