franco_branciaroli.jpgE’ atteso dal pubblico varesino il ritorno del grande attore Franco Branciaroli che quest’anno porta in scena al Teatro Apollonio di Varese, nell’ambito della rassegna teatrale comunale, un classico come l’Edipo Re di Sofocle.
Appuntamento a teatro il 22, 23 e 24 aprile alle ore 21 con uno dei testi fondamentali di tutta la cultura occidentale, i cui significati continuano a riflettersi, con echi sempre nuovi, nel nostro presente. Un grande inpegno che si presta ad affrontare il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – assieme ai coproduttori del Teatro de gli Incamminati e del Teatro di Messina – per la regia di Antonio Calenda.
Il mito di Edipo, dopo la celebre versione sofoclea, è stato in ogni tempo oggetto di rivisitazioni, suscitando un interesse che non ha conosciuto soste. Ma è la contemporaneità che – con Freud – ha donato più di ogni altro momento storico al mito edipico una centralità assoluta, nell’ambito scientifico come in quello delle arti e in particolare della letterature, del teatro di prosa e musicale. La vicenda di Edipo è infatti diventata il simbolo del legame dell’uomo verso i propri genitori, un legame fatto di amore e odio, archetipo di ogni dinamica drammaturgica e punto di partenza delle riflessioni di grandi autori come von Hofmannsthal, Eliot, Pasolini e altri. Scritta probabilmente nel 430 a.C., la tragedia si incentra sul mito di Edipo che, dopo aver risolto gli enigmi della Sfinge, ha ottenuto di regnare sulla città di Tebe e di sposare la regina Giocasta, vedova del re Laio. Con lei concepisce quattro figli: Eteocle, Polinice, Antigone ed Ismene.

Potrebbe vivere felice, come sovrano giusto e padre amato. Il testo, però, si apre su uno scenario cupo: la città di Tebe è devastata da una violentissima pestilenza. Edipo si rivolge all’Oracolo di Delfi, nella speranza di poter ottenere qualche consiglio per salvare la città dall’epidemia.

L’oracolo suggerisce di scoprire chi abbia ucciso il Re Laio, perchè solo dopo aver fatto giustizia la pace ritornerà a Tebe.

Edipo, dunque, si impegna subito ad indagare, ascoltando l’indovino cieco, Tiresia. Si viene a conoscenza infatti che, per una serie di circostanze complesse e imprevedibili, Edipo è figlio di Laio (e dunque sarebbe il suo giusto successore al trono) ma, in seguito ad una lite sulla strada per Tebe, è stato egli stesso a uccidere il Re. Ha quindi sposato sua madre, con cui ha generato quattro frutti di un amore incestuoso. Edipo e Giocasta sono sopraffatti da tali terribili rivelazioni: lei si suicida ed Edipo si acceca. Sconterà poi i propri misfatti in un eterno esilio, che egli stesso aveva deciso per l’assassino di Laio. Edipo Re abbandona dunque Tebe, affidando il regno ed i figli al cognato Creonte.

 

 

Un brande classico di Sofocle, l’”Edipo Re”, rivisitata e portata in scena dal grande attore con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia al Teatro Apollonio per l’ultimo appuntamento della rassegna comunale