Domodossola – Paul Klee, Pablo Picasso, Marc Chagall, Osvaldo Licini, Fausto Melotti e Gastone Novelli sono i protagonisti dell’affascinante mostra “Fuori dai confini della realtà”, ospitata dai Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco sino all’11 gennaio 2026.
L’esposizione propone una selezione di oltre quaranta opere di maestri che hanno aperto nel Novecento uno scenario nuovo, esplorando i confini tra reale e irreale, tra visibile e invisibile, presentando mondi immaginari, simbolici e spesso mutuati dal mito e dalle religioni.
Il progetto esplora il periodo compreso tra le due guerre mondiali e gli anni Sessanta, attraverso dipinti e opere d’arte applicata inedite che sfidano le regole della razionalità per riscoprire una dimensione spirituale e liberatoria oltre ciò che appare visibile e tangibile.
La mostra si inserisce nella 5ª edizione dell’esposizione Italo-Svizzera, in programma a Domodossola dal 13 al 22 settembre.
La città, situata in un punto strategico, è da sempre un crocevia frequentato da italiani e stranieri, grazie al suo ruolo storico e commerciale, consolidato da secoli di scambi con le comunità valligiane.
Il confine tra Italia e Svizzera è stato e continua a essere terreno fertile per l’incontro di artisti come Paul Klee, Marc Chagall, Pablo Picasso, Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Gastone Novelli. Da una parte la lunga tradizione artistica italiana, dall’altra l’innovazione e lo sperimentalismo svizzero hanno alimentato rapporti fecondi, influenzando profondamente l’immaginario collettivo.
Paul Klee, nato vicino a Berna da genitori tedeschi e svizzeri, rappresenta un esempio emblematico di questa connessione, con un’opera fortemente influenzata dalla sua formazione svizzera. Marc Chagall, di origine russa, ha lasciato un segno indelebile in Svizzera, realizzando un ciclo di cinque vetrate nella chiesa di Fraumünster a Zurigo,
testimoniando il suo legame spirituale con il territorio. Anche Picasso si è lasciato affascinare dall’Italia rinascimentale, contribuendo con nuove idee alla nascita di movimenti come il Dadaismo e l’arte astratta.
Il titolo della mostra sottolinea come questi artisti abbiano liberato l’immagine dai significati quotidiani, riportandola a uno stato di purezza. Le loro opere, radicate in un contesto storico turbolento, si riallacciano alla tradizione europea e allo stesso tempo aprono la strada al nuovo, sfidando logica e ragione.
Spiccano nella mostra le ceramiche sperimentali di Fausto Melotti, con opere come Senza titolo, Centauro e due versioni di Bambini in ceramica invetriata realizzate nel secondo dopoguerra. A lui si affiancano le opere in ceramica e vetro di Picasso, tra cui Furetto e Satiro, che mostrano la sua capacità di manipolare la materia per esplorare mondi mentali. Tra le opere in vetro spicca Tre occhi (1956) di Jean Cocteau.
Significativa è anche la presenza di Paul Klee con l’acquerello Baumgruppe (1931) e di Marc Chagall con Suonatore di violino e Composition au cirque (1976-77). Da segnalare anche le pitture di Osvaldo Licini, come Angelo ribelle (1954), Amalassunta. mano piede (1954) e il ciclo dei Notturni (1956). Gastone Novelli è presente con opere che esplorano un alfabeto fantastico, cifra stilistica della sua pittura mentale.
L’esposizione riflette sulla nascita di nuove forme artistiche che attraversano il Novecento, immerse nell’immaginazione, nella fantasia e nel sogno, con un focus particolare sugli artisti attivi tra Italia e Svizzera. Non solo uno sguardo al passato, ma anche una riflessione sul futuro e su come l’irrazionale e la liberazione dell’immagine possano continuare a influenzare la cultura contemporanea.
La mostra, accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale è visitabile nei seguenti orari di apertura: Fino al 31agosto: mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica 10-13 / 15-18.
Dal 1° al 30 settembre:giovedì, venerdì, sabato e domenica 10-13 / 15-18
Dal 1° ottobre all’11 gennaio 2026 giovedì, venerdì, sabato e domenica 10-12 / 15-18









