Paolo Fiorellini in mostra allo Spazio Lavit di VaresePaolo Fiorellini in mostra allo Spazio
Lavit di Varese

Vorrai mica fermare il progresso? "Appuntamento ai "buffalo corrals" del Custer State Park, South Dakota: a giorni saranno in vendita centinaia di bisonti, per il ripopolamento o per il macello (forse finiranno nei piatti dei Ted's Montana Grill di Ted Turner). Il Parco – peccato ricordi il fanatico "Capelli Lunghi" Custer – è nelle sacre Black Hills, nel cuore delle Great Plains, grandi pianure dove i "tatanka" si radunano ogni anno nel branco più numeroso degli States, ormai solo tremila esemplari. I cow boy ogni fine settembre li spingono in un enorme recinto, li scelgono e vaccinano; gli eccedenti li vendono a novembre, cioè sabato, in una cornice fantastica di laghi, colline, picchi di granito, animali selvatici, boschi autunnali. Un tempo i bisonti migravano a milioni da Nord a Sud, verso pianure più erbose, per 500 chilometri. Sulle loro piste gli indiani delle praterie. Nelle terre Lakota e Cheyenne ci sarà ancora qualche dio pagano che vide il massacro di Wounded Knee, o quelli di Little Big Horn e di Sand Creek, del 28 novembre 1864? Il colonnello Chivington, "occhi turchini e giacca uguale" di De Andrè e Bubola, massacrò donne, vecchi e bambini che si erano radunati sotto una tenda, con in cima la bandiera bianca e quella degli Stati Uniti (e qualcuno la chiama ancora ipocritamente "battle", battaglia. Conviene riguardarsi, per quanto crudo, il film "Soldato blu", rileggere anche Salgari, che ne scrisse). Oggi, al netto di folklore e paccottiglia, resta il genocidio dei Nativi, l'epica di una civiltà e di una grande migrazione del regno animale. Il bisonte, alto quasi due metri e pesante anche una tonnellata, è simbolo di natura selvaggia, biologi ed etologi – curiosamente lo mettono in alto nella classifica gay del regno animale – cercano di far riprodurre le poche decine di migliaia superstiti".

Riporto quasi per intero uno degli ultimi pezzi di Carlo Grande, pubblicato nella sua favolosa rubrica: "Vieni avanti creativo". Mi è tornato alla mente, guardando le opere di pittura di Paolo Fiorellini, l'ultimo ospite dello Spazio Lavit di Varese.
Interessante produzione pittorica la sua, vicina ad un immaginario alfabeto cuneiforme, distante anni luce – così pare – dalle sculture, dagli idoli metallici, dai

Uno dei lavori di FiorelliniUno dei lavori di Fiorellini

moderni soldati di Xi'an (quelli dell' "esercito di terracotta", di cui, in realtà non si conosce l'esatto numero di statue, poiché gli scavi sono ancora in corso). "Finché ci saranno bisonti vivremo alla nostra maniera" recita uno dei titoli delle opere su tela. L'America dei bisonti richiama, quasi per assurdo, le statue di "guardia" alla tomba del primo imperatore cinese. E la pittura di Fiorellini pare attrezzare, in maniera complementare, la sua scultura: un'anima di polistirolo vivestita di una corazza metallica. 

Le sculture di Fiorellini evocano automi fantascientifici, mummie fasciate, comunque corpi svuotati, sordi e nemmeno tintinnanti come campane. Fantocci e quasi-robot non intessuti di lana metallica o di arterie e vene di ferro ma solo rivestiti da nastri di alluminio.  

Dallo spazio espositivo varesino fanno sapere: "Gli ultimi guerrieri, sporchi di grasso nero come se venissero da un'altra galassia, corruschi e corrucciati, per farne risaltare i riflessi metallici, Fiorellini li ha collocati su un fondo di cemento, che assorbe completamente la luce e che, a sua volta, evoca panorami urbani degradati; il calcestruzzo armato a vista, emblema di progresso e di modernità ai tempi di Le Corbusier, oggi è un problema di conservazione, uno dei tanti dell'architettura del 900".

Paolo Fiorellini, che quest'anno ha proposto "ECCE HOMO" anche al Centro Allende di La Spezia, è nato nel 1961 a Sarzana dove vive e lavora. Nel 1985 ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Carrara, compiendo i primi passi entro l'orizzonte della figurazione e dell'Espressionismo; dagli anni Novanta la sua pittura è approdata ad un gesto più informale e ricco di materia, quindi si è dedicato alla sperimentazione dei materiali, tra cui il silicone, nel quale ha spesso incluso elementi naturali (fiori, erba o pesci). 

Paolo Fiorellini – Ecce Homo
Dal 19 novembre al 22 dicembre 2011
Varese, Spazio Lavit 
Via Giulio Uberti 42 
0332.312801, 0332.312801 (fax), 3312682044
info@spaziolavit.com – www.spaziolavit.com
http://www.paolofiorellini.com/
Orario: da mercoledì a domenica dalle 17.00 alle 19.30
Ingresso libero