Un'opera in mostraUn'opera in mostra

Il tessuto: intreccio comune – Eva Basile, Marisa Casellini, Gaia Clerici, Caterina Crepax, Mya Lurgo e Dania Zanotto. Sei donne, sei artiste che dedicano al tessuto e all'operazione che lo genera una mostra, spunto per una riflessione che dall'abito, risultato di un intreccio di materiali, si allarga a comprendere un tessuto molto più ampio, quello sociale, culturale e spirituale. Il tessuto, non solo è oggetto di sperimentazione comune alle sei artiste, è anche intreccio che unisce le persone fra loro e l'io al mondo. La riflessione non può che aver luogo a partire dalla presentazione di Luciano Ghersi, esperto artista-tessitore che, per mezzo dei suoi telai manuali, non si limita a collegare fili e fibre diverse, ma intreccia le stesse tessiture con infinite diverse realtà che potrebbero apparire estranee a qualsiasi tessitura. "Questa interazione", dichiara Ghersi, "è l'iper-tessitura ed è ciò che dà vita ai tessuti culturali. E' un fenomeno ovvio di ogni epoca e cultura. Ogni tessitore è sempre stato anche iper-tessitore di solidissimi collegamenti culturali".

Tessuto culturale post-moderno – "Dalla rivoluzione industriale in poi", continua Ghersi, "l'attività del tessitore, però, è sempre più limitata a causa della mercificazione dell'iper-tessitura e il tessuto culturale post-moderno si riduce sempre di più a merci-spettacolo, per cui un autentico tessuto è incomprensibile, figurarsi un'iper-tessitura! Basta solo che manchino i soldi o la corrente, perché tutto il tessuto culturale si disgreghi. Insomma al giorno d'oggi, un tessitore che trami il suo filo nell'iper-tessitura di un più decente tessuto culturale, non può limitarsi all'uso del telaio, ma deve approfittare di tutti gli strumenti su cui gli riesce di mettere le mani, e magari anche i piedi".

Gaia Clerici, CrepaxGaia Clerici, Crepax

Sfatare trama e ordito dell'apparenza – Pensare, progettare, provare a fare, intrecciare fili e materiali differenti, ricominciare ogni volta di nuovo, per ricreare, attraverso l'abito, spazio mentale e fisico. "Fare nello spazio" come esercizio di comportamento e relazione, come intervento che parli con l'altro nel e del mondo, dello spazio esistente. Questo fanno le sei artiste presenti in mostra alla Mya Lurgo Gallery di Lugano, adottando per la loro indagine artistica un punto di partenza preciso: il dubbio. Scetticismo cartesiano, necessario a pervenire a quel residuo minimo della conoscenza, che resiste a ogni incertezza, compresa quella iperbolica sull'esistenza del mondo esterno e del nostro stesso corpo. Interrogarsi, dubitare, sfatare la trama e l'ordito dell'apparenza e dell'immagine. Travalicare moda e costume, modalità e credulità, modelli stereotipati e clonati, per essere…finalmente.

Interventi fashion – Quella delle sei artiste in mostra è una ricerca dell'Essere Uni-versatile, che interessa anche "Temporary Love", presente in galleria con capi unici ed irripetibili disegnati unicamente da artisti, ma coinvolge anche il poeta e filosofo Marco Bogliani con una installazione dal titolo curioso e certamente intrigante: "Intimo X versi".

E®GO IPERBOLICO
dal 6 al 31 luglio
Mya_Lurgo_Gallery, 2° piano Stabile Federale, Piazza Riforma 9, Lugano (Svizzera)
Vernissage: 3 – 4 – 5 luglio 2008, 19.00-01.00, in concomitanza con Estival Jazz Lugano, Piazza Riforma
Orari di apertura: lunedì – sabato, ore 18-23Durante le serate sono previste performance artistiche (visita il "calendario attività" su www.myalurgo.com)
Info: + 41 (0)91 911 88 09, e-mail: myalurgo@gmail.com