Concertino, 1962Concertino, 1962

Anno sabbatico – All'inaugurazione dedicata al compianto Elio Petazzi, avvenuta sabato 18 ottobre, erano presente circa un centinaio di persone. Un successo che sicuramente segnala la volontà mai sopita dei bustesi di tornare tra le sale del Museo cittadino, da troppo tempo lasciato in uno stato di abbandono. L'anno scorso, infatti, si sono succedute una serie di mostre didattiche, realizzate su pannelli, quindi di alcun valore strettamente artistico, ma che perlomeno avrebbero potuto essere interessanti per dei percorsi tematici affrontati dalle scolaresche. Questo ovviamente se l'Amministrazione avesse creduto nella didattica museale, che invece, anche l'anno scorso è stata accantonata.

Riprendere il cammino – Ma ci sono stati tempi in cui Palazzo Cicogna era meta pomeridiana di molti visitatori affezionati, che da sempre hanno considerato la sede museale come contenitore dell'arte che più apprezzavano e che più li rappresentava: l'arte locale fatta di personalità più o meno apprezzabili. Forse si peccava di una certa fissità di orientamenti, di mancanza di innovazione, ma sicuramente si era intrapresa una politica ben precisa che valorizzava la tradizione artistica locale ed era in grado di proporre un programma ben definito che teneva in vita il museo. Tra piccole e grandi mostre, come quelle di Daniele Crespi e Arturo Tosi, il pubblico non mancava un evento e tanti erano gli affezionati al museo che si prestavano come volontari nei servizi di custodia, sentendo quel Palazzo un po' come casa loro. Che tutto ciò sia avvenuto sotto questo o quell'assessore non è l'oggetto di questa riflessione. Ciò che più interessa è che con questa mostra si sia voluto ritornare sul vecchio sentiero, riuscendo a ripopolare il museo cittadino. La mostra di Petazzi riesce ad offrire un buon equilibrio tra la qualità pittorica dell'artista e il valore di testimonianza culturale della città.

Un'opera di PetazziUn'opera di Petazzi

I paesaggi – Sfogliando il libro delle presenze all'ingresso del museo appare evidente l'apprezzamento del pubblico, e finora non è stato appuntato nessun commento negativo. Ad essere maggiormente ammirati sono i paesaggi, che costituiscono sicuramente il punto forte della mostra. Piace la variegata gamma cromatica, che non esclude nessun colore della tavolozza, e rende queste opere estremamente gradevoli all'occhio e piene di luce. La tecnica mossa, data dalla pennellata veloce che cerca di fissare l'impressione di un luogo, i tocchi di colore stesi in maniera corposa, quasi a macchie, comunicano una sensazione di freschezza ed esuberanza che mettono d'accordo tutti.

Ottimo riscontro – Il successo di questa mostra sta anche nel fatto che in molti accorrono per ricordare un artista che hanno potuto conoscere di persona, e di cui non raramente possiedono delle opere in casa loro. Tanta la soddisfazione poi di poter veder riunita un'ampia porzione della sua produzione, che la famiglia ha gentilmente concesso nella sua interezza. Un pittore che per le sua vita avventurosa è rimasto nel cuore della gente e che ora gli rende il giusto tributo. E non appena il museo sembra rialzare finalmente la testa, ecco che anche le scuole, sempre vigili in questo senso, sono accorse a prenotare visite guidate per i più piccoli. Speriamo allora l'Amministrazione Comunale sappia cogliere tutti questi sintomi abbastanza eloquenti di una città che si aspetta ancora molto dal suo museo.