Milano – Per la prima volta in città, il pubblico potrà immergersi nel cuore visivo e sonoro di un paesaggio interiore con Nobu at Elba Redux monumentale installazione di Giovanni Frangi dal 30 ottobre ospitata nella Sala Stirling di Palazzo Citterio. L’opera, composta da grandi tele e sculture trasformano lo spazio in un letto di fiume sospeso tra memoria e materia.

Presentata per la prima volta nel 2004 alla Scuderia Grande di Villa Panza a Varese, viene riallestita a vent’anni di distanza con un nuovo progetto espositivo curato da Giovanni Agosti in collaborazione con Francesco Librizzi. L’artista milanese, tra i più originali interpreti del paesaggio contemporaneo, propone un’esperienza immersiva dove pittura e scultura si fondono in una dimensione ambientale, percorribile e sensoriale.

Nobu at Elba Redux si compone di quattro tele dipinte per un’estensione complessiva di quaranta metri e di venti sculture in gommapiuma bruciata, illuminate ciclicamente ogni quindici minuti. L’illuminazione intermittente evoca la percezione notturna di un corso d’acqua, restituendo al visitatore la sensazione di trovarsi in un paesaggio primordiale, tra luce e oscurità, presenza e assenza. È un viaggio nello spazio, ma anche nel tempo: un confronto con la memoria della materia e con il trascorrere degli anni.

L’allestimento progettato da Francesco Librizzi nasce dal desiderio di preservare l’esperienza originaria della mostra, ma anche di rinnovarla attraverso un dialogo diretto con la Sala Stirling, uno spazio dal forte carattere architettonico, segnato dal cemento a vista e dalla monumentalità del pilastro centrale. Per inserirvi l’opera, è stata costruita una struttura che la introduce come una grande quinta teatrale, un dispositivo scenico che amplifica il senso di profondità e sospensione.

Frangi racconta la genesi del progetto come un ritorno fisico ed emotivo: dopo due decenni le grandi tele, conservate arrotolate su tubi di quattro metri, hanno “ripreso a respirare”. Rimontarle, spiega l’artista, è stato come riaccendere un dialogo con il tempo, un esercizio di memoria e di resilienza. “È una scommessa con il tempo che passa — afferma — un modo di mettersi alla prova e vedere l’effetto che fa”.

L’opera, nata dal confronto tra artista e spazio, si arricchisce inoltre di un prezioso apparato documentario: 135 fogli che costituiscono il diario di lavorazione di Nobu at Elba. Annotazioni, schizzi, divagazioni e intuizioni raccontano le fasi di un processo creativo stratificato e, come sottolinea Agosti, “contraddicono il mito della creazione sorgiva, restituendo invece la realtà del pensiero artistico: un intreccio di ispirazioni e deviazioni che moltiplica le chiavi di lettura”.

L’intervento di Frangi nella Sala Stirling non è soltanto un omaggio alla memoria della propria opera, ma anche un confronto con l’identità stessa del luogo. Palazzo Citterio, parte integrante del complesso della Pinacoteca di Brera, è un simbolo del dialogo tra antico e contemporaneo, tra storia e ricerca. Qui, l’installazione assume una nuova vitalità, trasformandosi in un organismo vivo che interroga lo spazio e invita alla contemplazione.

Con Nobu at Elba Redux, Frangi rinnova la propria riflessione sul paesaggio come spazio mentale e simbolico, in cui la natura non è semplice soggetto ma materia pulsante, capace di riflettere le tensioni dell’animo umano. La mostra diventa così un’esperienza di ascolto e di silenzio, un invito a percepire il ritmo lento delle cose e la loro fragile bellezza.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo che documenta l’intero percorso progettuale e include contributi di Giovanni Agosti e Francesco Librizzi, con immagini inedite dell’allestimento milanese.

La mostra prosegue sino al  18 gennaio. Orari: da giovedì a domenica, 14-19. Fino a dicembre, ogni primo sabato del mese, dalle 10 alle 19.