Milano – Il ritmo del picchio, immaginato come gesto artigiano trasforma l’argilla in forma e colore. Negli spazi espositivi di Gilda&Co è possibile visitare “Il battito del Picchio. Il fantastico mondo delle ceramiche di Enzo Bioli”, un’ampia rassegna che riporta al centro dell’attenzione il laboratorio “Il Picchio”, fondato nel 1967 e attivo fino al 1985, diventato negli anni un luogo di produzione riconosciuto a livello nazionale e internazionale.

L’esposizione riunisce oltre 150 opere tra lampade, vasi, piatti, tazze, fioriere, salvadanai e oggetti d’uso quotidiano. Tutti i pezzi portano la marcatura a pennello “Il Picchio – PR.”, il segno manuale con cui Bioli conferiva a ogni oggetto un’identità riconoscibile e autentica. Le forme, spesso influenzate da un immaginario “space age”, alternano semisfere lucide, aperture circolari e basi troncoconiche, mentre gli smalti pieni — arancione, blu oltremare, nero lucido — regalano a ciascun pezzo una presenza intensa e moderna. Ogni oggetto si inserisce in un linguaggio modulare e coerente, pensato per dialogare con gli altri più che per imporsi come elemento isolato.

Enzo Bioli, nato a Parma nel 1932, si forma artisticamente tra la sua città, Brera e Bologna, studiando con maestri come Latino Barilli e Umberto Lilloni. Pittore, grafico, scenografo, designer e ceramista, partecipa a mostre e premi, ottenendo riconoscimenti a livello nazionale. Fondatore del laboratorio “Il Picchio”, venne segnalato già nel 1968 dalla rivista Domus. Profondamente inserito nella vita culturale della sua città, fu assessore alla cultura e al teatro e ricoprì ruoli di rilievo negli enti teatrali regionali.

L’idea della mostra nasce dal ricco archivio di Compasso, che raccoglie opere, documenti e fotografie sulla storia del design italiano. La storica del design Anty Pansera ha accolto con entusiasmo la proposta di dedicare una rassegna a Bioli, definendolo un “artiere”, capace di unire discipline diverse con un gesto progettuale che non concede nulla al capriccio. Per Pansera, i suoi oggetti “si offrono alla mano e alla luce”, diventando piccole macchine d’uso dove la forma è sempre una soluzione.

Secondo Alessandro Pedretti, questa esposizione apre un nuovo capitolo nella ricerca sul progetto contemporaneo. Le ceramiche de “Il Picchio”, pur appartenendo a un’altra epoca, mantengono una sorprendente vitalità e costruiscono un paesaggio domestico fatto di colori, forme e ritmo, capace di parlare al presente con forza e chiarezza. Riunire questa produzione permette di cogliere l’originalità e l’impatto di un’esperienza creativa che continua a rivelarsi sorprendentemente attuale.

L’esposizione rimarrà in calendario sino al 30 gennaio, da martedì a sabato dalle 15 alle 18.