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Energia artistica – Il rifiuto è entrato a far parte della nostra quotidianità. "Il rifiuto, un tempo celato, diventa oggi visibile con tutto il suo ingombro volumetrico, leggero o pesante che sia, morbido o rigido", scrive Luciana Schiroli, curatrice della mostra collettiva allestita in Sala Veratti fino al 6 maggio. Su questa tematica dei giorni nostri, sul processo che abbiamo sotto i nostri occhi quotidianamente, si sono messi in gioco undici artisti cittadini, realizzando opere con materiali di diversa natura, derivazione, qualità. I rifiuti, i soggetti delle creazioni esposte, "si ribellano all'abbandono, al disordine alla discarica, per una raccolta differenziata che possa diventare riciclo e recupero energetico", continua la critica. La mostra nasce da una proposta dell'Associazione ETLI Varese e Provincia, che spesso si caratterizza attraverso attività legate al tempo libero alla cultura e alla formazione, oltre all'attenzione che dedica al territorio cittadino, anche in campo ambientale.

Dalle Campbell di Wharol – "Potremmo definire la sua opera non solo un'allarmata diagnosi della coscienza e della società, ma un primo indirizzo d'organizzazione pubblica del pessimismo", descrive Franco Azimonti in merito alle acqueforti esposte da Giancarlo Pozzi. Selezionati e schedati i rifiuti nelle opere presentate dalla giovane Francesca Anastasi; un assemblaggio di materiali differenti e di recupero, legno, stoffa, silicone…Una lettura più profonda nelle sculture di Anne Alexandra Bacchetta, dove le mani protagoniste sono una risposta all'urgenza di comunicare quei sentimenti di pace, di uguaglianza e di solidarietà spesso calpestati o derisi. Una restituzione grafica, accademica, pulita paradossalmente dei rifiuti, nelle grafiche di Michela Malandrin: "il rifiuto, nella resa perfetta dei suoi particolari, diventa esso stesso un'opera d'arte, sia quando è ripreso nella sua integrità, sia quando se ne mette a fuoco un suo particolare", scrive l'artista.

Opera in mostraOpera in mostra

Materia e materiali – "Un trittico ricco di risonanze interiori, che scorrono in un flusso vitale continuo senza inizio e senza fine: in eterno divenire, dunque, la storia personale che si avvale di tasselli fotografici, di impronte segniche, di frammenti di oggetti del quotidiano, sottratti alla distruzione e all'oblio", scrive Helen Claire Mitchell che per l'occasione presenta opere dalla consistenza materica costruite da diverse superfici. L'evoluzione della materia stessa, la sua espansione, il suo cammino, che sembra essere paragonato al destino di quello che diventa rifiuto, viene regolato dalla mano dell'artista, nel caso delle creazioni di Diego Ornaghi. Testimoni del tempo compaiono nelle creazioni lignee di Loris Ribolzi: diverse cromie, "le opere di questa serie ricercano armonie formali nell'assemblaggio di forme non volute", specifica l'artista. Contrasti e intersezioni di buio e luce risaltano nelle tele di Toni Vetrano: "il dominio della materia è perfetto e il colore, sia nero sia oro, si carica di valenze antropologiche: così un materiale scartato, salvato dall'inesorabile distruzione, si tramuta in modo alchemico assurgendo a nuova immagine e a nuova vita".

Spazio occupato – Al centro della sala espositiva un'installazione firmata da Maria Teresa Gonzalez Ramirez: "l'assemblaggio di lampadine fulminate diventa 'itinerario esistenziale', che dal buio conduca alla luce, 'cibo per lo spirito e per l'anima". Veri e propri gioielli da indossare quelli realizzati da Carla Celada: fiori leggeri e variopinti, gioielli poveri ma solo nei materiali. Emilie Scheffer presenta 'Ingredienti per pasta', opera in cui oggetti di recupero diventano protagonisti della tavola, del cibo: "nella sacralità del gesto, la scelta primaria del cibo, di un cibo che sia cibo per la mente, per l'anima e per il cuore".


'Rifiuti ribelli'

dal 18 aprile al 6 maggio
Sala Veratti
Via Veratti, 20
Varese
Orari: da martedì a domenica: 10-12,30 / 15-19
Ingresso libero
Per informazioni: cell. 347.3004187