Cassa e cantoria dell'organoCassa e cantoria dell'organo

Non uno, ma due – Pensavano di trovarsene uno davanti e invece erano due. Questa la scoperta fatta settimana scorsa dai fratelli Mascioni della rinomata casa  organaria, quando  si sono recati nella chiesa parrocchiale di Gorla Maggiore, per smontare il Bernasconi bisognoso di cure. Lo strumento del 1880-1881 ne celava uno simile degli anni Venti del Novecento alle proprie spalle. 

Campanilismi di sempre – La presenza di un secondo organo non ha stupito molto i presenti, tra i quali il curato, Don Giuseppe Marinoni, e Antonio Calvenzani, presidente della Fondazione Torre Colombera, nonché memoria storica del paese. "Il potenziamento dell'organo" – spiegano – "si deve a questioni di campanili, alle gare che si facevano e si fanno tuttora tra paesi, per essere migliori dei vicini".

Più di mille –  Quel che ha lasciato di stucco i curiosi è stata soprattutto la meticolosità con la quale i due organari lavorano, unanimemente definiti "certosini". Quanta perizia e precisione ci vogliono per smontare le canne di un organo, che a prima vista sembrano poche: in realtà sono davvero molte e, nel caso del Bernasconi della chiesa di Santa Maria Assunta, più di mille. Ogni canna ne nasconde tante altre: dalla più grande si arriva alla più piccola come in un gioco di scatole cinesi o di matrioske.

Don Giuseppe MarinoniDon Giuseppe Marinoni

Periti e documenti archivistici – I Mascioni hanno inoltre dichiarato che nell'organo del XIX secolo sono presenti alcune canne di uno strumento settecentesco. Affermazione che avvalla quanto già scoperto con i documenti d'archivio, rinvenuti in parrocchia. Calvenzani ha infatti sottolineato che il primo organo di cui si ha notizia nella storia della parrocchiale risalirebbe al 1699 – inizi Settecento e che tale manufatto fu realizzato da un certo Gio. Batta. (cioè Giovan Battista) Reina.

Uniti o separati? – Quale futuro attenda poi il doppio strumento musicale è presto per dirlo. "Sarà la Soprintendenza" – specifica il parroco – "a decidere se il Bernasconi dovrà essere diviso dall'organo novecentesco o se invece i due dovranno rimanere uniti come lo sono stati sinora. Intanto attendiamo la fine dei restauri, che dovrebbero essere completati per l'inizio dell'anno prossimo, quando il nostro organo dopo trent'anni di silenzio, finalmente, tornerà di nuovo a suonare".