Milano — L’Associazione Genesi propone, alla Triennale una mostra dedicata al tema dell’oppressione nell’opera di Fabio Mauri, tra i protagonisti dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra, aprendo le celebrazioni per il centenario della nascita dell’artista (1926–2009).

La rassegna, intitolata “De Oppressione”, a cura di Ilaria Bernardi, mette in luce un nucleo di opere iconiche realizzate tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Duemila, in cui si riflette la centralità del tema dell’oppressione sotto diverse declinazioni, culturale, identitaria e ideologica,  mostrando quanto tali questioni siano tuttora urgenti nella storia contemporanea.

Tra i lavori storici esposti spiccano l’installazione Amore mio (1970), mai più esposta in Italia dopo la sua prima presentazione a Montepulciano, Manipolazione di Cultura (1974) ed Europa bombardata (1978). Sempre dalla fine degli anni Settanta fino ai Duemila, la mostra comprende opere come I numeri malefici (1978), presentata alla Biennale di Venezia, Ricostruzione della memoria a percezione spenta (1988), Cina ASIA Nuova (1996) e Rebibbia (2007), tutte emblematiche della capacità di Mauri di analizzare forme di sopruso individuali e collettive.

La mostra è accompagnata da visite guidate, workshop e incontri rivolti a un pubblico ampio, in collaborazione con Università Cattolica, FAI, Gariwo e Robert F. Kennedy Human Rights Foundation Italia.

La mostra è aperta al pubblico fino al 15 febbraio. Orari: 10.30-20 (Foto Sandro Mele).