Gallarate –  L’inaugurazione della mostra che il Civico 3 di Gallarate dedicata a Kazuko Murayama è stata l’occasione per scoprire una pittrice curiosa, che ha vissute almeno due vite come racconta il figlio Shinya Murayama nella toccante performance di mimo che ci ha introdotto l’artista.

Ma chi è Kazuko Murayama?

Una donna minuta, sorridente, che a 79 anni debutta in Italia con la sua prima mostra personale. Ma Kazuko è una pittrice affermata – sia chiaro – che vanta tra i tanti riconoscimenti anche il premio Japan Airlines – 1990 e il Premio Cultura, del Ministero dell’Istruzione, ricevuto nel 2006. Inoltre è membro storico dell’associazione Shuyou-Kai, fondata nel 1918 dalla poetessa Yosano Akiko, la cui mission è la valorizzazione delle pittrici nell’arte e nella cultura giapponese. Scopriamo la storia della sua vita grazie al figlio Shinya – mimo, clown, attore – che con una performance coinvolgente racconta con i gesti la madre.

Kazuko nasce in una famiglia di insegnanti e dipinge fin da piccola, scegliendo in particolare come soggetto la natura che tanto ama. Il padre la vorrebbe insegnante, per questo si iscrive all’università di Kobe. A diciotto anni, in seguito alla morte del padre, decide che oltre a fare l’insegnante di scuola media avrebbe dipinto. Incontro fatidico per Kazuko è quello con il futuro marito Massahiro che si innamorò sia dei suoi dipinti sia di lei. Dalla loro unione nascono due figli e l’artista continua a dedicarsi all’insegnamento e all’arte pittorica.

A quarantotto anni decide di andare in Belgio per studiare pittura, decisione appoggiata dalla famiglia. Si specializza all’accademia di Belle Arti di Bruxelles dove impara che dipingere non è solo disegnare bene e che ogni dipinto deve essere dotato di una propria individualità. Da quel momento il suo stile diventa libero, inizia ad ottenere premi e a viaggiare all’estero. L’amato marito Massahiro muore a ottantaquattro anni serenamente, a quel punto Kazuko decide di rimettersi in viaggio e di esibirsi in Italia.

Bambina di pace

La traduzione italiana del nome Kazuko (bambina di pace) è il potente ed evocativo titolo della mostra della pittrice. Scelta che apprezziamo considerando il momento storico che stiamo vivendo (pensiamo ad esempio alla vicina guerra in Ucraina, alle tensioni in Kosovo). In più nel caso di Kazuko sembra particolarmente vero che il destino di quest’artista energica sia racchiuso nel nome.

Il suo obiettivo è sempre stato quello di vivere in armonia con la natura e con gli altri, dipingendo, migliorandosi continuamente, conoscendo nuove culture attraverso i viaggi. Kazuko infatti è stata in Europa, in Africa, in Sudamerica, in Nepal e l’approdo in Italia è legato anche al fatto che il figlio Shinya si è stabilito qui. Ma quali sono le fonti d’ispirazione dei suoi dipinti? Sicuramente il paesaggio, non solo quello giapponese, gli innumerevoli viaggi, la sua storia personale. Per la mostra al Civico 3 l’artista ha scelto opere che rappresentano paesaggi giapponesi e del varesotto. Kazuko, che lavora sia su piccoli sia su grandi formati, per quest’ esposizione ha preferito il piccolo-medio formato, particolarmente adatto per lo spazio espositivo. Nelle sue opere colpisce l’uso del colore: spesso steso energicamente, con grumi in rilievo, con cui costruisce l’immagine. Ma a colpire ancora di più è la forza di questa pittrice, che si è perfezionata continuamente e che ha capito quanto sia importante viaggiare prima dentro di sé e poi fuori.

Informazioni:
L’esposizione sarà aperta nei weekend del 10-11-17-18 giugno orari 10.30 – 13 /15 -19. Per visite su appuntamento contattare il numero 3476571335 anche via Whatsapp oppure scrivere a 3civicotre@gmail.com.

Eleonora Manzo