Fabrizio GiachiFabrizio Giachi

Il chiodo fisso di una politica culturale più a misura di uomo della strada e meno elitaria, il delegato alla cultura di Castellanza Fabrizio Giachi l'ha sempre avuta. Tanto da polemizzare, quando ancora era presidente della commissione cultura con l'ex assessore alla partita Franco Azimonti ma spesso e volentieri anche con il l'altro contendente alla delega, il suo compagno di partito Antonio Vinci. Garantitagli la delega dal sindaco Fabrizio Farisoglio,e sopite le polemiche, a pochi giorni dalla mostra dedicata a Carmelo Todoverto, fortemente voluta dall'amministrazione, l'attuale responsabile definisce nel dettaglio il suo futuro impegno per la cultura castellanzese.

Cominciamo dalla mostra imminente: Villa Pomini, dopo i lavori di riqualificazione, ha già ospitato iniziative di diverso tipo. Questa mostra di Carmelo Todoverto perché è importante per l'amministrazione di Castellanza?
"Perchè riapriamo Villa Pomini ad un maestro di cui ho potuto intendere il valore e la coerenza artistica mantenuta in almeno trent'anni di attività. L'opera di Todoverto ha in sé un messaggio che personalmente, ma anche l'amministrazione,  vuole fare suo".

Nello specifico qual è il messaggio della sua pittura?
"E' qualcosa che risale agli esordi della sua caerriera, quando con altri artisti fondò il movimento dell'Ipercromatismo. Già allora, nel manifesto, l'artista denunciava la crisi socio-culturale, il degrado ecologico, e promuoveva un rilancio delle arti più responsabile e più vicino all'uomo. Ecco, questo impegno contro la decadenza e per la rinascita delle arti, è un messaggio importante che noi vogliamo rilanciare".


Lei pensa che sia un messaggio in grado di arrivare a tutti?
"Si. Intanto la mostra si articolerà principalmente sulle ultime opere, ma ci saranno finestre su tutta l'attività del maestro così da meglio comprenderne il significato e l'evoluzione. Poi con Todoverto inauguriamo un nuovo approccio, che ritengo fondamentale: quello formativo e didattico, soprattutto rivolto alle nuove generazioni, anche ai più piccoli. Abbiamo già predisposto 3 incontri tra piccoli studenti e l'artista. Una visita guidata, parlerà diffusamente delle tecniche pittoriche e si impegnerà lui stesso nel presiedere a laboratori didattici direttamente in Villa Pomini".

Che ruolo deve avere, secondo lei, lo spazio della Pomini?
"Quello originario, quello voluto dalla famiglia donatrice: uno spazio polifunzionale, aperto a tutte le manifestazioni artistiche".

Nei mesi scorsi sembrava che la Villa fosse stata destinata in prevalenza all'Associazione Click Art's e all'Archivio Fotografico Italiano. Adesso?
"Intanto è sede di una scuola musicale di eccellenza e questo non va dimenticato. Quanto alla fotografia la passione che trasmette Claudio Argentiero, (responsabile  di Afi, ndr) mi ha fatto scoprire il mondo della fotografia a me ignoto e se possibile sarà sempre

Villa PominiVilla Pomini

più sostenuto da questa amministrazione. Ma l'idea è appunto quella di coinvolgere il più possibile il territorio, le associazioni che esprime, a cominciare dall'Associazione Amici dell'Arte, che a sua volta ha già la sua sede in villa".

In sostanza qual è oggi il programma culturale per Villa Pomini?
"Siamo ancora in una fase di ripartenza, sperimentale. Di certo non sarà un programma dirigistico. Mostre,'calate dell'alto', volute dall'amministrazione come quella di Todoverto non saranno più di una all'anno e saranno sempre giustificate dall'importanza del nome e del lavoro. Il mio intento è piuttosto quello di creare un programma di iniziative proprio con il contributo dell'Associazione Amici dell'Arte e di altri soggetti del territorio. Vorrei arrivare ad avere quanto prima un programma, magari legato ad un tema, o ad un artista, intorno a cui lavorare con diverse iniziative, così come sta accadendo per la stagione musicale e favorire al contempo una più efficace comunicazione ai cittadini di tutto il nostro lavoro".

L'obiettivo finale?
"E' quello di insistere sull'aspetto coinvolgente e formativo della proposta artistica. Non scelte specialistiche, ma un cammino che guidi il pubblico, che mi auguro possa crescere ed allargarsi, attraverso dei passaggi di apprendimento, di conoscenza preliminari. Non fare sfoggio di cultura, ma rendere la cultura fruibile".