Clara Castaldo (Coordinatore di redazione)
Il meglio: la mostra di Bennati a Daverio; gli incontri aperti al pubblico con gli autori a Villa Panza; gli Amici del Piccio a Montegrino Valtravaglia; le mostre al Chiostro Artecontemporanea di Saronno; "Il colore per me é…" di Serena Contini; la mostra dei dipinti di Francesco De' Tatti in Sala Veratti, unico, autentico e prezioso bagliore cittadino; l'allestimento per l'esposizione di Rocco Magnoli, ancora in Sala Veratti. Lo sforzo di giovani studiosi preparati e competenti troppo spesso messi in un angolo dalle "solite facce" onnipresenti e tuttologhe. Il lavoro di un anno con la Redazione di Artevarese: un percorso in salita ma pieno di voglia di far bene e di gioie da condividere con straordinarie persone incontrate.
Il peggio: gli anni '80 al MAGa, l'identità sbiadita del Museo di Cerro, Artparty al Castello di Mansago: poco riuscita e assolutamente limitante e forzata la formula del "tema in classe: svolgimento". Ancora troppo pochi i finanziamenti per i restauri in provincia.
L'auspicio: che molte realtà nascenti come il Museo di Tradate o storiche come il Museo della Società per gli Studi Patri di Gallarate possano portare nuova linfa vitale alla provincia; che il Festival Fotografico di Busto possa consolidarsi sempre più; l'augurio più grande alle piccole e meritevoli realtà locali che – nonostante tutto e tutti – vanno avanti: penso alle Fornaci di Cunardo, alla bellissima Torre Colombera di Gorla.

Lara Treppiede (Collaboratore)
Il meglio: la scoperta/riscoperta della scultura con gli omaggi a Floriano Bodini e Angelo Frattini grazie a preziose sinergie e il coinvolgimento di realtà territoriali diverse. Lo stesso vale per l'architettura: pregevole l'immenso lavoro che l'Accademia di Mendrisio ha dedicato a Varese (speriamo venga valorizzato da chi di dovere), le conferenze a Villa Panza e gli incontri all'Ordine degli Architetti, sia ‘big' che giovani. La mostra unica e di alto livello di Rodin a Legnano; la personale di Federico Romero Bayter alla Galleria Ghiggini, coinvolgente e spettacolare. L'atmosfera internazionale all'inaugurazione del MAGa.
Il peggio: la scomparsa di Riccardo Prina.
L'auspicio: che venga riconosciuto l'entusiasmo e la passione soprattutto dei giovani e venga data loro l'opportunità di lavorare, in particolare nel campo della cultura. Basta guardare solo al proprio, oggi più che mai c'è bisogno di confronto e collaborazione.
Che non vengano realizzati progetti come il nuovo ingresso di Sala Veratti, una bruttura che oltre a rompere la simmetria della storica facciata, è già diventato sintomo di degrado per la scelta, a mio parere inopportuna, del tessuto per la copertura.

Claudia Amato (Collaboratore)
Il meglio:
la mostra 'Quali cose siamo' alla Triennale di Milano. Per l'allestimento sincronico e dinamico, in cui presente e recente passato sono messi a "contatto dialogico", mescolando abilmente arti visive e design, e restituendo allo spettatore un climax culturale assai vivace e stra-vagante.
Il peggio: la carente collaborazione tra le amministrazioni comunali che privilegiano spesso le cosiddette "mostre-pacchetto" (che pur ammaliando il grande pubblico, scontentano sotto il profilo scientifico) o le iniziative a favore dei soliti (e ormai triti) artisti locali.
L'auspicio: anziché trincerarsi dietro l'apparente sicurezza di nomi o correnti artistiche che rischiano di annoiare e di deludere le aspettative, bisognerebbe lasciar spazio a ricerche ed energie più giovani, di cui il panorama culturale italiano non difetta di certo.

Luigi Barion (Collaboratore)
Il meglio: il MAGa di Gallarate, lodevole per la provincia di Varese che apre le sue finestre non solo sull'Italia ma anche sull'Europa. Sarà certamente difficoltoso portare avanti un discorso di alto livello ma grazie all'operosità dei Gallaratesi credo che ciò sarà possibile.
Il peggio: il comportamento riprovevole ed incomprensibile dell'amministrazione comunale di Varese, di alcuni funzionari e delle forze politiche che artatamente ignorano la presenza di cimeli storici risorgimentali di prima grandezza presenti presso il civico museo di Villa Mirabello; un fatto gravissimo che oscura tutta la città di Varese che era unita il 26 maggio 1859 e che oggi non solo ignora la sua "bosinità" ma anche i ragazzi che hanno dato la vita a Varese e non solo per un sogno, poi realizzato: l'Unità d'Italia.
L'auspicio: che Varese e la sua Provincia siano sempre all'altezza della loro storia passata e che non guardino alle meschinità di certa politica che vuole escludere invece di unire.

Manuela Ciriacono (Collaboratore)
Il meglio: il Festival Fotografico Italiano, un evento davvero di respiro nazionale e di altissimo livello artistico e culturale, che, nonostante il grande successo, non ha avuto alcun riscontro sulla stampa locale; il recupero in corso di Casa Canavesi-Bossi (noto come il Conventino) a Busto Arsizio; l'operato dell'Agenzia del Turismo della Provincia di Varese.
Il peggio: le porte chiuse in faccia ai giovani, nel tentativo "sacrilego" di trovare spazio nel mondo dell'arte, riservato a quanto pare sempre e solo ai soliti nomi.
L'auspicio: che finalmente le amministrazioni capiscano che "con la cultura si può mangiare" e inizino a considerare l'arte e il turismo culturale come principali motori economici del nostro territorio.

Serena Gecchele (Collaboratore)
Il meglio: la conoscenza tecnica e scientifica, nonché le potenzialità dei giovani artisti, curatori, giornalisti, operatori artistici e culturali di Varese e provincia.
Il peggio: la non volontà dei "baroni" e "burattinai" della cultura e dell'arte in genere di valorizzare l'enorme ricchezza rappresentata dai giovani appena citati. I sempre più frequenti e profondi tagli alla cultura e al mondo dell'arte: specchio di una tragica situazione nazionale. La proposta di legge che potrebbe istituire la guida turistica nazionale: uno scempio per la nostra e tutte le province italiane!!!
L'auspicio: che il precariato di tanti giovani addetti ai lavori si trasformi finalmente in vero lavoro. Che il mondo dell'arte e della cultura vengano pensati a livello nazionale e quindi a livello locale come fonte di guadagno, di business.

Alessio Magnani (Collaboratore)
Il meglio: il taglio dei finanziamenti alla cultura da parte dei comuni – attenzione: non quelli deprecabili all'Istruzione – potrebbe essere occasione per rinnovare il modo di elargire contributi in favore di certe operazioni culturali, sorrette da troppi soldi pubblici e da scarsi apprezzamenti del pubblico, che paradossalmente ne è il diretto finanziatore. Stimolo per rendere davvero competitive la cultura in Provincia e farla uscire dalla sindrome di Peter Pan.
Il peggio: il MIDeC di Cerro, eterna promessa che non riesce a ritagliarsi davvero un suo ruolo di Museo Internazionale del Design Ceramico che sia tale non solo di nome. La sensazione è – ne siamo stati diretti testimoni all'ultimo vernissage della classica mostra natalizia – che ci siano sempre più cartelloni per le strade della provincia e sempre meno pubblico alle inaugurazioni. Una strana contraddizione.
L'auspicio: sarebbe miracoloso se gli enti pubblici cominciassero ad avere davvero un ruolo di guida nella creazione di posti di lavoro all'interno del settore cultura, finanziando i progetti meritevoli, innovativi e sostenibili. Sono da evitare i finanziamenti a pioggia o troppo "puntiformi", che privilegiano spettacoli ed eventi isolati senza una politica di continuità, e troppo spesso più per amicizie o simpatie che per reale valore dell'operazione culturale finanziata. A questo proposito, un ripensamento del ruolo reale degli assessorati alla cultura è fondamentale: non più luoghi di scambi di favori e di occasione per un restyling dell'immagine delle amministrazioni ma veri e propri laboratori per valorizzare il lato qualitativo della cultura, luogo dell'economia in cui applicare le professionalità dei giovani italiani che hanno scelto di lavorare nel settore.

Chiara Mari (Collaboratore)
Il meglio: le mostre che riscoprono e studiano raccolte di documenti, fotografie e opere sia pubbliche che private meno note al grande pubblico.
Il peggio: le mostre dei "grandi nomi" senza un forte progetto curatoriale alle spalle.
L'auspicio: che i giovani laureati motivati da passione e impegno possano trovare un loro spazio nel mondo dell'arte e della cultura.

Laura Orlandi (Collaboratore)
Il meglio:
l'apertura del MAGa (finalmente anche la nostra provincia ha un polo culturale) e la mostra di Rodin a Legnano, semplicemente incantevole.
Il peggio: la scomparsa di Riccardo Prina.
L'auspicio: maggiori iniziative culturali per i giovani e più possibilità di lavoro nel campo dei beni culturali.